Smart EQ Fortwo, il bello (e il brutto) dell’essere pionieri [PROVA SU STRADA]

Nel 2020 la Smart sarà solo elettrica, basta benzina e un’autonomia di 160 Km (dichiarati, reali sono intorno ad un centinaio)

Sulla carta è il mezzo perfetto per la città, all’atto pratico offre molti vantaggi, soprattutto ora che le elettriche sono poche e solo per chi può permettersi il lusso di andare oltre i problemi legati a prezzo, autonomia e tempi di ricarica

Smart EQ Fortwo Sognare è bello ed a volte i sogni ci fanno vivere sensazioni così forti da sembrare realtà. Ecco, provare una vettura elettrica oggi, come questa Smart EQ, ci fa pensare proprio a questo concetto. A tratti sembra tutto vero, tutte le promesse e le dichiarazioni che ci bombardano quotidianamente sulla elettrificazione delle auto, sui vantaggi di utilizzare veicoli a zero emissioni e potenzialmente migliori di quelli a motori termici anche in termini di prestazioni e costi di gestione. Poi però, di colpo, qualcuno ti sveglia, facendoti crollare tutto addosso. Sbatti contro il muro rappresentato dalle difficoltà di trovare una colonnina di ricarica, da un’autonomia più che dimezzata se guidi come vorresti, godendoti la piacevolissima erogazione del motore elettrico da ben 60 kW (82 cavalli per intenderci meglio), senza sorvolare sul fatto che una citycar elettrica come questa costa da oltre 24 mila euro a salire (fino anche a sforare i 32 mila per una Nightsky Prime). Bocciata quindi? Tutt’altro, la “Smartina elettrica” in città è fantastica, silenziosa per l’assenza del motore termico, una scheggia nelle ripartenze e quando si preme a fondo sull’acceleratore e potenzialmente vantaggiosa economicamente, perché vi permette di parcheggiare in centro e di ricaricare le batterie con pochi euro al mese. Di fatto è un gran bel lusso che oggi si possono permettere tutti coloro che vogliano essere pionieri di un qualcosa che verrà (forse), partendo dal presupposto di essere disponibili a comprarsi un bel giocattolo, che affianchi un’auto vera per muoversi fuori dal contesto urbano e conoscendo tutti i limiti imposti dal suo essere la prima EQ della storia di Mercedes.

Ma facciamo un passo indietro e andiamo a scoprirla nel dettaglio nella nostra prova su strada. EQ, intelligenza emotiva, una sigla di due lettere che Mercedes ha scelto per il brand dedicato alle vetture elettriche. Abbiamo recentemente assistito al lancio statico della prima auto di questo “marchio nel marchio”, la EQC (qui un articolo con alcune nostre riflessioni), ma Smart anticipa i tempi, con quello che è il primo degli 11 modelli elettrici, annunciati di qui al 2022. In più, a partire dal 2020, questa sarà l’unica motorizzazione disponibile per la Smart. Una scelta forte, dettata dal fatto che la strada della elettrificazione, con una versione ibrida, per un’auto così piccola sarebbe stata difficilmente percorribile e, di fatto, i limiti della alimentazione full electric sono meno insormontabili per una city car, che dell’autonomia non fa una sua esigenza particolarmente sentita. Una bella sfida, l’ennesima, per Smart. Sono ormai oltre 20 anni che la “vetturetta” con la cellula in alluminio fa parte del mondo dell’auto. Qualcuno si ricorderà di una classifica del settimanale britannico The Economist, che pone la prima serie della Smart (1997-2006), in vetta ai flop economici dell’industria dell’auto. Pensate, 3.35 miliardi di euro bruciati, con poco meno di 4.500 euro di perdita per ogni singolo esemplare prodotto. Una storia, quella della Smart, fatta quindi di successi, ma anche di difficoltà, di alti e bassi che si ricorderanno in futuro, sperando che lei possa esserci ancora nel futuro. Si, perché se già oggi le vendite si concentrano nelle grosse città, con Milano e Roma che da sole rappresentano gran parte del totale degli esemplari venduti, una bella fetta degli attuali “smartisti” dovrà optare per un’altra auto se non vuole o non può sottostare ai limiti imposti dalla alimentazione elettrica. Prezzo a parte (che oggi si sposta verso l’alto di quasi 11 mila euro, dai circa 13.400 di una 70 1.0 52kW youngster a 24.100, sperando che questa soglia possa però abbassarsi), autonomia, tempi e disponibilità di postazioni per la ricarica sono ad oggi un grosso vincolo.

Design e Interni: [xrr rating=4/5]

Una Smart Brabus con il cuore green

Fuori la EQ sembra più “cattiva” della Brabus a benzina (che abbiamo provato un paio di anni fa), quasi a voler nascondere il suo animo green. Dettagli come i cerchi sportivi (con pneumatici 185/50 all’anteriore, 205/45 dietro), le minigonne e gli spoiler sottolineati dalla colorazione blu a contrasto (per la precisione è Pacific Blue, colore simbolo del brand EQ), ne fanno una Smart decisamente accattivante e sportiva nel look. Solo il badge EQ sulla calandra lascia intuire il suo essere “diversa”. L’altro elemento distintivo è celato dallo sportello del serbatoio…dietro al quale non troviamo ovviamente il bocchettone per il carburante, ma un ulteriore sportellino a protezione della presa di ricarica. Come di consueto la presa è “sotto chiave”, con un meccanismo che blocca la testa del cavo, per evitare che qualche benpensante possa portarselo via durante una ricarica. Basta una pressione sul tasto per aprire l’auto sul telecomando, per permettere lo sgancio del cavo. Ok, il nostro esemplare ha poi “sobri” adesivi sulle portiere, ma normalmente si possono evitare. Per il resto siamo davanti ad una “normale” Smart di terza generazione, la prima con un accenno di cofano anteriore e forme leggermente diverse rispetto alle due precedenti. Si conferma la cellula abitativa in alluminio, denominata Tridion, che regala normalmente un look bicolor alla Smart, ma che qui invece è nera come i pannelli in plastica della carrozzeria. Dettaglio, quello della Tridion, che regala un elevato livello di sicurezza passiva in caso di incidente, malgrado le dimensioni molto contenute della Smart, che ricordiamo essere lunga solo 2.69 metri, per 1.66 di larghezza e 1.55 di altezza. Quasi un cubo allungato, in grado di sopportare però urti importanti, proteggendo le due persone a bordo, come testimoniano le 4 stelle su 5 nei test Euro NCAP.

Interno: Anche qui pochi indizi a separare la Smart EQ dalle sorelle

Salendo a bordo troviamo qualche indizio in più, come le indicazioni specifiche per flusso energetico, livello di carica e consumi istantanei, oltre ad una borsa per riporre i cavi di ricarica, uno per le prese domestiche ed uno per le colonnine. Non è un toccasana per il bagagliaio della Smart, che perde un po’ dei suoi 260 litri, ma volendo si può lasciare a casa, quando dovesse servire tutto lo spazio a disposizione. I più attenti noteranno che, pur avendo una leva del cambio simile alle Smart automatiche (in realtà essendo elettrica non c’è una trasmissione vera e propria, ma solo la scelta tra marcia aventi e retro, oltre che Parking e Newtral), qui non ci sono (ovviamente) i paddle dietro al volante. Per il resto si tratta di una Smart di fascia alta, visto il ricco allestimento della serie speciale Nightsky, a tiratura limitata e che include il Brabus Style Package, sia per gli esterni che per gli interni dell’auto.

Comportamento su Strada: [xrr rating=4/5]

Gira in un fazzoletto ed è ben piantata a terra, a patto di non esagerare

I primi metri al volante di una Smart, ogni volta che ci risali, sono positivamente legati all’angolo di sterzata: semplicemente imbarazzante! Giri il volante per far manovra è non arriva mai il fine corsa, poi acceleri e lei sembra girare su se stessa. L’impressione è quella di poter fare inversione di marcia dentro al box, anche se poi non è proprio così. Rappresenta uno dei più grossi vantaggi di quest’auto, che in città può fare la differenza. Essendo però allestita in “Brabus Style”, questa EQ Fortwo è anche ben piazzata, con gomme che qualche anno fa si vedevano solo su auto sportive. Troviamo delle “205/45” al posteriore, tanto per dare qualche numero, con la bella spinta dell’elettrico che (quando non si bada all’autonomia) invoglia ad osare un po’. La fisica è la fisica, quindi malgrado i passi in avanti importanti in oltre 20 anni di carriera, nei cambi di direzione effettuati in modo veloce ed un po’ troppo sportivo, ci torna alla memoria che la prima Smart dovette correre ai ripari chiedendo l’aiutino all’elettronica, con l’entrata in scena dell’ESP (allora prerogativa dei modelli di fascia alta) per porre rimedio alla pericolosa tendenza a ribaltarsi. Diciamo che in città si dormono sonni tranquilli e che sulle strade extraurbane per sentire un reale alleggerimento occorre esagerare decisamente, altrimenti la “Smartina” ha una ottima tenuta di strada ed è anche bella reattiva e sportiva. La terza Smart, non a caso, è più larga di ben 10 cm rispetto alla seconda generazione, addirittura 15 della prima, che era anche circa 20 cm più corta. Un’auto vera, in confronto quindi, che si giova con questa motorizzazione, di una zavorra posta sotto la zona dei sedili. Il pacco batterie, che incrementa il peso della Smart EQ di quasi 200 kg (passa di poco la soglia dei 1.000, contro gli 815 della Fortwo 70 1.0), è posto in una zona perfetta per migliorare la stabilità, anche se la minor leggerezza influenza la dinamica di guida in modo tendenzialmente negativo. Che le prestazioni e l’handling permettano di divertirsi lo conferma la nascita, proprio quest’anno, del campionato Smart EQ Fortwo e – cup: un monomarca che vuole dare una chiave di lettura non solo green, ma anche “racing” e più accattivante alla versione ad emissioni zero della Fortwo.

Motore e Prestazioni: [xrr rating=4.5/5]

Qui viene il bello dell’elettrico

La EQ non è affatto una novità assoluta, dato che sostituisce nel nome la precedente Electric Drive, che a sua volta era l’evoluzione di un progetto elettrico nato sulla seconda generazione di Smart. Passano gli anni, restano mille dubbi: prezzi elevati, autonomia limitata e tempi di ricarica lunghi. L’affaire elettrificazione è ancora ben lontano da aver convinto tutti, è abbastanza evidente. Le infrastrutture continuano a latitare, assistiamo all’incremento delle autonomie ed a volte a novità che riducono potenzialmente i tempi di ricarica, ma i problemi, gli ostacoli ed i dubbi legati alla diffusione di massa delle vetture elettriche sembrano quasi aumentare, piuttosto che diminuire. Una cosa però, quando si affronta questo tema, è certa: la superiorità del motore elettrico su quello a combustione interna. Non solo per una questione di efficienza (l’elettrico è vicino al 100%, un ottimo termico si ferma a meno della metà), ma anche per le prestazioni. In città la differenza è plateale poi, perché la maggior coppia a parità di potenza, viene erogata da subito ed in modo istantaneo. Se già di per se 160 Nm sono un valore di tutto rispetto su una Smart (la Fortwo Turbo da 90 cavalli si ferma a 135), il fatto che arrivino tutti subito porta ad ottenere delle partenze da fermo impressionanti, con una altrettanto formidabile ripresa istantanea, quando si preme a fondo l’acceleratore per effettuare un sorpasso. I dati le danno ragione solo in parte, perché al salire della velocità diminuisce l’effetto “wow” delle sue prestazioni, anche per via di una velocità limitata a 130 Km/h.

Lo 0-100 viene coperto in 11.5 secondi, circa lo stesso tempo della 90 cavalli a benzina con cambio automatico (11.3), ma in città il brio della EQ è nettamente superiore, oltre che molto più silenzioso. Gli 82 cavalli (60 kW) del propulsore vengono infatti erogati con un sibilo “educato”, mentre guidando più tranquilli il silenzio è praticamente totale. Se però si vuole preservare l’autonomia, occorre andarci leggero con il piede destro, utilizzando il tasto Eco magari, che produce una risposta più filtrata dell’acceleratore. Una curiosità interessante è rappresentata dal funzionamento del radar e dei sensori normalmente utilizzati anche per la gestione del cruise control adattivo. Sulla Smart EQ non c’è, il cruise è passivo (come è anche logica che sia su un’auto prettamente per la città), troviamo però la frenata automatica, ma soprattutto un sistema in grado di gestire il recupero di energia in rilascio in modo intelligente. Se davanti all’auto non abbiamo nulla lei “veleggia”, senza perdere velocità, mentre se un ostacolo suggerisce la necessità di una frenata viene utilizzato il motore elettrico come generatore, su 5 livelli.

Consumi e Costi: [xrr rating=3/5]

L’autonomia reale (60-130 Km) ne fa un costoso gioco per la città (da 24.100 euro)

Da un lato la sua durata nel tempo non dovrebbe essere un problema, se non altro per la garanzia di 8 anni o 100.000 km per le batterie. Dall’altro prezzo ed autonomia rappresentano i limiti più grossi per la diffusione della Smart EQ. Iniziamo dal listino, nella speranza che, con l’uscita di scena delle motorizzazioni termiche, di qui al 2020 possano esserci novità interessanti. Per ora, scorrendo il listino, la Smart EQ Fortwo parte dai 24.100 euro della Youngster, stesso prezzo per la Forfour, mentre si sale a 27.450 per la Cabrio. Questa Nightsky sfora quota 30 mila, nel mezzo gli altri allestimenti (Passion, Perfect, Prime e Brabus Style). Certo, se già la Smart è l’unica citycar con un appeal premium, la EQ è ancora più esclusiva e particolare, ma il prezzo è decisamente impegnativo. Lo è anche per il fatto che non possa essere un’auto unica, anche se ne si fa un utilizzo prettamente urbano o poco più. Tanto per fare un esempio pratico, durante il test avremmo dovuto recarci a Lodi da Milano (poco più di 40 km), con la possibilità di dover fare una deviazione che avrebbe portato il tragitto totale a circa 130-140 Km. Alla fine il rischio di rimanere a piedi era talmente elevato che abbiamo rinunciato, optando per un altro mezzo. A Lodi, infatti, le colonnine di ricarica sono sostanzialmente inesistenti (ad oggi), sorvolando sulla durata che la sosta avrebbe imposto.

Veniamo al tema autonomia. La Smart EQ è dotata di batterie da 17.6 kWh, che possono essere sfruttate, come di consueto per le elettriche, per circa il 90% della loto capacità. Se Smart dichiara un ottimistico 160 km come autonomia, questo è raggiungibile, magari anche superabile, solo in un “economy run”, come ci suggerisce l’adesivo sulle portiere di questo esemplare (Smart Green Power Run). In condizioni di utilizzo normale, anche con molta attenzione si possono mantenere un minimo di 13 kWh di media ogni 100 km percorsi, quindi una autonomia massima di meno di 130 km, ma si può scendere anche a meno della metà, dipende tutto dallo stile di guida. Più probabilmente il dato si andrà ad assestare ad almeno 14 kWh/100km o qualcosina in più, così come erano indicati dalla strumentazione all’inizio del nostro test. Diciamo che se dovete partire per piccolo viaggio, una distanza di sicurezza (facendo sempre attenzione a non consumare troppo, magari evitando le autostrade ed il riscaldamento in inverno) è di qualcosa meno di 100 km, oltre potrebbe diventare un grosso problema, senza avere la possibilità di ricaricare le batterie. Cosa succede se ci disinteressiamo del consumo e ci godiamo le magie dell’elettrico? Se non abbiamo grossi problemi si autonomia, come normalmente avviene in città, magari percorrendo una tratta casa-ufficio e ritorno di pochi chilometri, possiamo utilizzare uno stile di guida dinamico, ma così facendo il consumo supera facilmente i 20 kWh/100km. Siamo arrivati, portando l’utilizzo della Smart EQ vicino al limite, a calcolare un’autonomia totale di meno di 60 km. Ok, è un dato minimo, ma a noi ha fatto un certo effetto. Un “giocattolo” da 60 km di autonomia, che costa come una buona vettura di segmento C, rende l‘idea di quanto questa Smart EQ sia un lusso per pochi pionieri dell’elettrico.

Su questo tema ci eravamo occupati in passato di una tabella di Smart Italia, che portava a quantificare un ipotetico vantaggio economico della EQ nel confronto con le sorelle a benzina. Dopo averla provata per qualche giorno ed avendo qualche elemento in più siamo ancora più scettici a riguardo, ma qualche piccolo vantaggio nel quotidiano c’è. Non compensa il maggior costo iniziale, ben inteso, ma psicologicamente, poter andare in centro a Milano, parcheggiando la vettura per ore e tornare a casa senza aver speso un Euro, non è mica male. Che poi lo si faccia tutti i giorni è un altro discorso, ma essere pionieri, fintanto che le elettriche sono così poche a circolare, consente di avere un posto per parcheggiare a disposizione (gratuitamente, dove siano previsti e purché non lo troviate occupato “abusivamente” da una vettura a propulsore termico), oltre che di accedere all’Area C o ad altre ZTL, sempre senza alcun costo. La ricarica può infatti avvenire utilizzando servizi con tariffe flat, ne esistono da circa 5 euro al mese. Parcheggio e “combustibile” a pochi euro, meno di un bike sharing teoricamente. Peccato che ogni colonnina abbia il suo gestore e richiede quindi tessere e abbonamenti diversi. Più che il costo, questo rappresenta una grossa scomodità. Altri vantaggi possono toccare aspetti come tassa di possesso o assicurazione, ma questi dipendono dalla Regione di residenza e della compagnia con cui si stipula la polizza. Non tutti infatti offrono tariffe agevolate o esenzioni per il bollo.
Con l’app dedicata è possibile monitorare dal proprio cellulare lo stato di ricarica delle batterie, oppure riscaldare da remoto l’auto in inverno prima di salirci, mentre per quanto riguarda i tempi di ricarica, la Smart EQ viene fornita con un caricatore standard da 4,6 kW. Collegato alla normale presa domestica impiega almeno 6-7 ore per una ricarica completa delle batterie, ma si può scendere fino a circa 1 ora (utilizzando colonnine con capacità sufficiente) ed optando per il caricatore opzionale da 22 kW, che viene fornito insieme alla Box Station da 7 kW di Enel, che consente una ricarica domestica in poco più di 2 ore.

Pro e Contro

Ci PiaceNon Ci Piace
Prestazioni, comfort, vantaggi nell’accesso alle ZTL.Prezzo, autonomia reale e difficoltà di ricarica, mancano Android Auto ed Apple CarPlay.

Smart EQ Fortwo: la Pagella di Motorionline

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2 commenti

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  • vacanziere ha detto:

    Sono un Felice possessore di una SMART Diesel da 10 anni e NON mi sognerei MAI di Acquistare una Smart Elettrica se Non avesse un MINIMO di 400 km di Autonomia. A Buon Intenditor …. Smart SVEGLIATI !!!

  • alfredo ha detto:

    A leggere questi articoli sembra tutto bello e buono, auto che non inquinano, se hai i pannelli fotovoltaici ed una potenza adeguata te la ricarichi senza spendere una lira… pardon un euro …
    Ma nessuno mai ti dice quante ricariche sopportano la batteria di quell’auto, e sopratutto quanto ti costa sostituire la batteria quando questa non terrà più la carica ?
    Perchè una batteria ricaricabile mica dura in eterno, e più si avvicina alla fine meno carica immagazzina e quindi fai sempre meno km.

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