#FORUMAutoMotive 2024 | Gli eurodeputati e la crisi del settore auto

Lo stop del 2035, la crescita cinese ed il futuro in arrivo

#FORUMAutoMotive 2024 | Gli eurodeputati e la crisi del settore auto

Tra gli eventi di #FORUMAutoMotive 2024 si è parlato anche del momento del settore auto e del rapporto con l’Europa. Tra il blocco delle vetture termiche del 2035, l’aumento del peso delle case cinesi e le previsioni per il prossimo futuro. Con il confronto tra gli europarlamentari dei due schieramenti politici.

Bonora: “Decisioni di Bruxelles fondamentali”

Il dibattito si è aperto con le parole di Pierluigi Bonora, il promotore dell’evento milanese: “Le decisioni che saranno prese a Bruxelles saranno fondamentali per scongiurare la desertificazione industriale. Occorre pragmatismo e, soprattutto, devono essere mantenute le promesse fatte in campagna elettorale che indicavano la revisione delle norme green relative al comparto. I parlamentari UE non devono privilegiare gli interessi politici rispetto alle necessità oggettive del territorio”.

Il dirigente di AlixPartners Dario Duse è piuttosto pessimista sul futuro a breve: “Di qui alla fine della decade non vediamo per l’automotive in Europa e Nord America una ripresa, rimarranno mercati stagnanti; la Cina prosegue con la sua crescita con tassi piuttosto bassi. Nell’Europa, in particolare, la curva dell’elettrico non è in linea con gli obiettivi del FIT for 55, difficile da centrare. Un gap difficile da colmare. E sono in arrivo le multe per le Case sulla CO2”.

Il pensiero della politica

È stato poi il turno degli europarlamentari. A partire da Massimiliano Salini di Forza Italia: “Occorre bloccare intanto le penalties al 2025 e poi anticipare la revisione del regolamento, introducendo in modo costruttivo il principio della neutralità tecnologica. Qualcosa si sta muovendo”. Gli fa eco anche Carlo Fidanza, di Fratelli d’Italia: “In Europa alcuni si sono accorti solo adesso che c’è la crisi del settore automotive. Abbiamo perso una quota di competitività e se nei prossimi 5 anni continueremo a perderne, molte realtà spariranno. Dobbiamo rispettare l’impegno preso in campagna elettorale facendo tutto il possibile per rinviare l’obiettivo dello stop al motore endotermico al 2035”.

Anche Isabella Tovaglieri della Lega pensa allo stop del 2035: “Bisogna salvare il salvabile, evitando in primis le multe in arrivo per i costruttori. Va quanto meno procrastinato lo stop ai motori endotermici”. Opinione opposta, invece, per Pierfrancesco Maran del PD: “Partire da una revisione del 2035 è fuorviante e significa dire il falso a un sistema industriale che ha bisogno di pianificazione. Sulle scadenze intermedie si può e si deve lavorare per raggiungere gli obiettivi definitivi. Si potrebbero usare gli importi che arriveranno dalle multe ai costruttori per supportare la transizione”.

Cosa ne pensa la filiera

La chiusura del dibattito è per gli esponenti della filiera. “Esprimiamo sconcerto per la decisione del Governo di decurtare di oltre 4,6 miliardi di euro il fondo automotive – le parole di Gianmarco Giorda, direttore generale Anfia – destinato all’adozione di misure a sostegno della riconversione della filiera. L’automotive è l’unico settore a cui è richiesta una trasformazione obbligatoria epocale in pochi anni”. Il presidente Unrae Michele Crisci torna sul tema 2035: “La crisi di oggi non è legata al Green Deal, ma al fatto che l’Europa non si è accorta che i cinesi stavano diventando potenza. Il target al 2035 non è il problema, ma lo è come ci si arriva”.

Un po’ di speranza nelle parole di Massimo Artusi, presidente di Federauto: “Finalmente nel Parlamento europeo si sta prendendo consapevolezza di una serie di criticità connesse alle decisioni prese in relazione alla transizione ecologica e al mercato”. Per quanto riguarda il noleggio: “Più che incentivi – spiega Alberto Viano, presidente di Aniasa – chiediamo solo una fiscalità che sia prevedibile e di lungo termine. Servirebbe sicuramente più stabilità”.

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