Colonnine di ricarica, i costruttori: “Target riduzione CO2 a rischio senza obiettivi più ambiziosi”

Acea: "Serve fare di più sul fronte delle infrastrutture"

Colonnine di ricarica, i costruttori: “Target riduzione CO2 a rischio senza obiettivi più ambiziosi”

Non è un mistero che attorno al piano di transizione energetica e ai relativi obiettivi fissati dalla Commissione Europa siano costantemente sollevati dubbi su aspetti e problematiche che rendono, a dir poco tortuosa, la strada verso il raggiungimento di quei target.

Acea: “Target su infrastrutture poco ambiziosi”

Le ultime perplessità, in ordine cronologico, riguardano la diffusione delle infrastrutture di ricarica, i cui obiettivi sono previsti nel documento Alternative Fuels Infrastructure Regulation, e sono sollevate da Acea, l’associazione dei costruttori automobilisti europei. Le Case automobilistiche esprimono particolare preoccupazione perché a loro avviso i target in materia di infrastrutture di ricarica sono poco ambiziosi e non all’altezza di assecondare l’impegno per la diffusione della mobilità elettrica richiesto ai costruttori. 

È il direttore generale di Acea, Eric-Mark Huitema, a sottolineare come per centrare i target europei di riduzione delle emissioni di CO2 sia fondamentale allineare obiettivi obbligatori altrettanto ambizioni, per i governi dei 27 Stati membri, relativamente al numero di punti di ricarica elettrica e stazioni di rifornimento di idrogeno che devono essere installate. 

Le preoccupazioni  dei costruttori

Il piano Afir, inserito nel pacchetto Fit for 55 relativo alle misure di contrasto ai cambiamenti climatici, potrebbe essere addirittura ulteriormente ridimensionato negli obiettivi, dato che diversi Paesi avrebbero intenzione di dilatare gli obiettivi fissati della Commissione. I costruttori sono preoccupati da un atteggiamento troppo debole in tema di sviluppo delle infrastrutture, aspetto fondamentale per la diffusione dei veicoli elettrici, sui quali le Case hanno investito e continuano a investire ingenti risorse, mettendo dunque a rischio il raggiungimento dei livelli di riduzione di CO2 fissati dai piani. 

Mancano oltre 3 milioni di punti di ricarica

L’Acea guarda anche al fallimento del precedente piano che non ha raggiunto gli obiettivi prefissati: “Abbiamo perso tempo prezioso quando già nel 2013 sul tavolo c’era una proposta ambiziosa che, se fosse stata accolta, avrebbe permesso di avere oggi 677 mila punti di ricarica sparsi per l’Europa”.

Petr Dolejsi, direttore Mobilità e sostenibilità dei trasporti dell’Acea, sottolinea come “l’industria europea dell’auto sia pronta a produrre auto elettriche e a idrogeno, ma servono 7 milioni di punti di ricarica pubblici per raggiungere i target in tema di riduzione della CO2 fissati dalla Commissione Europa, invece dei 3,9 milioni della proposta attuale”. Oltre alla questione finanziaria, il problema principale, spiega l’Acea, è la lentezza burocratica per ottenere le autorizzazioni, pianificare l’infrastruttura di ricarica e connetterla alla rete elettrica. 

La questione dei mezzi pesanti 

Altro fronte sul quale intervenire è quello del trasporto merci su gomma, come spiegato da Thomas Fabian, direttore veicoli commerciali dell’Acea: “Sarà importante sviluppare una rete parallela di stazioni di ricarica e rifornimento mirate alle specifiche esigenze dei veicoli pesanti, perché la capacità degli operatori del settore d’investire in mezzi a zero o basse emissioni dipenderà anche da questo: già entro il 202,5 almeno 40 mila camion a batteria saranno in circolazione in Europa e nel 2030 potrebbero essercene 300 mila sulle strade, ma nei piani Afir non c’è traccia di comprensione di quanto gli autotreni siano diversi dalle auto”.

Alla luce delle diverse problematiche sollevate, l’Acea conclude il suo documento facendo un appello agli organi comunitari, ovvero Consilio, Parlamento e Commissione europei, affinché sin da prossimi mesi verifichino ogni singolo step del processo di transizione energetica e che questo proceda con un costante allineamento di tutti i fronti interessati.

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