Minorenni al volante e caccia a like e followers, Capitanio: “Dipendenza pericolosa dai social, serve daspo digitale”

I recenti fatti di Giussano accendono il dibattito sulla frenetica "fame" da social dei più giovani

Minorenni al volante e caccia a like e followers, Capitanio: “Dipendenza pericolosa dai social, serve daspo digitale”

I recenti fatti di cronaca pongono sempre di più al centro del dibattito il ruolo dei social e del peso che hanno nello spingere giovani e giovanissimi che, affamati di like, followers e visibilità, si rendono protagonisti di sfide e challenge spesso pericolose, tra cui le corse in auto, che possono sfociare in tragedie, come accaduto a Casal Palocco, a Roma, nell’incidente degli youtuber The Borderline costato la vita a un bambino di 5 anni.

I 16enni alla guida dell’auto “rubata” alla madre di uno di loro

Caccia di like e followers sui social che è anche dietro quanto avvenuto qualche giorno fa a Giussano (Monza e Brianza), dove un ragazzino di 16 anni ha preso di nascosto la macchina della madre e, insieme ad altri coetanei, si è messo a guidare per strada con l’intento di realizzare video “virali” da postare sui social. Una condotta quella dei minorenni pericolosissima per loro e per gli altri, che solo per caso non è finita con conseguenze drammatiche. Quanto accaduto a Giussano ha riportato a tutti in mente il tragico incidente di un mese fa a Roma.

Capitanio: “Drammatica dipendenza dai social”

Sui fatti di Giussano, parlando di vera e propria “patologia”, si è espresso Massimiliano Capitanio, Commissionario AgCom, nonché promotore della legge 92/2019 sull’educazione civica obbligatoria.

Queste le parole di Capitanio: “Se a pochi giorni dalla morte di un angelo di 5 anni, un gruppo di minorenni ‘ruba’ l’auto della madre per fare dei video (tra l’altro da pubblicare su pagine che oltraggiano le forze dell’ordine), allora la situazione è molto più grave di quello che sembra. L’ignoranza digitale di molti ragazzi si sta trasformando in una pericolosa patologia, in una drammatica dipendenza (nè più nè meno di alcol, droghe e gioco d’azzardo) che, in nome di un pugno di like e di presunti facili guadagni, spinge i nostri giovani a commettere ogni tipo di infrazione e di reato, con una normalità che non può più essere trascurata. Le norme – aggiunge il politico brianzolo – per rimuovere contenuti pericolosi e d’odio dalla rete ci sono ma non bastano. Bisogna lavorare per un vero e proprio ‘daspo’ digitale e serve la massima collaborazione delle piattaforme che non possono e non devono fare business con questa piaga sociale”.

“Chi usa i social in questo modo – conclude Capitanio – deve essere messo in pausa per almeno un anno. E i colossi del web, che se non vogliono la responsabilità editoriale devono assumersi almeno quella morale, non possono più tollerare spazi che rischiano di essere conniventi con questi reati. La notizia di quanto avvenuto in Brianza, a pochi giorni dalla morte del piccolo Manuel, è spaventosa”.

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