Sicurezza stradale: nel 2013 in calo incidenti (-3,2%), vittime (-9,8%) e feriti (-3,5%)

I dati contenuti nell'ultimo Rapporto ACI-ISTAT

Dati incidenti stradali 2013 - I numeri del 2013 confermano sulle strade italiane il trend di riduzione del numero di sinistri stradali, così come quello dei morti e dei feriti. Gli incidenti stradali fanno meno vittime tra gli automobilisti, i motociclisti, i ciclisti e i pedoni.
Sicurezza stradale: nel 2013 in calo incidenti (-3,2%), vittime (-9,8%) e feriti (-3,5%)

Sulle strade italiane nel 2013 gli incidenti sono diminuiti rispetto all’anno precedente con quasi il 10% in meno delle vittime, percentuale che si alza fino al -14% per i ciclisti e al -14,5% per i motociclisti, ovvero per due delle categorie di utenti della strada più vulnerabili.

A fornirci i dati sul calo degli incidenti stradali è l’ultimo Rapporto ACI-ISTAT che documenta nell’anno 2013 un numero di sinistri con lesioni a persone pari a 181.227 (-3,7% rispetto al 2012), che hanno causato 3.385 morti (-9,8%) e 257.421 feriti (-3,5%). Secondo questi numeri, mediamente ogni giorno sono 9 le persone che perdono la vita e 705 quelle che rimangono ferite in un incidente stradale. Dato quest’ultimo sul quale pesa il tragico incidente del luglio 2013 sull’A16 che ha coinvolto un bus turistico e nel quale hanno perso la vita 40 persone.

L’Italia, con 56,2 morti per incidente ogni milione di abitanti, è sopra la media europea (51,4). Mentre per quanto riguarda gli obiettivi fissati dalla UE sulla riduzione del 50% delle vittime entro il 2020 rispetto ai numeri del 2010, il nostro Paese, con una riduzione del 17,7% nel triennio 2010-2013, è in media con gli altri Stati europei.

Prendendo in esame i numeri relativi agli incidenti in città la sicurezza stradale urbana è migliorata. Sulle strade cittadine, dove si concentrano il 75% degli incidenti e il 42% delle vittime, c’è stato un calo dei sinistri (-4,4%), così come dei morti (-11,3%) e dei feriti (-4,2%). Nella classifica delle città per tasso di mortalità per numero di incidenti troviamo in testa Napoli, poi a seguire Catania, Trieste e Torino.

Considerando solo le automobili i decessi dal 2013 al 2012 sono scesi del 12,2%, mentre miglioramenti più netti si sono registrati per le due ruote. Le fasce di età più a rischio tra i conducenti sono quelle tra i 20 e i 24 anni (219 vittime) e tra i 40 e i 44 anni (215 vittime). In calo anche le vittime tra i pedoni che scendono del 4,7%, mentre i feriti sono cresciuti dell’1,6%.

Quando si guida fuori città la principale causa di incidente si conferma la distrazione (20,4%), seguito dall’eccessiva velocità (17,5%) e dal mancato rispetto delle distanze di sicurezza (13,1%). Nel traffico urbano a causare più sinistri stradali è l’inosservanza di semafori e precedenze (19,1%), seguita dalla distrazione (15,6%) e dalla velocità elevata (9,5%).

Gli incoraggianti dati del Rapporto ACI-ISTAT sono commentati così da Angelo Sticchi Damiani, presidente ACI: “La sicurezza stradale migliora grazie a una maggiore consapevolezza dei conducenti e lo dimostrano i dati sulle quattro ruote ma soprattutto quelli relativi a moto e bici. La formazione e la sensibilizzazione funzionano, quindi vanno intensificati gli sforzi per l’educazione di tutti gli utenti della strada. Le novità del Codice annunciate dal Parlamento, alle quali ACI ha contribuito fattivamente, potranno accelerare i miglioramenti permettendo al nostro Paese il raggiungimento degli obiettivi imposti dall’Unione Europa. L’Automobile Club d’Italia insiste con la campagna internazionale MY WORLD dando voce su www.aci.it agli automobilisti che sollecitano l’ONU e gli Stati mondiali ad adottare provvedimenti concreti per trasporti e strade migliori“.

Alle parole di Sticchi Damiani si accompagna il monito a non calare l’attenzione lanciato dal presidente dell’Istat, Giorgio Alleva: “Gli incidenti stradali sono la prima causa di morte e di invalidità permanente per i giovani e questo rappresenta un costo enorme per lo Stato. Nonostante gli sforzi già compiuti per recuperare le posizioni di altri Paesi europei, occorre non abbassare la guardia, intensificare l’azione preventiva sul sistema della mobilità e disporre di dati affidabili e di qualità affinché le politiche per la sicurezza stradali siano basate su evidenze scientifiche. Produrre informazioni di qualità è un’attività complessa ed anche costosa, ne sono consapevoli tutte le istituzioni pubbliche che contribuiscono alla rilevazione degli incidenti stradali. Anche per rendere un servizio sempre più utile al Paese, è necessario mantenere alta l’attenzione e rafforzare gli sforzi per aumentare la tempestività e la qualità delle informazioni trasmesse all’Istituto“.

Foto: Flickr

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