L’Alfa Romeo Giulietta Berlina compie 70 anni
La Giulietta Berlina, l'auto che rivoluzionò l'Alfa Romeo. Ecco perchè
Il 20 aprile 1955, il Salone dell’Automobile di Torino divenne il palcoscenico per un evento che avrebbe segnato una svolta cruciale nella storia dell’Alfa Romeo e dell’intero panorama automobilistico europeo: la presentazione della Giulietta Berlina. Questa vettura non fu semplicemente un nuovo modello, ma un vero e proprio manifesto di un’Italia in trasformazione, proiettata verso il boom economico, che per la prima volta vedeva il prestigio e l’ingegneria sofisticata di Alfa Romeo accessibili a una fascia di clientela più ampia, la nascente classe media. L’operazione, apparentemente ardua, di democratizzare lo spirito sportivo e le soluzioni tecniche d’avanguardia tipiche del marchio milanese, si concretizzò con un successo che andò ben oltre le aspettative.
L’industrializzazione al servizio della passione
La Giulietta Berlina viene oggi celebrata, a settant’anni dal suo debutto, come uno spartiacque epocale nella storia della casa automobilistica. Con una produzione che superò le 130.000 unità entro il 1964, questo modello rappresentò il definitivo abbandono di una produzione artigianale, elitaria e dai numeri contenuti, in favore di un’industrializzazione che divenne il tratto distintivo del nuovo corso di Alfa Romeo. Sotto la guida dell’ingegnere Rudolf Hruska, lo storico stabilimento del Portello conobbe una trasformazione radicale: la produzione giornaliera crebbe esponenzialmente, passando dalle circa 50 vetture dei primi anni Cinquanta alle 200 unità quotidiane. Questa rivoluzione organizzativa proiettò Alfa Romeo tra i protagonisti del mercato automobilistico continentale.
Com’era?
Sotto il profilo tecnico, la Giulietta Berlina si distinse per l’introduzione di soluzioni inedite per la sua categoria. Il suo motore era un brillante quattro cilindri in linea bialbero da 1.290 cm³ realizzato interamente in alluminio, capace di erogare una potenza di 53 CV e di raggiungere una velocità massima di 140 km/h. Questo propulsore si caratterizzava per la distribuzione a doppio albero a camme in testa, supportata da ben cinque supporti di banco, oltre che per la sua intrinseca leggerezza e per l’adozione di canne cilindri riportate in ghisa. La trasmissione, inizialmente con comando al volante, fu successivamente resa disponibile anche con una più sportiva leva posizionata sul pavimento. L’assetto stradale beneficiava di sospensioni anteriori indipendenti con quadrilateri trasversali e barra stabilizzatrice, mentre al retrotreno si adottava un robusto ponte rigido con schema a puntoni, configurando un sistema tecnico decisamente all’avanguardia per l’epoca. L’impianto frenante era costituito da quattro affidabili freni a tamburo, realizzati attraverso un processo di fusione brevettato dalla stessa Alfa Romeo.
Ma la Giulietta Berlina non fu solamente un concentrato di innovazione tecnica e prestazioni di rilievo. Il suo design, caratterizzato da linee sobrie ma immediatamente riconoscibili, fu sviluppato internamente ispirandosi alla elegante coupé Sprint, che aveva fatto il suo debutto l’anno precedente, anticipando di fatto quel family feeling che avrebbe contraddistinto i futuri modelli della casa milanese. La sua presenza sullo schermo in pellicole di successo come “I mostri”, l’onore di comparire sulla copertina del primo numero della prestigiosa rivista “Quattroruote” e il sentito omaggio ricevuto dall’attrice Giulietta Masina nel 1960, la consacrarono definitivamente come un simbolo della cultura popolare italiana. In conclusione, la Giulietta Berlina rappresentò un punto di svolta fondamentale per Alfa Romeo, segnando il suo ingresso nell’era della produzione industriale senza mai rinunciare a quel DNA sportivo e a quell’eleganza distintiva che da sempre ne hanno plasmato l’identità.
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