Caro carburanti, sette compagnie petrolifere nel mirino di Antitrust e GdF per irregolarità sui prezzi dei distributori
Benzinai nuovamente verso lo sciopero dopo l'entrata in vigore del decreto trasparenza
Dopo gli ultimi ritocchi, il decreto trasparenza per contrastare il caro carburanti è entrato in vigore definendo una serie di misure, tra le quali l’obbligo per i gestori di esporre nei distributori il prezzo medio regionale dei carburanti con relative sanzioni da 500 a 6.000 euro per chi sarà inadempiente, arrivando alla possibilità, dopo la terza inottemperanza, di chiusura dell’impianto per un periodo che va da 7 a 90 giorni.
Ritorna l’accisa mobile, niente tetto ai prezzi in autostrada
Nel decreto è previsto il ritorno dell’accisa mobile, meccanismo che prevede di ridurre, con decreto, l’aliquota di accise a fronte di un maggiore gettito dell’Iva, così come i buoni benzina fino a 200 euro detassati, il bonus trasporti e il rafforzamento di “Mr Prezzi”. Salta invece il tetto ai prezzi in autostrada, ipotesi che era emersa in una prima fase della stesura del testo del provvedimento.
Benzinai verso lo sciopero: “Multe inaccettabili”
Decreto trasparenza che però non è stato accolto bene dai benzinai, soprattutto in relazione alle multe previste per chi non si adegua all’obbligo d’esposizione dei prezzi medi. Così, dopo il passo conciliante fatto verso il governo nei giorni scorsi con la decisione di congelare lo sciopero indetto per il 25 e il 26 gennaio, ora le associazioni dei gestori tornano a protestare minacciando nuovamente lo stop, qualora l’esecutivo non intervenga con una modifica del testo in particolar modo nel punto relativo alle sanzioni definite “inaccettabili”.
Ispezioni nelle sedi di sette grandi compagnie petrolifere
Nel frattempo nella giornata di oggi l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, Antitrust, in collaborazione con la Guardia di Finanza, dando seguito alla trasmissione della documentazione delle infrazioni riscontrate nei controlli dei mesi scorsi delle Fiamme Gialle, ha avviato le ispezioni nelle sedi di alcuni big del petrolio: Eni, Esso Italiana, Italiana Petroli, Tamoil Italia e Kuwait Petroleum Italia.
Le istruttorie, che coinvolgono più di mille pompe di benzina distribuite su tutto il territorio nazionale, sono partite per irregolarità sui prezzi dei distributori. In particolare, come spiega l’Antitrust, in molti casi “è risultata difformità tra il prezzo pubblicizzato e quello più alto in realtà applicato”, in altri è stata riscontrata l’omessa esposizione del prezzo praticato e l’omessa comunicazione al portale “Osservaprezzi Carburanti”, utile al consumatore per trovare la pompa con il prezzo più basso.
Alle compagnie petrolifere finite nel mirino dell’Autorità si imputa la mancata adozione di “misure o iniziativa idonee a prevenire e a contrastare queste condotte illecite ai danni dei consumatori”.
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