Cranchi 67 Corsa: la prova dello sportbridge di nuova generazione [VIDEO]
Le sensazioni di Maurizio Bulleri sul modello italiano
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Quando andiamo in barca cerchiamo la libertà, l’evasione, una fuga da terra, una corsa in mezzo al mare. Forse sarà per questo, o forse per la linea sportiva, o per gli accenti di colore rosso che troviamo qua e là, che a questa barca è stato dato il nome di Cranchi 67 Corsa. Il progetto nel suo complesso è del centro studi ricerche Cranchi Yachts sotto la direzione artistica di Christian Grande. La carena è opera di Aldo Cranchi. Il 67 Corsa non è un restyling del 67 che resta in gamma.
Le caratteristiche
Lo scafo e il ponte inferiore sono immutati, ma il ponte di coperta e la sovrastruttura sono completamente nuovi. È un grande yacht con il flying bridge, ma con la forma di un coupé. I toni sportivi sono marcati dai colori e dal fly, leggero e filante, che oltre ad offrire molto spazio per il relax, dona il piacere di pilotare all’esterno. Questo concept favorisce l’abbassamento del baricentro e la riduzione del peso, cui contribuisce anche l’uso della fibra di carbonio. Non è previsto l’hard top, ma questa zona può essere ombreggiata con una vela tesa tra aste rimovibili. Il rosso non è l’unico colore distintivo, le fughe del tech sono grigie, prendisole e sedute hanno bordi di pelle nera e nero è il tetto della tuga, dai montanti del parabrezza ai profili del fly.
Ma la vera differenza è il layout del ponte principale, diverso dal 67 tradizionale e anche da altri yacht. Ora proviamo a pensare all’estate, alla vacanza, qual è il primo desiderio? Vivere all’aperto. Ecco proprio per questo hanno realizzato un lunghissimo pozzetto, in parte riparato, in parte completamente esposto. In questa zona si vive l’intera giornata mediterranea, dal mattino alla sera. L’area riparata dal ponte superiore e dalle vetrate laterali è arredata per tutte le occasioni. Il relax, la convivialità, i pasti. Il tavolo all’occorrenza si allarga. La cucina comprende frigo, ice maker e televisore a scomparsa. La scala con gradini sospesi sembra non invadere lo spazio ed è molto scenografica. Lo spazio è totalmente aperto verso poppa, ma anche le grandi finestrature laterali si aprono. Alla ventilazione naturale si aggiunge l’aria condizionata. Esposto al sole c’è un divano e un prendisole di lunghezza variabile.
Sotto l’hangar, tanto spazioso da poter alloggiare un tender di 3 metri e 25 centimetri. Nel portellone sono integrate le casse e la doccia. La plancetta quasi interamente immergibile per facilitare imbarco e sbarco dei toy. L’area prodiera è stata interpretata nel modo più attuale con un grande prendisole, un bel salotto formato da un divano fronte marcia e due poltrone con tavolini di appoggio pivotanti. Volendo il tutto è ombreggiabile con una vela tesa tra pali di carbonio. La battagliola è alta e laddove la finestratura scende sino al ponte anche la falchetta si abbassa. Si può dire che questo yacht offra un duplice modo di abitarlo. Abbiamo visto prima il living esterno ma quando cerchiamo riparo all’interno troviamo nuovamente tutto ciò che ci serve.
Il divano, il tavolo, il mobile con il televisore e la cucina. La zona di comando è totalmente nera. Celino, consolle, poltrone, rivestimenti. Così deve essere per una migliore visibilità notturna ma anche per evitare riflessi di sole sul parabrezza che riducono la purezza della visuale di giorno. I display controllano tutto, motori, navigazione, impianti, domotica, sistemi di intrattenimento, aria condizionata e luci. L’armatore ha la facoltà di scegliere le cabine 3 o 4, oltre a quella per il marinaio con due letti separati e il bagno con doccia. L’alloggio dell’armatore è a tutto baglio, con letto matrimoniale in posizione centrale. Nella suite troviamo anche la cabina armadio e un salottino con poltrone e tavolino, avente anche la funzione di vanity corner. Il bagno armatoriale è diviso in tre ambienti. I servizi e la doccia sono infatti in locali distinti, in mezzo la zona con i due lavandini che risulta un ampliamento della suite.
Nell’opzione con tre cabine, c’è un’area office in alternativa, qui possiamo trovare la quarta cabina con due letti a castello. Nella ospiti di prua, tanti stipi soddisfano chi ama avere con sé un ricco guardaroba. Tutti i letti sono disposti in senso longitudinale, raro su un 20 metri vederli in questa direzione, che è poi la più confortevole. L’altra cabina ospiti ha anch’essa il bagno in suite, che serve però da bagno giorno per gli ospiti. Il vanity completa l’arredo. Anche per questo yacht, il cantiere propone il programma Cranchi Atelier, tre diverse proposte di decor ideate da Cristian Grande. Sono ispirate ai canoni di bellezza italiana, con suggestioni orientata allo stile classico o a quello contemporaneo, tutte dal gusto molto raffinato.
La prova
Il sistema di propulsione è composto da due impianti IPS 1350 di Volvo Penta, vale a dire i propulsori pod drive e due motori D13 6 cilindri in linea da 1.000 CV ciascuno. Il fondo dello scafo è laminato a pieno, le murate invece sono in sandwich per essere più robuste ma anche più leggere. Mano a mano che si sale la costruzione è sempre più leggera, si fa un uso maggiore del carbonio e minore della vetroresina. Tutto ciò ai fini sì della leggerezza, ma anche della stabilità. In ogni caso per il massimo comfort abbiamo due sistemi di stabilizzazione, le pinne e lo stabilizzatore giroscopico. Andiamo incontro alle onde che qui hanno un’altezza massima di un metro.
La silenziosità a bordo è ottima. Hanno utilizzato su questa imbarcazione gli stessi sistemi impiegati già sul 67 Fly e sul 78 Fly. Alle andature di crociera, comprese tra 11 e 18 nodi, il consumo di carburante è di 15 litri per miglio. Se però acceleriamo, sembra che la barca si comporti meglio. Ad esempio, tra 19 e 22 nodi il consumo si è ridotto, 13,5 litri per miglio. Ma come è possibile? Andiamo più veloci e consumiamo meno? Sì, perché l’angolo di incidenza dello scafo è migliore. Anzi, 22 nodi possiamo proprio definirla come l’andatura di crociera più alta e più efficiente.
E adesso, immancabilmente, giù la manetta. Con i motori a 2.300 giri minuto, la velocità massima per questo Cranchi 67 Corsa è di 27 nodi e abbiamo un carico che è circa tre quarti di quello massimo. Il Cranchi 67 Corsa è l’evoluzione di uno stile e di un concept, ma anche di ciò che non si vede, ma che potete vedere visitando gli stabilimenti di produzione, dove grazie a ingenti investimenti è stata migliorata notevolmente la qualità del lavoro e la qualità del prodotto.
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