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Lamborghini Countach: oggi potrebbe essere così [RENDERING]

Lamborghini Countach – Svelata sotto forma di prototipo al Salone di Ginevra del 1971, la supercar della casa costruttrice del “Toro” attirò subito gli sguardi degli appassionati e degli addetti ai lavori con quel suo design avveniristico e quasi sfrontato che rubò la scena a buona parte delle altre vetture presenti alla rassegna svizzera.

D’altronde, non è un caso se proprio il nome Countach abbia una sua origine completamente diversa da quella riservata ad altre supercar Lamborghini. Difatti, diversamente da quanto avviene per le altre supercar Lamborghini che devono i loro nomi a specifiche razze di tori da combattimento, la Countach deve il suo nome ad una tipica espressione piemontese che esprime un gran carico di meraviglia.

La leggenda vuole che un operaio piemontese, guardando il prototipo della nuova nata in procinto di partire per il Salone di Ginevra del 1971, esclamò in maniera audace e nel proprio dialetto “countach”, espressione tipica per indicare per l’appunto un incredibile stupore riguardo a ciò che si sta guardando.

La Lamborghini Countach, al di là del design, ebbe anche il merito di stabilire, grazie all’ottima meccanica, nuovi punti di riferimento prestazionali in tema di supercar. Probabilmente quest’insieme di cose, il nome, il design, le prestazioni, hanno fatto della Countach un’icona ancora molto amata oggi nel mondo delle supercar.

In tal senso, Matthew Parsons, un designer sud africano, ha voluto rendere omaggio a modo suo all’iconica supercar di Sant’Agata Bolognese provando ad immaginare una supercar moderna caratterizzata da molti degli stilemi estetici che decretarono il successo della Countach. Alcuni esempi? L’evoluzione della tipica presa d’aria NACA affogata nelle portiere, il parabrezza estremamente schiacciato e le voluminose prese d’aria posizionate ai margini della finestratura laterale sono i richiami principali alla storica versione.

(photo credit: Matthew Parsons)

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