PSA & Friends: In viaggio nel tempo con Citroën, Peugeot e DS
Uno sguardo al passato dei tre marchi francesi per raccontarne valori ed eredità
A quale amante delle quattro ruote non piacerebbe viaggiare nel tempo, almeno una volta nella vita, e calarsi nei panni degli automobilisti del passato?
Indietro non si torna, ma grazie agli attenti collezionisti e appassionati di auto classiche, rivivere l’emozione della guida vintage è ancora oggi un sogno realizzabile. Groupe PSA – il gruppo cui appartengono Citroën, Peugeot e DS – ha così radunato, nel corso del recente evento PSA & Friends, i gioielli più rari e scintillanti dei tre marchi accanto alle ultime novità: nuova Citroën C3, Peugeot 208 GTi e DS5. Un’esperienza unica, un percorso dal valore inestimabile, e non solo per le emozioni di guidare vetture datate ma ancora in grado di regalare il più puro dei piaceri di guida, alla riscoperta del fascino del passato con uno sguardo rivolto al futuro.
Un viaggio che è anche un racconto, dei valori del marchio e dell’importanza della sua eredità passata. È così che ci siamo cimentati alla guida di una 2CV per passare poi al volante della versatile e tecnologica Citroën C3, o da una ruggente Peugeot 205 GTi Gutmann – il sogno di tutti gli adolescenti degli anni ’90 – all’adrenalinica 208 GTi. Immergersi nel traffico cittadino del nuovo millennio con una DS Pallas del 1972 potrebbe poi rivelarsi un po’ problematico, ma accomodarsi su sedili in velluto più comodi del divano di casa e lasciarsi cullare dalle colline senesi è senz’altro un’esperienza unica. Acquisita un po’ di familiarità con il cambio e soprattutto con il freno a pulsante – che richiede una sensibilità particolare per non finire spalmati sul parabrezza – la strada è tutta in discesa, specialmente se al cambio auto c’è una altrettanto confortevole DS 5 ad aspettarti.
Fondato nel 1976 a Parigi, Groupe PSA è ad oggi il secondo costruttore europeo e raggruppa tre marchi testimoni e protagonisti della nascita dell’automobile, che negli anni hanno contributo al suo progresso tecnico e stilistico. La famiglia PSA conosce bene l’importanza della storia, fondamentale per studiare se stessi, il proprio posizionamento futuro e la differenziazione sul mercato. Una eredità necessaria per raccontarsi e proiettarsi in avanti; conservare e perché no, attingere da ciò che è stato, continuando ad evolversi. Niente di quello che abbiamo oggi sarebbe possibile senza ciò che è stato ieri.
Citroën
Quando si parla di heritage il riferimento a Citroën è immediato. Marchio più collezionato al mondo – si stimano circa 500.000 vetture storiche – la casa del Double Chevron vanta diversi primati nel mondo delle quattro ruote: la Type A del 1919, prima vettura prodotta in serie in Europa, la Traction Avant del 1934, pioniera della trazione anteriore con telaio autoportante, Type H, il primo furgone con motore e cambio a sbalzo anteriore e il portellone scorrevole, la 2CV del 1948, nata per le gite fuori porta e diventata poi la citycar per eccellenza. E poi ancora la CX, dove venne applicato per la prima volta lo studio dell’aerodinamica, e la rivoluzionaria Mehari del 1968, con carrozzeria in plastica Abs.
Non è certo un caso che la collezione più grande al mondo targata Citroën sia ospitata all’interno del Conservatoire di Parigi. Conservare i modelli che hanno fatto la storia di questo grande marchio dell’Automotive, attraverso raduni, saloni d’auto d’epoca, esposizioni, club e il Centro di Documentazione Storica Citroën di Sinalunga, da dove è partito il nostro viaggio. Vera e propria miniera di ricordi di un marchio che nel 2019 celebrerà i suoi primi 100 anni, il Centro conserva al suo interno migliaia di documenti: ci sono le circolari ministeriali degli anni ‘50, le brochure dei modelli a partire dal 1919, i regolamenti delle competizioni – come quello del 2CV Cross – libri rari e road book che documentano i passaggi delle carovane Citroën attraverso il Sahara e fino alla Cina (quando la C6 viaggiava con i cingoli); comunicati stampa dal 1972, le vecchie riviste aziendali interne e le copie de l’Auto Journal, che tentava di carpire i segreti dei modelli in uscita – furono anche denunciati di spionaggio industriale dall’azienda francese.
Alle pareti i disegni originali di alcune vetture, che venivano poi inviati al Ministero per le omologazioni, incorniciano una biblioteca delle riviste in cui è apparso il marchio Citroën, mentre accanto alla sala video per l’acquisizione digitale dei documenti si trova l’archivio con le schede tecniche di tutte le vetture del passato e fotografie originali delle automobili dell’anteguerra. Ciliegina sulla torta di questa capsula del tempo è la sala che ospita gli organi idraulici sezionati della DS, assieme a un banco idraulico vintage che veniva utilizzato per formare i meccanici sull’innovativo impianto idropneumatico; ai tempi ce n’era uno in ogni filiale del marchio.
Peugeot
Nel caso di Peugeot il salto all’indietro è ancora più ampio. L’azienda del Leone si affaccia all’era industriale oltre duecento anni fa ma è nel 1891 che Armand Peugeot fa il suo ingresso nel mondo dell’automobile. Sportività e dinamismo, nelle vetture di serie così come nel motorsport, da sempre contraddistinguono la produzione del marchio francese. I modelli più significativi sono custoditi all’interno del Museo Galerie Peugeot di San Gimignano, altra significativa tappa del nostro tour.
Qui si trovano la Peugeot Tipo 3 del 1892, la prima auto circolante in Italia, la sofisticata e avveniristica Peugeot Bébé del 1916 progettata da Ettore Bugatti, la 172 R del 1927, così chic con le sue fiancate realizzate con vernice in spessore che ricordano la paglia di Vienna; la prima berlina prodotta in grandi serie, la Peugeot 201 del 1929, conservata con appena 9400km all’attivo, come se fosse improvvisamente sbucata dal dopoguerra. Non mancano anche le testimonianze dei primi esperimenti aerodinamici, con la Peugeot 302 degli anni ‘30, per passare quindi agli anni ’60, con la coupé 404, dove la potenza si fa anche bella, e poi agli anni più recenti e alle produzioni focalizzate su sportività e prestazioni. Ecco quindi la Peugeot 604, ammiraglia per il Tour de France del 1975, e la 205 cabriolet Rolland Garros, grande successo degli anni ’90, o la 305 GT, berlina con sprint del 1982 già molto accessoriata per quegli anni. La versione speciale della 104 Coupé, l’Ecò, realizzata per l’Italia in soli 1000 esemplari numerati, e la Peugeot 205 GTi 1900 Gentry, dove lusso e sportività trovano massima espressione su una vettura attentamente rifinita: cromature sulle fiancate, cerchi in lega, sedili in pelle integrale, telecomando per apertura a distanza.
In campo sportivo i successi di Peugeot si possono datare già nel 1894, quando la Peugeot Tipo 3 partecipava, vincendola, alla Paris-Rouen, prima gara in linea. Da allora, 500 Miglia di Indianapolis, Targa Florio, rally africani fino ai Mondiali dei giorni nostri. Una escalation di presenze e successi che si sono poi tradotte nella produzione ugualmente vincente delle vetture di serie.
DS
Désirée Spéciale, ma anche déesse, ossia “dea”. La Citroën DS incantò per la prima volta nel 1955, al Salone di Parigi. Simbolo dell’alto di gamma dell’auto francese, creatura elegante che da subito rompe gli schemi nel campo del design, della raffinatezza e della cura dei dettagli, tenendo sempre presente l’importanza della personalizzazione: sinonimo di grande comfort, luce e pellami raffinati.
Nel 2014 DS nasce, o meglio rinasce, come marchio, ed è subito innovazione grazie al suo spirito di avant garde. Uno spirito che era già riconoscibile in modelli come la DS21 Chapron Prestige Pallas del 1966 – esemplare che abbiamo potuto ammirare sempre all’interno del Centro di Documentazione Storica Citroën –: radiotelefono di serie, tavolini estraibili sui sedili posteriori, tetto apribile elettronico e un pannello di separazione tra il compartimento anteriore e quello posteriore. Il tutto motorizzato da un propulsore a 4 cilindri di 2175cc da 109CV, che permetteva di toccare punte di 180km/h. Se non è questo guardare al futuro…
Il nostro viaggio si è avviato verso la fine rituffandoci nella modernità, ovvero al volante della nuova C3. Un’auto che comunica da sola: smart, connessa, personalizzabile, comoda, e soprattutto unconventional. Buon sangue non mente, ci verrebbe da dire pensando alle sue sorelle del passato. Il DNA è lo stesso che ha permesso di diventare modelli cult alla Citroën 2CV o alla Mehari.
Passare poi dalla Peugeot 205 GTi Gutmann alla Peugeot 208 GTi potrà essere un sollievo per chi non ha braccia alleante per guidare una macchina senza servosterzo, ma l’adrenalina è la medesima, racchiusa in quelle tre semplici lettere che traducono il mito così come lo conoscono gli appassionati della guida veloce: GTi. Cattiva, ruggente, prestazionale, divertente. Declinarla attraverso semplici aggettivi non è sufficiente per descrivere il quattro cilindri turbo benzina 1.6 16V THP; un 1598 cc – abbinato ad un cambio a sei rapporti ravvicinati – con una potenza di 147 kW/200 CV e una coppia massima di 275 Nm.
Per concludere così a bordo dell’ammiraglia del marchio più giovane del gruppo: la DS 5. Anche in questo caso gli anni passano ma eleganza, cura nei dettagli e raffinatezza, contraddistinguono ancora oggi i modelli della casa francese, incantando come quando la prima DS sfilò verso il Grand Palais parigino. Oggi sono in più le scelte tecnologiche high tech – è il primo modello della casa ad adottare la navigazione 3D a colori – unitamente alle ottime prestazioni (motori benzina e diesel da 120 a 210 CV, e l’Hybrid 4×4) a fare sì che DS 5 si posizioni al livello delle migliori concorrenti nel settore premium.
Quella con PSA & Friends è stata una vera e propria visita in famiglia, alla scoperta del passato custodito tra sedili in pelle e velluto fino alla tecnologia e il comfort di guida dei giorni nostri. Le auto moderne non sono certo “rivali” ma anzi figlie di quelle di un tempo, massima espressione del progresso e dell’innovazione, che proprio da quel passato glorioso continuano in qualche modo ad attingere. Su radici forti, di generazione in generazione, sono nate vetture sempre migliori.
A fine giornata, quando le curve su cui ci siamo sbizzarriti vengono inghiottite dal buio e avvolte dall’aria gelida, è confortante sapere di avere a disposizione un’auto moderna per tornare a casa… ma certi gioielli rimangono rari e inimitabili.
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