Blocco Euro 5, l’allarme di Assotir: “Costerà un miliardo di euro alle imprese dei trasporti. È insostenibile”
Manigrasso: "Mette fuori legge un terzo dei veicoli circolanti". Donati: "Subito una proroga nel decreto Infrastrutture"
Il blocco dei veicoli Euro 5 in Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna e Lombardia costringerà le imprese del trasporto merci a investire un miliardo di euro per sostituire la flotta, uno sforzo che il settore non è assolutamente in grado di sostenere. Lo denuncia Assotir, l’associazione italiana delle imprese di trasporto, che chiede al Governo di intervenire accordando quantomeno una proroga nel Decreto-Legge Infrastrutture attualmente all’esame della Camera, e di aprire un tavolo di confronto tra istituzioni e associazioni.
Misura che mette fuori legge più di un terzo dei veicoli commerciali delle quattro regioni
“Questa misura – sottolinea il presidente nazionale di Assotir, Anna Vita Manigrasso, – a partire dal prossimo 1° ottobre, metterà fuori legge oltre 200.000 veicoli commerciali, nelle regioni Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna, e altri 130.000 in Lombardia. Stiamo parlando di oltre un terzo dell’intero parco di veicoli commerciali che circola nelle quattro regioni. Tutti questi mezzi dovranno essere sostituiti con veicoli elettrici, ibridi o Euro 6, e per farlo serviranno investimenti colossali nell’ordine di un miliardo di euro”.
La richiesta di una proroga immediata
“Siamo certamente d’accordo con l0esigenza di ridurre l’impatto ambientale del settore – aggiunge il segretario generale di Assotir, Claudio Donati. – Ma questa norma delinea uno scenario semplicemente impraticabile per i trasportatori. Senza contare che i nuovi divieti riguardano tutti i veicoli fino a 12 tonnellate di massa, e di conseguenza colpiscono anche gli operatori che dalle diverse zone d’Italia, ogni giorno, percorrono le aree interdette agli Euro 5″.
Donati chiede quindi che “la politica intervenga immediatamente per disinnescare quella che appare come una vera e propria bomba, che la categoria non è in grado di sostenere. Occorre intervenire già nel Decreto-Legge Infrastrutture, che in queste ore è all’esame in queste della Camera, per avere quanto meno una proroga ragionevole. E, nel frattempo, occorre aprire un tavolo di confronto tra istituzioni e rappresentanze degli operatori, per affrontare la delicata questione e concordare proposte sostenibili per tutti”.
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