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ACI, le apnee nel sonno causano incidenti stradali

L’apnea nel sonno è un problema piuttosto ricorrente, che può essere preoccupante nei bambini e che causa diversi problemi anche agli adulti. Che, però, potesse essere anche responsabile degli incidenti stradali, questo non lo sospettavamo. Eppure è ciò che è stato rivelato da una ricerca condotta dall’ACI, secondo la quale del 1,6 milioni di italiani che soffrono questo disturbo, solamente il 10% lo sa e se ne prende cura. Il rimanente 90% ne è ignaro e, riposando poco, è maggiormente a rischio durante la guida. L’ACI parla di un rischio fino a 7 volte maggiore.

I dati sono stati illustrati oggi alla Camera dei Deputati dall’Automobile Club d’Italia e dalla Federazione Italiana contro le Malattie Polmonari Sociali e la Tubercolosi nel convegno “Disturbi respiratori ed incidenti stradali: le apnee nel sonno. Situazione attuale e prospettive future”. L’evento rientra tra le attività a sostegno del Decennio di iniziative indetto dall’ONU per la sicurezza stradale, per il quale l’Automobile Club d’Italia figura come capofila nel nostro Paese d’intesa con il Governo e il Parlamento, nell’ambito del sempre più ampio impegno dell’ACI per il Sociale.
 
Si stima che in Italia il 4% degli uomini e il 2% delle donne soffrano della sindrome delle apnee nel sonno, ma la percentuale sale fino al 20% tra gli autotrasportatori per il loro stile di vita più sedentario. Oltre ad influire negativamente sui livelli di attenzione, la malattia allunga i tempi di reazione: a 130 km/h i conducenti affetti da OSAS percorrono 22 metri in più rispetto agli altri prima di frenare o impostare una manovra correttiva; a 40 km/h la differenza è di 9 metri.
 
Solo in 10 Paesi europei (Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Olanda, Polonia, Regno Unito, Spagna, Svezia e Ungheria) la sindrome delle apnee nel sonno e altre sintomatologie respiratorie sono citate nella valutazione della idoneità alla guida. In Italia manca ancora una norma che disciplini il rilascio e il rinnovo della patente agli affetti di OSAS, soprattutto per gli autisti professionisti, e non c’è l’obbligo di segnalare tali patologie a un’autorità competente.

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