Parcheggiatori abusivi, la stretta nel decreto sicurezza: ora rischiano il carcere

Pene più severe per contrastare il fenomeno

Vita dura per i parcheggiatori abusivi con l'approvazione del nuovo decreto sicurezza che introduce il reato di esercizio molesto dell'accattonaggio e prevede pene più severe: carcere da 6 mesi a un anno e multe da 2.000 a 7.000 euro.
Parcheggiatori abusivi, la stretta nel decreto sicurezza: ora rischiano il carcere

Il decreto sicurezza fortemente voluto dal Ministro dell’Interno Matteo Salvini prende di petto la questione dei parcheggiatori abusivi. Sono pochi gli automobilisti italiani che non si sono mai imbattuti nei parcheggiatori abusivi e nelle loro fastidiose e illegittime richieste di denaro per parcheggiare la macchina in aree che sono pubbliche. La gran parte degli automobilisti, per evitare minacce e danneggiamenti, si sente così costretta a pagare e a cedere alla vessazione.

L’inefficacia della attuali misure di contrasto

Le contromisure legislative contro questo fastidioso fenomeno tutto italiano finora si sono fermate al reato di estorsione, l’unico per cui i parcheggiatori abusivi sono perseguibili d’ufficio (senza querela). Azione dall’efficacia quasi nulla, dato che il reato non è facile da dimostrare e, anche quando ciò avviene, al massimo si arriva a un’ammenda amministrativa e all’allontanamento della città (Daspo urbano). Provvedimenti che non risolvono niente, dato che solitamente questi soggetti non hanno intestato nulla e poco dopo tornano puntualmente al loro posto.

Carcere fino a un anno e multe fino a 7.000 euro

Novità concrete sono però in arrivo con il nuovo decreto sicurezza che introduce il reato di esercizio molesto dell’accattonaggio. Oltre a essere più facilmente dimostrabile, il comportamento dei parcheggiatori abusivi è punibile anche con la reclusione da sei mesi a un anno, oltre ad una sanzione pecuniaria (già precedentemente prevista) che va da 771 a 3.101 euro. La pena più dura scatta nel caso in cui nel commettere il reato venga utilizzato un minore o che l’abusivo sia recidivo (condannato in primo grado). Inoltre la misura prevede l’introduzione di una nuova e salata multa che va da 2.000 a 7.000 euro.

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