Hyundai: la difesa delle acque, con il progetto Mission to Blue [FOTO]

L'innovativa tecnica con il kit di spugne assorbenti FoamFlex

Il problema dell’inquinamento dei mari è sempre più pressante, con numerosi idrocarburi che finiscono continuamente nelle acque, creando problemi all’ecosistema. Hyundai sta da tempo lavorando su progetti green ed è entrata a far parte della Water Defenders Alliance, coordinata da LifeGate, per contribuire a salvaguardare le acque. Ed ha presentato oggi a Milano il progetto Mission to Blue, con la fornitura di kit assorbenti per la gestione di sversamenti accidentali.

“Noi abbiamo un impegno molto forte ed una forte convinzione che la mobilità deve essere garantita, ma riducendo l’impatto ambientale – sono le parole di Giulio Marc D’Alberton, responsabile comunicazione Hyundai – Il nostro brand lavora in tantissime direzioni e situazioni industriali ed abbiamo investito nel creare nuove soluzioni di mobilità, non solo nelle auto, riducendo e azzerando la dipendenza dal petrolio. L’innovazione è una costante, pensata per migliorare le soluzioni quotidiane. E questo kit è una sorta di defibrillatore per l’acqua”.

I numeri dell’inquinamento

Hyundai: la difesa delle acque, con il progetto Mission to Blue

Ogni anno si spostano 200.000 traghetti cargo sulle acque del Mediterraneo, di cui circa 300 legate ai prodotti petroliferi, che trasportano 350 milioni di tonnellate di petrolio. Sono state calcolate circa 600.000 tonnellate di sversamenti di idrocarburi riversati in mare. Questi episodi si stima rilascino in acqua ogni anno tra 3,5 e 6 milioni di tonnellate di petrolio. E, secondo le ricerche, basta un litro di petrolio, per inquinare un milione di litri di acqua. Numeri impressionanti, che rischiano di compromettere l’ecosistema marino.

Fondamentale lavorare assieme per proteggere i mari ed è quello che si prefissa la Water Defenders Alliance. “Oggi per il cambiamento non possiamo più operare da soli – spiega Lajal Andreoletti, responsabile dei progetti ad impatto di LifeGate – vanno unite competenze e risorse, con soluzioni tecnologiche che possono agire sui problemi di tutti i giorni nelle acque. Vogliamo operare un cambiamento culturale e serve unire i rappresentanti della società civile”.

Il progetto Mission to Blue

Il progetto lanciato dalla casa coreana oggi è Mission to Blue e riguarda sempre la salvaguardia delle acque, a partire da quelle di Milano. Questo progetto, infatti, parte dalla Darsena, uno dei luoghi iconici del capoluogo lombardo, mettendo a disposizione della città il primo kit FoamFlex, per gestire eventuali sversamenti che si dovessero verificare, aiutando le acque cittadine ed anche il Consorzio Est Ticino Villoresi, “custode” dei Navigli milanesi e delle acque dove vive più della metà della popolazione lombarda.

Hyundai: la difesa delle acque, con il progetto Mission to Blue

“L’altro giorno è successo a Milano un fatto che ha inquietato tanto – le parole di Elena Grande, assessore all’ambiente e verde del Comune di Milano – Ad un certo punto il Naviglio si è colorato, per un fusto di vernice caduto, ed è partito il panico nella città. Arpa ha fatto subito le analisi, ci hanno tranquillizzato ed è andata bene, ma tutto quello che la tecnologia ci consente per ripulire o mitigare il danno è fondamentale. Perché quei numeri sono terribili”.

Questo kit è formato da dieci tappeti da 3 metri ciascuno di questa spugna assorbente, realizzata con materiali che permettono di catturare solamente gli oli e gli idrocarburi, pulendo così l’acqua. Può essere riutilizzato fino a 200 volte, con la possibilità di catturare fino a 54.000 chilogrammi d’olio. Queste spugne riescono a raccogliere pochissima acqua, classificando l’olio come esausto, potendolo poi così riutilizzare per il biodiesel o prodotti secondari.

Il brevetto di FoamFlex è della start-up italiana T1 Solutions, che ha lavorato per oltre 5 anni per riuscire a trovare la formula giusta per queste speciali spugne: “In Italia non c’è ancora la cultura sull’innovazione, siamo fanalino di coda in Europa – sono le parole del CEO Alessandro Taini – Non c’è cultura sulla sostenibilità, questi momenti sono fondamentali per portare avanti i progetti. Siamo lieti che Hyundai abbia scelto di adottare la nostra tecnologia”. Con l’obiettivo di poterla sempre più diffondere, rendendo le acque più pulite.

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