Lamborghini sotto pressione per i dazi USA: parla il CEO Winkelmann
Tensioni commerciali con gli USA, Lamborghini corre ai ripari
Lamborghini ha attivato un’unità interna dedicata a monitorare l’impatto dei dazi doganali introdotti dall’amministrazione Trump, che prevedono un’imposta del 25% sull’importazione di veicoli negli Stati Uniti. La misura, che rischia di colpire duramente il settore automobilistico europeo, rappresenta una minaccia concreta per la casa di Sant’Agata Bolognese, per la quale il mercato americano vale oltre il 25% delle vendite globali.
A supervisionare il gruppo di lavoro è direttamente il CEO Stephan Winkelmann, coinvolto quotidianamente in briefing e incontri strategici per seguire da vicino ogni sviluppo. “Siamo costantemente aggiornati in tempo reale,” ha dichiarato, evidenziando il suo impegno personale nella gestione della questione. Gli esperti interni stanno esaminando con attenzione le possibili ripercussioni, ma al momento la direzione aziendale non ha reso note eventuali contromisure, né si è sbilanciata su un possibile adeguamento dei listini, al contrario di quanto già deciso da Ferrari.
Nonostante l’incertezza, Lamborghini non ferma i suoi piani di lungo periodo. Continuano infatti gli investimenti sul primo modello completamente elettrico del marchio: una GT a due porte e quattro posti, attesa per il 2029. In parallelo, l’azienda valuta come aumentare la capacità produttiva: le opzioni sul tavolo includono l’espansione dell’attuale impianto, dove viene assemblato l’Urus SE ibrido, oppure la costruzione di una nuova struttura nei pressi della sede principale.
La situazione statunitense è sotto stretta osservazione anche per le potenziali conseguenze sul piano industriale e logistico. Winkelmann ha ricordato come la società abbia già dimostrato flessibilità nei momenti di crisi, come durante la pandemia da covid-19. “Non possiamo ancora prevedere come evolveranno le cose, ma manteniamo alta l’attenzione sia sugli Stati Uniti sia sul contesto internazionale,” ha aggiunto il CEO.
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