Fiat: Scajola auspica un piano di rilancio ambizioso per l’Italia

Intervenuto all’assemblea generale di Unioncamere a Torino, il ministro per lo sviluppo, Claudio Scajola, ha auspicato un piano di rilancio “ambizioso e di crescita” per gli stabilimenti Fiat italiani.
“Mi auguro che il piano industriale per l’Italia sia un programma ambizioso per far crescere la produzione industriale nel nostro Paese, come numero di pezzi e anche come investimenti in nuovi prodotti e in nuovi modelli” ha aggiunto Scajola.
Il piano del Lingotto sara’ illustrato alle parti sociali il 22 dicembre a Palazzo Chigi. Nei giorni scorsi Scajola ha dichiarato che il governo punta a portare la produzione del Gruppo Fiat sopra le 900.000 vetture l’anno dalle attuali 650-660.000 unità.
Intanto la Fiom ha annunciato che non firmerà l’accordo senza garanzie per tutti i posti di lavoro, così come l’UGL.
“Non possiamo cancellare alcun polo, al contrario si deve aumentare la vocazione industriale dell’Italia” ha aggiunto Scajola, in riferimento alla possibile chiusura di Termini Imerese. Il ministro non ha comunque escluso la possibilità di una riconversione dello stabilimento: “Come utilizzare i diversi poli lo si deve decidere secondo le diverse attitudini dei territori”.
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Lo sapevo (e lo avevo anche detto) che Scagliola (licenza poetica che meglio rende il mio pensiero) avrebbe alla fine della fiera fregato i lavoratori Fiat. Senza incentivi, Fiat esporta in siti produttivi meno costosi la sua produzione, con buona pace dei lavoratori Fiat, dell’indotto e dell’Italia. Come ha detto Marchionne ”…io (Marchionne, ndr) faccio l’AD della Fiat ed e’ il Governo che fa la politica sociale…”. Fiat guarda al suo business e chiude gli stabilimenti in Italia, che guarda caso sono meno remunerativi di quelli in Polonia e Brasile proprio per le GRAVI mancanze della politica del Governo nazionale e di quello delle Regioni che ospitano gli stabilimenti (vedi Termini Imerese e le mancate infrastrutture).