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La produzione mondiale di auto nel 2020 dovrebbe crollare del 20% a causa del Coronavirus

Secondo alcune ricerche condotte da LMC Automotive, la produzione globale di auto nel corso del 2020 dovrebbe far segnare un crollo del 20%, fermandosi a circa 71 milioni di unità prodotte nei 12 mesi. Senza poi contare le vendite, che caleranno di un sostanziale 25/30% rispetto all’anno precedente. Si parla quindi di circa 19 milioni di vetture prodotte in meno rispetto al 2019. La stessa fonte rivela che le stime potrebbero anche essere fin troppo ottimistiche, dipendendo soprattutto dalla velocità della ripresa dei vari stati e dalla capacità di riattivare i mercati interni e internazionali.

In tutto il mondo sono stati rimandati i lanci di nuove vetture, come la Mercedes Classe C e la nuova BMW Serie 4, la nuova Tesla Model Y e la nuova Ford Mach-E. Altre vetture sono invece state presentate ma non ancora commercializzate. Diciamo che questo stop mondiale sta causando un ritardo costante in tutte le strategie di mercato pianificate dalle varie aziende, ovviamente non solo nel campo automobilistico.

Il picco più basso è previsto per fine aprile

Sempre secondo LMC Automotive, il picco potrebbe essere raggiunto tra fine aprile e l’inizio di marzo, dal momento che la ripresa non sarà assolutamente rapida e le persone tarderanno a riaffacciarsi ad un acquisto importante come quello di un’autovettura. Le aziende riprenderanno anche a produrre veicoli, ma molto probabilmente l’offerta viaggerà più veloce della domanda per i mesi a seguire, almeno fino a settembre 2020. In questo modo si rischierebbe un sovraffollamento dei piazzali e un incremento delle vetture a pronta consegna o km zero.

Nel frattempo la Cina sembra essere sulla buona strada per la ripresa, avendo già riattivato buona parte delle proprie aziende e attività commerciali. Si prende un calo del mercato di circa il 12% per il paese asiatico, meno rispetto al 25% pronosticato lo scorso mese. Si legge in un report di LMC che buona parte degli stati sarebbe già entrato in fase di recessione economica, con un probabile giro di boa ipotizzato verso fine anno.

Alcuni stati europei tra cui la Germania hanno poi deciso di riattivare impianti e concessionari, anticipando il resto del mondo ancora attanagliato dalla paura e dalle norme restrittive di sicurezza.

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