Il Gruppo FCA è stato citato in giudizio dagli Stati Uniti a causa di presunte emissioni manipolate
Un software avrebbe reso inoperativi i sistemi di controllo
Come raccontato in un nostro articolo, lo scorso 12 Gennaio l’Agenzia statunitense preposta alla protezione ambientale (Epa) mosse un’accusa contro il Gruppo FCA reo di avere violato la legge su circa 104.000 veicoli per aver installato “senza comunicarlo, un software di gestione delle emissioni nei modelli Jeep Grand Cherokee e Ram 1500 prodotti nel 2014, 2015 e 2016.”
A seguito dell’accusa rivolta dall’Epa statunitense, il Gruppo FCA ha mostrato fin da subito una fattiva collaborazione con le autorità americane per risolvere la querelle sulle emissioni inquinanti e lo scorso 20 Maggio annunciò di aver già provveduto a depositare sia presso l’Environmental Protection Agency (Epa) che la California Air Resources Board (Carb) una richiesta di certificazione delle emissioni dei propri motori diesel montati sia sulle Jeep Grand Cherokee che sui Ram 1500 prodotti nel 2017.
La presunta collaborazione mostrata da FCA Group però non ha impedito, nel frattempo, al Dipartimento di Giustizia americano di citare in giudizio il gruppo automobilistico guidato da Sergio Marchionne: secondo la tesi accusatoria delle autorità americane, i 104 mila propulsori montati sui modelli incriminati sarebbero dotati di un vero e proprio dispositivo di controllo delle emissioni che presumibilmente avrebbero portato gli ossidi di azoto (NOx) a superare i livelli massimi consentiti per legge.
Nel formulare l’accusa l’Agenzia statunitense preposta alla protezione ambientale avrebbe trovato “almeno otto caratteristiche software non citate nelle richieste di certificazione presentate dal Gruppo FCA che sarebbero in grado di aggirare o di rendere inoperativi i sistemi di controllo delle emissioni del veicolo.” Il Gruppo FCA ha già fatto sapere in una nota di essere molto amareggiato per la decisione presa dalle autorità americane, ma che a maggior ragione intenderà difendersi: “Ci difenderemo con vigore, soprattutto dall’accusa di aver installato deliberatamente dei software per manipolare le emissioni durante i test.”
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