ANFIA: la produzione dell’industria auto italiana in calo del 3% a luglio 2025
Produzione industria auto in calo del 3% a luglio e del 15,2% nei primi 7 mesi del 2025
La situazione dell’industria auto in Italia anche a luglio 2025 rimane non buona. Secondo i dati ISTAT riportati da ANFIA nelle scorse ore infatti la produzione dell’industria automotive nel nostro paese ha registrato una contrazione del 3% rispetto allo stesso mese dello scorso anno, con un calo del 15,2% nei primi sette mesi del 2025.
Produzione industria auto in calo del 3% a luglio e del 15,2% nei primi 7 mesi del 2025
La produzione di autoveicoli (Ateco 29.1) subisce una riduzione dell’1,1% a luglio e del 20,4% nei primi 7 mesi dell’anno, la produzione di carrozzerie e rimorchi (Ateco 29.2) del 7,2% nel mese ma cresce del 2,2% nel 2025, le parti e accessori per veicoli registrano un -2,6% a luglio e -10,1% nei sette mesi. Secondo ANFIA, a giugno le autovetture prodotte sono circa 24 mila, un numero stabile rispetto a quello dello scorso anno, mentre se si guarda al primo semestre le unità prodotte sono 270.652 unità, in calo del 25,9% rispetto all’anno precedente.
Sempre secondo i dati ANFIA, a luglio 2025 la produzione industriale italiana cresce dello 0,9% rispetto a luglio 2024, pur registrando un leggero calo del -0,9% nei primi sette mesi dell’anno. Il fatturato manifatturiero a giugno segna un aumento dello 0,3%, con +1,7% sul mercato interno e -2,1% all’estero, chiudendo il primo semestre a -1,8%.
Nei primi sette mesi del 2025, l’export automotive italiano raggiunge 7,16 miliardi di euro, con la Germania principale destinazione, mentre l’import si attesta a 15,71 miliardi. L’export di componentistica vale 10,45 miliardi, con un saldo positivo di 2,98 miliardi; gli Stati Uniti rappresentano il secondo mercato più rilevante con il 15,9% delle esportazioni. A giugno 2025 il fatturato del settore cala dell’1,9%, spinto dal -4% sul mercato interno, mentre l’estero cresce leggermente (+0,3%). Nel complesso del primo semestre, il comparto segna un -12,3%, con perdite maggiori sul mercato interno e minori sui mercati esteri.
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