Il nostro speciale dedicato alla prima Guida Rossa Michelin italiana si conclude con l’ultima edizione, presentata ufficialmente lo scorso novembre e sempre più generosa nei confronti dell’alta cucina italiana. Gli chef stellati sono sempre più numerosi, a testimonianza di una cultura del nostro Paese che, dietro ai fornelli, è ancora in grado di insegnare a tutto il mondo
Secondo ristorante del nostro viaggio nel gusto ispirato dalla Guida Rossa Michelin del 1956, sempre a bordo della nostra DS3 equipaggiata con le CrossClimate del marchio francese. Questa volta siamo in un rinomato ristorante di Varese ad assaggiare il filetto di maialino dello chef Rossato
Il primo ristorante che abbiamo trovato sulla Guida Rossa Michelin 1956 è il Da Giovannino, ora incluso all’interno dell’Hotel Promessi Sposi, ma la cui storia si sviluppa sin dal XIX secolo. Qui, insieme allo chef Giorgio Cabella, abbiamo scoperto un piatto davvero eccezionale: il riso in cagnone al persico fritto
La Guida Rossa Michelin è una delle più autorevoli e apprezzate guide gastronomiche del mondo. Senza alcun dubbio è quella più conosciuta e famosa, al punto che il termine “chef stellato” è divenuto sinonimo per indicare i più grandi cuochi del mondo. Esiste ormai da più di un secolo in Francia, anche se in Italia è arrivata molto più tardi. Anche da noi, però, la Guida Rossa è divenuta uno dei fari assoluti della gastronomia e del viaggiare in generale. Per questo motivo abbiamo voluto fare un piccolo esperimento: abbiamo preso la prima edizione italiana e abbiamo provato ad andare a trovare alcuni ristoranti presenti in quella guida e ancora oggi in attività
Vi raccontiamo il nostro itinerario, prima sulle Alpi svizzere e poi verso il Veneto, in cui abbiamo messo alla “prova vacanze” un’auto intelligente, grazie ad un bagagliaio capace di ben 440 litri (ma può arrivare addirittura a 560) in una lunghezza di soli 412 cm.