Pneumatici fatti con i cereali? Michelin ci crede e investe

Butadiene sostituito da sfalci e paglie di cereali e barbabietola

Michelin pneumatici cereali - Con il progetto BioButterfly Michelin è impegnata in attività di ricerca per realizzare il bio-butadiene derivato dai cereali grazie al quale produrre gomme dal minore impatto ambientale. Anche Continental sta investendo in tal senso, indirizzando gli sforzi sull'uso della pianta "dente di leone".
Pneumatici fatti con i cereali? Michelin ci crede e investe

Gli pneumatici del futuro potrebbe essere costruiti in buona parte da cereali. Su questa strada sta investendo Michelin che vuole puntare ad utilizzare elementi ecologici e naturali come sfalci e paglie di cereali e barbabietola al posto del butadiene, usato nel ciclo produttivo delle gomme attuali. In questo modo si ridurrebbe l’impatto ambientale degli pneumatici, in particolar modo sul piano delle emissioni di CO2 e sulle questioni relativi al loro smaltimento.

L’impegno di Michelin per realizzare il bio-butadiene si è concretizzato con un progetto, che prende il nome di BioButterfly, che vede la collaborazione di AXENS e IFPEN, due enti di ricerca. Le intenzioni “ecologiche” del produttore di pneumatici hanno conquistato anche la fiducia dell’Agenzia per l’Ambiente e la gestione dell’Energia che ha premiato il progetto di Michelin  con un finanziamento di 14,7 milioni di euro. Per l’intero progetto BioButterfly, da svilupparsi in otto anni, Michelin ha stimato un valore complessivo di 52 milioni di euro.

La sfida dell’azienda sarà poi quella di riuscire ad ottimizzare i costi di produzione, vincolo necessario affinché il nuovo componente ai cereali possa entrare nel processo produttivo. Michelin non è l’unico produttore di gomme auto ad investire nel bio, anche Continental, in collaborazione con l’istituto tedesco Fraunhofer, sta impegnando i suoi ricercatori sull’utilizzo di materiali naturali, in questo caso il taraxacum officinale, pianta molto più comunemente conosciuta come dente di leone, facile da coltivare senza particolari problemi in tutta Europa. Il processo di “ecologizzazione” dell’auto dunque continua senza risparmiare alcun componente, pneumatici compresi.

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