#FORUMAutoMotive 2022: transizione green, invasione dei cinesi in Europa e innovazione Made in Italy nella seconda giornata
Ieri si è tenuta la seconda giornata dell'evento curato dal giornalista Pierluigi Bonora
La seconda giornata dell’evento #FORUMAutoMotive 2022, in programma lunedì e martedì a Milano e in diretta streaming, ha visto al centro la complicata transizione green, lo sviluppo dell’innovazione Made in Italy su quattro ruote, l’invasione dei brand cinesi sul mercato europeo e i rischi sociali, economici e occupazionali connessi alla svolta elettrica.
Il promotore di #FORUMAutoMotive Pierluigi Bonora ha introdotto i lavori, evidenziando come “la tecnologia ha inciso tantissimo sia sul fronte della sicurezza sia dal punto di vista della riduzione delle emissioni. Peccato, però, che di questa evoluzione si sia inserita l’ideologia martellante contro le motorizzazioni endotermiche. Non basta l’ideologia, ma servono azioni concrete da tutta l’Europa e non ragionare come singolo Stato. Ci vuole più razionalità, il green non deve diventare un business”.
La mobilità e le start-up presenti in Italia
La prima tavola rotonda si è focalizzata sull’innovazione nel mondo della mobilità e sulle start-up che popolano il nostro territorio.
Il primo a intervenire è stato Gabriele Ferrieri, presidente dell’ANGI (Associazione Nazionale Giovani Innovatori), il quale ha detto: “ANGI è un’organizzazione nazionale no profit dedicata all’innovazione. Abbiamo creato una sinergia con 5.000 stakeholder e personaggi politici per promuovere l’innovazione in Italia. È stato un percorso importante con anni in prima fila pieni di eventi e iniziative: passando dalla cybersicurezza al problema energetico e fino all’introduzione in Italia del metaverso attraverso un evento recente. Abbiamo promosso all’interno dei territori l’innovazione per dare voce ai giovani talenti”.
In seguito, è intervenuto il cofondatore, presidente e CEO di AEHRA Hazim Nada, il quale ha dichiarato: “L’8 novembre (ore 18 a Milano, Superstudio Più) ci sarà il lancio, aperto alla stampa, della nostra prima vettura elettrica. Il progetto nasce 3 anni fa. In Italia c’è un know-how di primissimo livello, ma mancava ancora la realtà elettrica. Questo ci ha spinto alla realizzazione del veicolo. Le dimensioni sono quelle classiche di un Suv o una berlina. La macchina l’abbiamo pensata sul treno e l’esperienza Aerogravity ci ha dato un grande aiuto per il progetto”.
Sul tema dell’innovazione si è soffermato anche Ludovico Campana, amministratore delegato di TUC.technology, che ha dichiarato: “TUC.Technology è stata fondata nel 2018 dopo vari anni di lavoro come designer nell’industria sviluppando auto. Tuc è l’USB della mobilità. È volta a risolvere problemi importanti all’interno dell’auto. TUC consente di realizzare l’automobile ‘LEGO’, configurando il veicolo in base alle esigenze, uscendo dal lusso e passando alla funzionalità di cui hanno bisogno le città e gli utilizzatori. La sfida di Tuc è quella di rendere universale l’auto”.
La parola è passata poi ad Eugenio Razelli, presidente della Motor Valley Accelerator: “Siamo partiti nel 2018 per trasformare il Salone di Bologna nel Modena Motor Gallery. Recentemente abbiamo promosso il secondo EXPO Day annunciando altre 8 start-up. È importante che le start-up possano parlare con le aziende per passare dall’università all’imprenditorialità. Noi diamo alle start up circa 120mila euro per l’accelerazione, poi le seguiamo e facciamo investimenti su alcune seguendo alcuni criteri. L’aspetto che piace di più della Motor Valley Accelerator è l’idea di entrare in contatto con le aziende presto”.
Alberto Stecca, amministratore delegato di Silla Industries, ha illustrato la propria realtà, sostenendo: “Facciamo parte del mondo della ricarica. Abbiamo iniziato in 2 nel 2017 con uno strumento che aiuta la ricarica elettrica con il fotovoltaico privato. Ci siamo finanziati con i clienti, e oggi siamo in 45 con 2,5 milioni di fatturato. Stiamo pensando alla macchina come accumulatore per le case e a sistemi di accumulo separati”.
Si è parlato anche dell’elettrificazione
La seconda parte della tavola rotonda si è concentrata sull’elettrificazione che passa attraverso le infrastrutture, tra difficoltà e opportunità. È intervenuto il responsabile delle operazioni commerciali di Free2Move eSolutions Costantino Fassino, che ha spiegato: “eSolutions è il brand della mobilità Stellantis, si propone di superare l’ansia da elettrificazione. Fornisce sistemi di ricarica domestica, pubblica in alternata e continua e sistemi di integrazione di ricarica pubblica; aggreghiamo punti di ricarica a livello europeo. Dalla nostra app si può visualizzare più del 90% delle colonnine in tutta Europa. Vogliamo dimostrare che comunque l’elettrificazione è possibile”.
Gli ha fatto eco Marc-Oliver Rossi, Chief Commercial Officer Italia di Atlante: “Nasciamo come progetto per la rete di ricarica fast e ultra-fast. Il mercato delle ricariche è effervescente e ciò porta a una sicurezza nella transizione all’elettrico. Noi siamo molto contenti in quanto in meno di un anno di vita abbiamo creato un gruppo internazionale di 80 persone. Vogliamo che tutta la rete sia sostenibile e non solo noi come azienda, a partire dai fornitori e trasportatori”.
Tanti brand cinesi stanno arrivando in Europa
La prossima tavola rotonda è stata moderata da Umberto Zapelloni, responsabile inserto Mobilità “Il Foglio”. Si è aperta con l’intervento di Sly Sodano, ideatore della supercar Anomalya. Egli ha detto: “Anomalia, non conforme, è un’auto appunto non conforme agli stereotipi. Abbiamo deciso di costruire una vettura nostra, un giocattolo per adulti. L’auto pesa 1080 kg e c’è tutto quello che serve per divertirsi all’interno. Un motore 3.2 aspirato che non scende mai sotto i 10 km/L di consumi”.
È poi intervenuto il country manager e vicepresidente di MG Motor Italy Andrea Bartolomeo, affermando che “l’esperienza di MG è diversa da Volvo. La questione dopo il rilancio in Europa è stata scegliere tra diventare un brand di volumi o un marchio riconosciuto. Noi spingiamo per coprire tutti i segmenti. E bisogna arrivarci con una gamma, per rispondere a tutte le esigenze e richieste. Oggi noi proponiamo un’offerta 70% termica e 30% elettrico, con soluzioni ibride. Puntiamo a rispondere alle esigenze di clienti che entrano in concessionaria e non trovano i prezzi di 5 anni fa. La forza del nostro marchio è la storicità; è riconosciuto e riconoscibile e non viene associata al prodotto cinese come qualche anno fa”.
La parola è passata poi all’amministratore delegato di AVL Dino Brancale, il quale ha detto: “Siamo ben piazzati per quanto riguarda i powertrain alternativi e l’Euro 7 sembra una spinta esagerata che porta a un cambiamento immotivato. Ora sono già presenti soluzioni a emissioni zero, diverse dall’elettrico, che contribuiranno alla transizione. I cinesi stanno venendo a investire qui e collaborano con gli europei per la produzione di vetture elettriche. Basti pensare agli arabi che stanno investendo molto sull’elettrico. La CO2 va abbattuta senza eliminare la competizione. L’Europa deve combatterla inserendo regole uguali per tutti, così da valutare gli investimenti”.
Tra i rappresentanti dei brand automobilistici c’era anche il presidente di Volvo Italia Michele Crisci. Egli ha affermato: “Volvo, in questi 12 anni dall’acquisto dei cinesi di Geely, è rinata e non è mai stata svedese come oggi. Gli investimenti sono stati ingenti per farla tornare ‘svedese’ creando un valore del marchio. La nostra è stata un’esperienza positiva. La parola invasione ha sempre un’accezione negativa, ma potrebbe solo nascondere una possibilità di competizione. Per vincere bisogna arrivare a un’ampia offerta per il consumatore di prodotti realmente di aiuto all’ambiente”.
Federico Daffi, presidente di Eurasia Motor Company, ha osservato: “Sono in Cina dal 2003 e abbiamo iniziato con l’importazione di uno dei marchi cinesi. Fino ad adesso abbiamo fatto ‘il lavoro sporco’ commercializzando solo endotermico. Con il China 6, tante società cinesi si sono potute affacciare al mondo automotive europeo. Io credo che ci sarà una vera transizione, ma non completa, e conviveranno i diversi sistemi di alimentazione delle vetture”.
Marco Saltalamacchia, Executive Vice President e CEO del Gruppo Koelliker, ha invece detto: “L’auto è globale, non bisogna differenziare la Cina dall’Europa in base alla produzione. La differenza tra Corea, Giappone e Cina nell’industria dell’automobile è particolare, in quanto Corea e Giappone hanno dovuto puntare sulla globalità. La Cina, invece, punta su se stessa, avendo una popolazione grande e nazionalista. Per cui ci sono alcuni falsi miti da sfatare, come il controllo del litio. L’auto elettrica invece deve decidere se seguire una prospettiva di vicinanza al consumatore o all’industria”.
Il passaggio all’elettrico delle aziende automotive
Il dibattito si è poi spostato sul tema delle imprese automotive tra riconversione all’elettrico e bollette impazzite. I lavori sono stati aperti dal direttore generale di ANFIA Gianmarco Giorda: “Stiamo lavorando affinché nel 2035 anche le fuel cell diventino completamente a impatto zero. In Italia viviamo una situazione ancora più complicata dal punto di vista della produzione di veicoli. Chiediamo che questo governo lavori assieme ai produttori italiani per garantire la competitività anche sul territorio. Bisogna attirare in Italia le attività legate alle batterie come i trattamenti chimici e termici”.
Ha replicato il vicepresidente di Federmeccanica con delega alla transizione tecnologica ed ecologica Corrado La Forgia, sostenendo che “le preoccupazioni vanno gestite. La trasformazione dell’automotive è stata spinta e c’è bisogno di consapevolezza su come stiamo affrontando la transizione. Va scelta in maniera unitaria, in Italia, quale strada vogliamo intraprendere senza interventi a pioggia o a progetto che tamponano, ma non risolvono il problema”.
La parola è poi passata ai sindacati Rocco Palombella – Segretario Generale UILM, Edi Lazzi – segretario generale FIOM Torino – e Ferdinando Uliano – Segretario Nazionale Fim Cisl.
“I lavoratori hanno buoni motivi per preoccuparsi. Oggi la necessità di ridurre la CO2 viene perseguita come fosse una moda. Negli ultimi anni l’industria manufatturiera e meccanica generale ha ridotto di molto le emissioni, diventando, soprattutto in Italia, uno dei minori punti di emissione. L’Euro 7 necessita di investimenti più importanti rispetto all’Euro 6, ma il problema riguarda la poca vita stimata di 8 anni, a causa dei limiti di legge per la transizione”, ha detto Palombella.
“Penso che questo sia uno tsunami che va cavalcato, indirizzandolo. Partendo da un’idea precisa, che riprenda gli investimenti pubblici da scegliere per arrivare a un punto. Bisogna concentrarsi molto sulla transizione ecologica proprio per colmare le mancanze, come l’esempio delle colonnine di ricarica. Allo stesso tempo creare posti di lavoro”, ha commentato Lazzi.
“Veniamo da incontri di analisi con Federmeccanica che hanno consentito di condividere soluzioni comuni. Bisogna però affrontare il tema della sostenibilità sociale, che non è stato garantito con la stessa determinazione con cui si sono fissate le date. Bisogna prevedere ammortizzatori sociali che aiutino i lavoratori che saranno vittime della transizione”, ha affermato Uliano.
La sessione ha visto la partecipazione in diretta di due operai di Stellantis e un impiegato sempre del gruppo automobilistico italo-francese, impegnati in impianti della filiera automotive situati in Italia. Hanno espresso timori connessi alla svolta elettrica nel medio periodo in Italia.
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