Seminario sulla sicurezza stradale: tecnologia, prevenzione e sensibilizzazione

In Italia il numero delle vittime è in calo ma c'è ancora tanto da fare per promuovere la sicurezza e diminuire i sinistri

Il Seminario sulla sicurezza stradale ha presentato i numeri italiani e europei riguardanti incidenti e vittime della strada, cercando di rispondere a molti temi in un'ottica di miglioramento continuo della sicurezza
Seminario sulla sicurezza stradale: tecnologia, prevenzione e sensibilizzazione

Si è svolto a Milano, il 13 novembre scorso, il Seminario sulla sicurezza stradale, con il patrocinio di Assosvezia e in collaborazione con Volvo Trucks Italia. Presso il Museo della Scienza e della Tecnologia si sono affrontati molti temi, cercando di rispondere a diverse domande relative alla sicurezza sulle nostre strade. Cosa fare per ridurre il numero di incidenti e delle vittime? Come si muovono le istituzioni e le forze dell’ordine? Qual è il contributo che possono dare le case costruttrici?

Il Rapporto ACI-ISTAT “Incidenti stradali in Italia nel 2013” ha evidenziato che, nonostante il numero di incidenti (-3,2%), vittime (-9,8%) e feriti (-3,5%) sia in diminuzione, è ancora troppo alto quello dei sinistri. Nel 2013 sono stati 181.227 gli incidenti sulle strade italiane, con 3.385 vittime e 257.421 feriti. I costi sociali di questa ecatombe sono stati di 28,5 miliardi di euro nel 2011. I numeri rispetto alla UE vedono l’Italia sopra la media degli altri paesi dell’Unione (51,4), con 56,2 morti per incidente ogni milione di abitante. Il nostro tasso di mortalità è il doppio rispetto a quello della Svezia, a sua volta davanti a Regno Unito, Olanda, Danimarca e Spagna.

In Europa le vittime delle strade sono 3 all’ora, 70 al giorno e 500 a settimana. Numeri che messi nero su bianco fanno accapponare la pelle. L’obiettivo per il 2020 è di ridurre del 50% (rispetto al 2010) il numero delle vittime da incidente, e l’Italia per il triennio 2010-2013 è in linea con gli altri stati europei, con una riduzione del 17,7%. Rispetto al 2001 poi la riduzione sale al 52%. “Sono dati rassicuranti soprattutto se si pensa all’alta quota di traffico pesante su ruote in Italia, rispetto ad altri paesi europei – ha detto Antonio Avenoso, Executive Director ETSC (European Transport Safety Council) – Ora auspichiamo che la Comunità Europea renda obbligatori certi dispositivi tecnologicamente avanzati, capaci di ridurre drasticamente il numero di incidenti stradali”. Riuscire a smaltire il vecchio parco auto, a favore di vetture con dispositivi di sicurezza attiva, sarebbe già un aiuto concreto per prevenire o quantomeno limitare il numero di incidenti.

I mezzi pesanti non sono i più pericolosi sulle strade

Durante il seminario si è parlato anche di una leggenda metropolitana, quella che riguarda i mezzi pesanti. Nel 67,5% dei casi sono infatti le auto le protagoniste degli incidenti, mentre i veicoli merci lo sono per il solo 6,4%, con il 5,2% della mortalità. Fattori di rischio quali orari di lavoro molto pesanti con scadenze fitte imposte dai datori di lavoro e la guida di mezzi più impegnativi, portano inevitabilmente a pensare che la classe dei trasportatori sia quella più incline a non rispettare il codice della strada e a commettere infrazioni. Sono comunque in aumento le sanzioni nei confronti dei veicoli commerciali, anche se il dato più preoccupante per questi mezzi riguarda la copertura assicurativa: 3.213 infrazioni nel primo semestre 2014 (su 27.872 complessive) con una crescita del 63,2% dal 2008.

Il Tutor ci salva la vita

La Polizia stradale, anche in collaborazione con altre istituzioni, è impegnata con attività di repressione (Police Controller, Scoutnav e Tutor) e prevenzione e sensibilizzazione, come il Progetto ICARO, il Pullman Azzurro e l’iniziativa Guido con Prudenza: “La nostra opera di riduzione dell’incidentalità può contare, da un lato, su un sistema repressivo e di controlli che si avvalgono del supporto di nuove tecnologie, e dall’altro su un progetto di prevenzione finalizzato a sensibilizzare i cittadini sui rischi derivanti da una guida non conforme agli standard di sicurezza” , ha spiegato Carlotta Gallo, dirigente della Sezione di Milano della Polizia Stradale. Il Tutor ha infatti contribuito a una riduzione del 50% del tasso di mortalità, del 22% del tasso d’incidenti e del 25% del tasso di incidenti con feriti. “Nonostante il nostro impegno c’è ancora molto lavoro da fare per ridurre il tasso di incidentalità su strada” ha dichiarato Lucia Pennisi, Coordinatore Area Statistica ACI.

Sicurezza e tecnologia nuove frontiere salva vita

Nel 60% dei casi è l’alta velocità la causa principale degli incidenti mortali sulle strade. La sola tecnologia, senza un progetto specifico di formazione e sensibilizzazione degli automobilisti, non può però funzionare. “Continuiamo ad investire sulla sicurezza con l’obiettivo di ridurre gli effetti causati dagli incidenti e di prevenire le cause che li provocano attraverso dispositivi di sicurezza attiva – ha spiegato Giovanni Dattoli, Commercial Aftersales Director presso Volvo Trucks  – I nostri sforzi si stanno concentrando sul supporto all’autista al fine di ridurre i margini di distrazione e migliorarne la visibilità esterna intorno al veicolo”. Nel 90% degli incidenti in cui sono coinvolti i mezzi pesanti, il fattore umano è infatti determinante. Proprio per ridurre la responsabilità dell’autista, vengono organizzati corsi di guida e di formazione, in attesa che si passi a premiare, attraverso un sistema specifico, il comportamento dei guidatori più virtuosi, specialmente in ambito professionale. Qualcosa di più incisivo rispetto all’aumento dei punti sulla patente e della riduzione dei premi assicurativi.

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