Bentley EXP 10 Speed 6 shooting brake: il concept immaginato con altre forme [RENDERING]

Un'alternativa proposta dal designer Theophilus Chin

Il concept EXP 10 Speed 6 della Bentley è immaginata in una innovativa veste shooting brake. Un esempio di stile che, però, difficilmente potrebbe diventare realtà

Bentley EXP 10 Speed 6 shooting brake – Resta un esercizio di stile, ma anche un’idea che ha trasformato il concept Bentley EXP 10 Speed 6 da sportiva secca a vettura più versatile e con una capacità di carico più elevata.

La realizzazione del designer Theophilus Chin ha rimodellato le forme del prototipo mostrato dal marchio britannico all’ultimo Salone di Ginevra, focalizzandosi in particolare sulla zona posteriore.
Il concept mostrato alla rassegna svizzera, infatti, ha una impostazione coupé da auto due posti con caratteristiche e dettagli esclusivi che fanno parte della tradizione del marchio britannico.
La base usata per lo sviluppo dell’auto sarebbe MSB ma, a differenza del concept pensato con motorizzazione ibrida, il modello di serie che potrebbe essere sviluppato da questo e forse debuttare entro i prossimi tre anni, dovrebbe essere spinto da un motore bi-turbo V8 da 4,0 litri. Si pensa che la versione più potente possa raggiungere i 322 km/h circa. Questo potrebbe affiancare la Continental GT ma, intanto, Bentley sarebbe impegnata nello sviluppo dell’esclusivo SUV Bentayga, che dovrebbe arrivare nel 2016 e potrebbe essere arricchito anche da una versione ibrida plug-in tra due anni.

Ritornando sul concept EXP 10 Speed 6, il suo stile potrebbe ispirare anche le future realizzazioni del marchio. Intanto, osservando il render della versione shooting brake, si nota l’allungamento del tetto rispetto alla versione coupé, che consente maggior spazio nella zona posteriore per eventuali bagagli. Le linee scorrono fluide e muscolose, e rispetto al concept non appaiono stravolte. Anche il posteriore mantiene le stesse proporzioni, a differenza del lunotto che risulta modificato per la nuova impostazione del tetto.

Fonte: Theophilus Chin

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