Biometano per auto, la protesta di Federmetano: “Col Decreto Carburanti vantaggio al GPL fossile”

"Ennesima mazzata per il settore del biometano per auto"

Biometano per auto, la protesta di Federmetano: “Col Decreto Carburanti vantaggio al GPL fossile”

Federmetano denuncia gli effetti del cosiddetto Decreto Biocarburanti, entrato in vigore il 1° gennaio 2025, che prevede per il metano autotrazione l’obbligo di immettere in consumo una quota crescente di biocarburanti per i trasporti.

Una misura che, sottolinea Federmetano, si traduce “nell’ennesima mazzata” per il settore biometano per auto, aggiungendosi a una serie di fattori che hanno impattato negativamente sul comparto: prezzo del gas lievitato al 360% da ottobre 2021; imposizione europea della trasformazione del trasporto su strada in elettrico/idrogeno; delibera di Arera per il riassetto dei sistemi di misura del gas sulla rete di trasporto; mancata emanazione del Regolamento, atteso da quasi quattro anni, sulla semplificazione relativa al ricollaudo serbatoi.

Vantaggio economico per il GPL fossile

A ciò si aggiunge appunto l’applicazione al metano del nuovo decreto sull’obbligo di immissione in consumo di biocarburanti. Tale decreto prevede che tutti i carburanti per autotrazione contribuiscano ai costi per lo sviluppo e l’introduzione di carburanti bio. Nei fatti, però, – sottolinea Federmetano – sono chiamati a contribuire tutti, meno il GPL auto. Un’anomalia che garantisce al carburante fossile GPL un vantaggio economico che, per Federmetano, ha tutte le caratteristiche di una deliberata alterazione del libero mercato.

Le domande irrisolte di Federmetano

“Per quale motivo, – si legge nella nota diffusa da Federmetano – a un settore che viaggia a vele spiegate, con livelli di immatricolato e consumi che superano il 10% del mercato contro la storica quota del 5-6% e che è ancora di esclusiva origine fossile è stato garantito questo scorretto vantaggio?

Nessuno ha saputo o voluto spiegarcelo. Anche perché non esiste una spiegazione.

Resta il fatto che il settore biometano per auto, che da poco può vantare il prestigioso traguardo di aver raggiunto la sostituzione totale del carburante fossile con il biometano, oltre a quanto sopra, verrà ulteriormente “premiato” con un intervento volto a renderlo meno competitivo del suo diretto concorrente.

Risultato finale: meno biocarburante venduto, più carburante fossile consumato. Eppure l’Europa ci chiede l’esatto contrario.

I dati MASE dei primi 11 mesi 2024 vs. 2023 certificano tutto questo:

  • Gasolio auto fossile + 1,1%
  • Benzina auto fossile + 5,2%
  • GPL auto fossile + 3,5%

Il Paese viaggia a vele spiegate verso il consolidamento delle emissioni di CO2. Altro che riduzione del 50% al 2030.

Quale soluzione a questo disastro? Molto semplice: il biometano, che viene prodotto in quantità sempre maggiori, troverà nuova collocazione. Basteranno un paio di navi da crociera nel Mediterraneo, alcune vetrerie, qualche industria di piastrelle e il gioco è fatto.

La preziosa risorsa che potrebbe servire a decarbonizzare a costo zero una parte del settore trasporti, in supporto a un elettrico che stenta a far presa sull’utenza, andrà bruciato in qualche forno di cottura industriale. Qual è il problema? Il forno industriale, essendo un’installazione fissa, potrebbe benissimo essere alimentato elettricamente senza bisogno di batterie, tallone d’Achille delle auto elettriche, e lasciare il biometano a disposizione di una transizione per la quale non solo il nostro Paese non è pronto, ma sembra anche fare di tutto per complicarsi la vita”.

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