Bosch: “almeno 30 anni prima della vera guida autonoma”, la dichiarazione di Michael Bolle al CES 2021
Questo il pensiero di Michael Bolle, membro del CDA di Bosch

E’ da ormai 3 anni che si sente sempre più parlare di ADAS bloccato al livello 2 per vincoli legali, guida autonoma in continuo sviluppo, diverse dozzine di compagnie al lavoro per lo sviluppo di nuovi radar e sensori da impiegare per la guida autonoma di livello 5. Ma in tutto questo turbinio di informazioni, qual’è la verità e le tempistiche? Ci aiuta nella risposta Michael Bolle, membro del Consiglio d’Amministrazione di Bosch che rivela: “Più fantascienza che altro. Per la vera guida autonoma di livello 5 dovremo aspettare la seconda metà di questo secolo“.
Guida autonoma: non se ne parla prima del 2050
Così la pensa Bolle, un parere completamente in controtendenza rispetto all’andamento dello sviluppo di nuove tecnologie nel mondo automobilistico. Stando invece alle altre compagnie in gioco in questo ambito sarebbe “questione di qualche anno” prima di vedersi concretizzata la possibilità di riempire le città di taxi completamente autonomi. Le ragioni sarebbero da ricercarsi soprattutto dal punto di vista economico, legale ed assicurativo. Primo perché servirebbero dei sistemi Lidar e dei sistemi di back-up capaci di ripristinare le impostazioni in caso di guasto, quindi abbastanza costosi. In seconda istanza la legge del CDS dovrebbe modificarsi in ogni stato che accetti questo tipo di tecnologia sulle proprie strade. Terza istanza si dovrebbero sviluppare nuove coperture assicurative e integrare i sinistri per colpa di un’intelligenza artificiale all’interno delle garanzie di una determinata polizza.
Questioni non proprio banali insomma, soprattutto se si considera che il “cambiamento” potrebbe essere repentino, a detta di molti. Bolle invece preferisce stare più con i piedi per terra, auspicando si un cambiamento, ma più graduale e lento, così da far muovere tutto l’ecosistema al passo con le tecnologie.
La guida autonoma per Bosch
Bolle spiega al Corriere della Sera come Bosch si stia muovendo parallelamente su due strade: “Stiamo sviluppando i sistemi per la guida autonoma di livello 2 e 3 per le vetture destinate al cliente finale, ma anche nuove tecnologie e software per quella di livello 4 e 5 destinata alle società che desidereranno impegnarsi in questo ambito“. Tuttavia, rivela anche come “sviluppare una tecnologia per un taxi robot capace di destreggiarsi nelle infinite variabili del traffico cittadino si è rivelato più complicato del previsto“.
Tutte queste complicazioni richiedono quindi più tempo del previsto, anche per i guru dell’informatica come Google e Nvidia, al lavoro da anni anche in questo settore. I tempi quindi sembrano essere più lunghi del previsto: “una volta accertata la sicurezza massima di tutti questi sistemi per ogni auto su cui si intende installarli, si dovrà convincere l’opinione pubblica, i governi e la legislatura affinché tutto l’aspetto normativo venga aggiornato“.