Carburanti, Urso: “Esporre il prezzo medio funziona, in caso di rialzi eccessivi arriva la finanza”
Nel frattempo il Codacons ha annunciato che presenterà una denuncia contro il ministero dell'Economia e delle Finanze
Il Ministro delle imprese e del made in Italy Adolfo Urso, ha difeso il decreto legge che impone agli impianti di distribuzione di carburanti di esporre il prezzo medio nazionale accanto al proprio prezzo. Secondo Urso, si tratta di una misura efficace per contrastare i rialzi eccessivi dei prezzi e per favorire la concorrenza e la trasparenza nel settore. Questo nonostante l’aumento dei prezzi dei carburanti che continuano a salire dallo scorso 1 agosto.
Urso difende la legge che obbliga i distributori di Carburanti ad esporre il prezzo medio
Urso ha sostenuto che il decreto legge, approvato dal Consiglio dei ministri, non è una forma di controllo dei prezzi, ma un modo per informare i consumatori e incentivare gli operatori a praticare prezzi più convenienti. Ha aggiunto che il decreto legge prevede anche sanzioni per chi non rispetta l’obbligo di esporre il prezzo medio e per chi applica rialzi ingiustificati. Ovviamente l’opposizione non è dello stesso avvisto e chiede al governo di intervenire per abbassare i prezzi.
Urso ha anche annunciato che il governo ha dato mandato alla Guardia di Finanza di monitorare i prezzi dei carburanti e di intervenire in caso di anomalie o irregolarità. Ha dichiarato che il governo non tollererà comportamenti sleali o abusivi da parte degli operatori del settore. A tal proposito la Guardia di Finanza ha fatto sapere di aver intensificato i controlli a tutela dei cittadini per garantire la trasparenza dei prezzi.
Nel frattempo il Codacons ha annunciato che presenterà una denuncia contro il Ministro dell’Economia e delle Finanze. La decisione riguarda le accise sui carburanti, che sono delle imposte applicate al prezzo della benzina e del gasolio. Il Codacons sostiene che queste accise sono troppo alte e ingiuste, perché non dipendono dal costo reale dei carburanti, ma dal consumo dei veicoli. Il Codacons dunque “diffida il ministero a congelare gli introiti delle accise, 2,2 miliardi, che rappresentano un’appropriazione indebita e una speculazione da aggiotaggio nei confronti dei consumatori”.
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