Electric City, la città a emissioni zero del Motor Show di Bologna
Il Motor Show di quest’anno è importante per molti versi, ma, soprattutto, lo è per quanto riguarda il mercato dell’auto elettrica. A Bologna un intero padiglione è stato quindi riservato ad Electric City, la città elettrica realizzata in collaborazione con Enel e con le maggiori case automobilistiche che si sono lanciate nell’avventura a emissioni zero. Qui è presente l’unico circuito della Fiera completamente interno, dato che le vetture presenti non emettono praticamente alcuna sostanza nociva. Incredibile, poi, il silenzio che si sente rispetto agli altri padiglioni (a meno che non andiate durante il weekend).
La Smart ForTwo con motore da 30 kW è solamente una delle auto presentate, tra le quali spicca per gli appassionati la DeLorean DMC-12 di Ritorno al Futuro. Del resto chi si ricorda il primo film, saprà bene che la macchina del tempo di Christopher Lloyd e Michael J. Fox era elettrica. Al Motor Show, però, non troverete auto funzionanti al plutonio come nella pellicola, ma innovative soluzioni per la mobilità a bassissimo impatto ambientale, che potrete provare prenotando una sessione di guida sul circuito.
Sarà possibile anche avere le anteprime delle infrastrutture di rifornimento elettrico, da quelle sviluppate dalla stessa Enel a quelle di altri produttori come Sorgenia. Insomma, la competizione verde è già iniziata.
Nota bene… in “Ritorno al Futuro” solo i circuiti per il viaggio nel tempo erano elettrici (1,21 GW al plutonio), ma la De Lorean aveva il normale motore a combustione per raggiungere le 88 mph.
Allora…facciamo chiarezza sulla DMC-12 di “Back to the Future”:
Nel primo il motore va a benzina il flusso canalizzatore a plutonio(o fulmini…), poi il flusso canalizzatore è alimentato dal Mr.Fusion che è caricabile con qualunque materiale(Doc ci mette dei rifiuti organici e non), nel terzo il problema è che il serbatoio si rompe e così l’ auto non può ragiungere le 88 miglia orarie necessarie all’ attivazione del flusso.
E’ vero che Doc descrive l'”attrezzo” come elettrico, ma è plausibile che si riferisca al flusso…naturalmente gli sceneggiatori non si sono mai posti il problema di come la “reazione nucleare” fosse sfruttata per produrre i famosi 1,21 GW di potenza…d’ altra parte non è l’unico momento in cui ci sia chiesta la cosidetta “sospensione d’incredulità”.
Scrivi sul web…si sa il web è nerdlandia…
Eheh, trovo divertente come l’argomento principale di discussione di questo pezzo sia un’auto parzialmente fittizia il cui originale è uscito di produzione nel 1983. 😉
Avete entrambi ragione. Non mi sono avventurato in una descrizione più approfondita della mitica DeLorean DMC-12 perchè non era l’argomento principale dell’articolo e l’avevo inserita unicamente come nota di colore.
Poi ero ancora frastornato per l’emozione di esserci salito per la prima volta. 😉
Caro Lorenzo, sei solo un’ ennesima vittima dei cybernauti cinefili.
L’ emozione di cui parli è l’attenuante per la quale non sarai “crocifisso in sala mensa”…l’ho provata anch’io, fortissima, poche settimane fa per il 25° anniversario della fortunata pellicola.
Buon lavoro
Più che una questione di cinefilia è per sottolineare che quella descritta nel film era una specie di “auto ibrida” ante litteram.
E’ incredibile poi vedere quanto quel film sia straordinarimanente attuale dopo ben 25 anni… tanto da utilizzane il simbolo tuttora.
Verissimo.
Comunque il flusso canalizzatore non c’era, ho controllato. 😉
Invidia a parte, se ci fosse stato il flusso canalizzatore, non credo che ora saresti qui…
(io sarei partito).
P. S.
“flusso canalizzatore” l’hanno tradotto a minchia; la traduzione esatta era “condensatore di flusso”.