Dazi alle auto elettriche cinesi: le case europee sono contrarie
Ecco le reazioni delle varie parti in gioco a proposito dei dazi alle auto elettriche cinesi
Nelle scorse ore l’Unione Europea ha confermato i dazi alle auto elettriche cinesi con alcune piccole modifiche alle tariffe previste in un primo momento. Questa decisione ha sollevato molte polemiche con i costruttori europei di auto che si sono detti contrari a questa iniziativa da parte dell’UE. Volkswagen, che è il maggiore gruppo in Europa, ha detto che la tempistica è stata sbagliata e ciò è dannoso per la domanda di auto elettriche che già di suo è assai debole nel nostro continente. Volkswagen pensa che gli effetti negativi di questa decisione superino di gran lunga quelli positivi.
Ecco le reazioni delle varie parti in gioco a proposito dei dazi alle auto elettriche cinesi
Dello stesso tono il commento diffuso dall’associazione tedesca Vda prima dell’annuncio della Commissione. Secondo l’associazione, le tariffe “non sono nell’interesse dell’Ue” poiché “complicano la diffusione della mobilità elettrica, la decarbonizzazione e le strategie climatiche, danneggiando consumatori e imprese”. Invece, è necessario un “dialogo costruttivo” e “condotto seriamente” tra le parti.
Ovviamente fortemente contrari anche i produttori cinesi colpiti in prima persona. Nio ha detto che comunque al momento non prevede di aumentare i prezzi delle sue auto. Stessa reazione anche da parte di SAIC che per il momento non vuole aumentare i prezzi delle auto che arrivano dalla Cina. Xpeng ha rassicurato tutti i clienti in attesa di una consegna e i futuri acquirenti che saranno protetti da qualsiasi aumento di prezzo, almeno fino a novembre. Al contrario Tesla ha già confermato che aumenterà i prezzi di listino della Model 3 prodotta in Cina a Shanghai.
Per quanto riguarda il mondo della politica, i prossimi 4 mesi saranno fondamentali per capire se i dazi alle auto elettriche cinesi saranno confermati. “Ci sono ancora quattro mesi di tempo prima dell’arbitrato e speriamo che le parti, europea e cinese, si muovano rapidamente nel processo di consultazione”, hanno spiegato dal Ministero del Commercio cinese. La Cina, quindi, punta a trovare una soluzione.
Seguici qui