Dakar 2017, Daytona Race e Car Racing: Scandola-Fossà verso Asunciòn

Il duo tricolore sarà al via a bordo di una Ford Raptor SVT V8 T2

Dakar 2017 - Manca poco alla 38^ edizione che scatterà il 2 gennaio da Asunciòn (Paraguay). Tra gli 800 veicoli che prenderanno parte al famoso rally raid, anche il duo italiano formato dal pilota Graziano Scandola e dal navigatore Giammarco Fossà, che disputeranno le tappe sudamericane a bordo di una Ford Raptor SVT V8 T2 del Daytona Race e Car Racing.
Dakar 2017, Daytona Race e Car Racing: Scandola-Fossà verso Asunciòn

Meno di una settimana alla Dakar 2017, che giunge alla sua 38^ edizione, con la partenza prevista il 2 gennaio da Asunciòn, che ne fa del Paraguay il 29° stato a ospitare tale evento, oltre ad Argentina e Bolivia. In totale 9.000 km, che saranno suddivisi in 12 giornate, con percorsi tortuosi, caratterizzati da temperature elevate e altitudini record (fino a 5.000 metri dell’Altopiano della Bolivia) prima dell’arrivo a Buenos Aires il 14 gennaio.

Tra gli 800 veicoli che prenderanno parte alla Dakar 2017, ci sarà la Ford Raptor SVT V8 T2 di Daytona Race e Car Racing, che sarà condotta tra le tappe sudamericane dal pilota Graziano Scandola, che avrà come navigatore Giammarco Fossà, entrambi in volo verso Asunciòn.

Entrambi hanno parlato della preparazione all’omonimo rally raid, per un’edizione che, sulla carta, è stata definita una delle più tortuose: “La mia è stata una preparazione che ha riguardato sia l’aspetto atletico che quello alimentare – ha detto Scandola – oltre ad aver cambiato completamente la mia alimentazione, nell’ultimo periodo mi sono sottoposto a cinque allenamenti alla settimana, due dedicati ad attività aerobiche come nuoto e spinning e tre dedicate ai pesi per rinforzare la massa muscolare. Viste le numerose tappe che faremo in altitudine, ho effettuato tutta una serie di test sotto sforzo polmonare che simulavano queste situazioni, oltre ad un’uscita sul Monte Bianco per rendermi conto di com’è effettivamente fare sforzo fisico in altitudine. Questo perché quest’anno per ben cinque giorni si correrà ad un’altitudine superiore ai 3000 metri con punte che arrivano a 5000 metri di quota, con temperature che andranno da sottozero a quaranta gradi nell’arco dell’intera gara.

Stessa preparazione eseguita anche dal navigatore Fossà: “Naturalmente anch’io ho lavorato molto in palestra e sull’alimentazione, poi ho effettuato tutta una serie di sedute specifiche con il mio fisioterapista lavorando soprattutto sulle articolazioni. Non vedo l’ora materialmente di partire, di trovarci io e Graziano al momento dello start e dire ok, si va! Poi naturalmente si vivrà giorno per giorno, aspettando quello che avrà da offrirci la Dakar. Sotto l’aspetto naturalistico mi piacerebbe arrivare a vedere il Salar de Uyuni in Bolivia, la più grande distesa di sale del mondo, dev’essere uno spettacolo che toglie il fiato.”

L’incognita risponde al nome di altitudine: “Sicuramente la mia preoccupazione sono le giornate che trascorreremo in altitudine, un incognita che avremo tutti, ma penso che sotto l’aspetto fisico sarà decisamente dura. Poi sicuramente dovremo fare molta attenzione alla guida sulle dune – prosegue il pilota veronese – come ho avuto modo di vedere durante i nostri test in Marocco, basta sbagliare l’approccio e rischi subito l’insabbiamento, iniziando uno spreco enorme di energia e di tempo, questo può portarci a chiudere la prova in notturna, e fare il deserto con il buio non sai proprio materialmente dove andare con la vettura.”

In conclusione: “Il nostro punto di forza sarà l’amicizia ci lega! – ha detto Fossà – sappiamo che la gara è un’incognita ma noi siamo in equipaggio con la testa sulle spalle e posso dire che sotto l’aspetto psicologico sono tranquillo. Sicuramente invece la parte che più ci impegnerà sarà la navigazione con il gps unico e le sue limitazioni bisognerà sempre interpretare il percorso che l’organizzazione ha preparato. La morfologia dei territori che andremo ad incontrare sarà molto varia e spesso ci ritroveremo in spazi molto estesi, partendo però indietro rispetto ai primi spero anche di poter contare sulle tracce lasciate da chi ci ha preceduto. Per quanto riguarda la sicurezza mi sento invece tranquillo anche perché la direzione gara ha i mezzi per monitorarci in tempo reale.”

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