Roma: l’asfalto sigillante si sgretola già dopo un giorno

La rabbia dei cittadini e dei comitati porta alla nuova elezione di mini-governi

La gilsonite farà il suo lavoro? - Sono passate meno di 24 ore da quando è stato applicato questo particolare materiale su alcune strade di Roma dell'VIII e del III municipio, eppure la gente è subito tornata a lamentarsi delle condizioni dell'asfalto. Il materiale che funge da collante per rallentare l'invecchiamento della strada funzionerà?
Roma: l’asfalto sigillante si sgretola già dopo un giorno

Vi ricordate l’articolo di qualche giorno fa dove era stato annunciato il nuovo manto stradale che sarebbe stato steso in via Galba, a San Paolo, nell’VIII municipio? Bene, circa 24 ore dopo, la strada in questione è subito ritornata ad essere un campo minato. E’ stato sviluppato questo particolare materiale chiamato gilsonite, ovvero un materiale innovativo per la protezione e il ripristino prestazionale del manto stradale, ovvero un’emulsione cationica colloidale, legante e sigillante. Questo materiale però non porre riparo immediatamente al manto stradale quanto più tende a rendere più compatto l’asfalto in un’ottica di lungo periodo, cercando di rendere più coeso e compatto tutto lo strato.

A poche ore dalla stesura del nuovo strato, l’effetto finale non è altro che una macchia più scura ma che presenta comunque una superficie altamente irregolare e abbastanza frastagliata. Si tratta comunque di una soluzione sperimentale, che nasconde quindi una certa porzione di incognita e che, probabilmente, potrebbe essersi già rivelata fallimentare. Nonostante le lamentele dei cittadini dell’VIII municipio e dei gruppi politici d’opposizione, in serata è arrivata la dichiarazione dell’assessora ai Lavori Pubblici, Margherita Gatta, che ieri si è recata a via Capraia, nel III municipio: “Sulle strade del municipio VIII, che presentavano diversi gradi di ammaloramento, si è appreso dalla ditta che il prodotto si è correttamente depositato all’interno delle fratture dell’asfalto e nelle crepe“.

Da un confronto con l’assessora e la ditta che ha eseguito i lavori nelle vie interessate, “il materiale ha svolto perfettamente il suo lavoro“, inserendosi nelle crepe già esistenti per fermare il processo di invecchiamento del manto stradale. Come si evince dalle parole dell’assessora, il materiale “non andrebbe a rigenerare un nuovo strato di asfalto, (come succederebbe in caso di nuova gettata di catrame sul suolo), ma bensì funge da “collante” che si inserisce tra le fratture dello stesso per cercare di arrestare il processo di sgretolamento“. Il risultato ottenuto quindi sarebbe sostanzialmente lo stesso di prima, con un manto stradale più scuro e un asfalto che impiegherebbe molti più anni di prima per rovinarsi ulteriormente. Restiamo in attesa di ulteriori aggiornamenti.

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