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Ponte Morandi: un tirante corroso la causa del crollo

Un tirante lasciato arrugginire e corrodere: questa è la causa scatenante del tragico crollo del Ponte Morandi, in cui persero la vita 43 persone il 14 agosto 2018. La tragedia poteva essere evitata, ma c’è stata una “mancanza e/o inadeguatezza dei controlli e delle conseguenti azioni correttive” che, se fossero stati fatti correttamente, “avrebbero interrotto la catena causale e l’evento non si sarebbe verificato”.

Un’accusa lunga 500 pagine

Il documento sulla perizia effettuata sul ponte crollato è un vero e proprio capo d’accusa, di 500 pagine, in cui si parla delle cause e di cosa non è stato fatto nel corso degli anni per evitarlo. Perché “non sono stati individuati fattori indipendenti dallo stato di manutenzione e conservazione del ponte – viene scritto nella relazione – che possano avere concorso a determinare il crollo”.

Una manutenzione mancata, nonostante lo stesso progettista Riccardo Morandi avesse ”posto attenzione al rischio di corrosione dei cavi” già ai tempi della costruzione, negli anni ’60. E, inoltre, gli esperti hanno riscontrato anche una “mancata esecuzione di indagini specifiche necessarie per verificare lo stato dei trefoli dei gruppi primari, così come raccomandato dal 1985″.

La tragedia poteva essere evitata

Dunque, come dicevamo, secondo i periti del gip Angela Nutini, la tragedia poteva essere evitata. Sarebbe bastato effettuare i controlli e gli interventi di restauro, già raccomandati più di trent’anni fa, per riuscire a mettere in sicurezza il tirante ed evitare la fatale corrosione.

La portavoce delle vittime

“Con il processo si vedrà la verità”, così la portavoce delle vittime del Ponte Morandi, Egle Possetti, dopo il documento sulla perizia effettuata sul viadotto. “I nostri cari sono stati uccisi, nessuno potrà far tornare indietro il tempo, possiamo solo continuare a lottare con fermezza e determinazione per la ricerca della verità. Tutto è scritto, questo crollo ha nomi e cognomi. E spetta alla giustizia individuarli”.

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