Toyota: il futuro verso le zero emissioni, anche con l’idrogeno [FOTO]
Dall'elettrificazione alla società di servizi con Kinto
“Let’s go beyond” (‘Andiamo oltre’): questo è il claim di Toyota per il futuro a zero emissioni. L’obiettivo è di raggiungere la neutralità carbonica completa entro il 2040, per una delle aziende che lavora da più tempo sulle alimentazioni alternative. È stato questo il tema di un incontro con la stampa, nella sede di Roma, per presentare i piani per il futuro, prossimo e non solo, legati alla sostenibilità, senza però perdere le proprie caratteristiche. E non puntando solo sull’elettrico, ma anche su altre tecnologie.
“Il nostro claim vuole riassumere l’ambizione di fornire soluzioni di mobilità sostenibili per tutti, facendo leva sulla passione delle persone che lavorano per Toyota – le parole di Luigi Lucà, amministratore delegato Toyota Italia – La missione è produrre felicità per tutti. Vogliamo proteggere la terra ed arricchire le persone, in tutto il mondo. Affinché l’auto continui ad essere una parte necessaria del mondo. Indicando la strada che vogliamo percorrere per superare le sfide”.
I problemi del pianeta
I problemi del pianeta sono ormai noti a tutti, ma non da tantissimo tempo si sta lavorando su questo tema. Solamente nel 1972, infatti, ci fu un primo incontro (Club di Roma) in cui vennero segnalati i problemi, per fare un salto importante vent’anni più tardi, quando nel 1992 ci fu il primo summit ONU sul tema a Rio de Janeiro. Per arrivare, attraverso ulteriori tappe, al 2015, quando al COP21 venne deciso che il cambiamento doveva essere una missione fondamentale per la Terra.
Tra il 1969 ed il 2019 sono stati utilizzati 1.306 trilioni di petrolio, con la CO2 raddoppiata nell’atmosfera negli ultimi 150 anni, portando così al surriscaldamento, come dimostra anche l’aumento della temperatura media. “Dobbiamo ridisegnare il nostro pianeta, per raggiungere la neutralità carbonica”, è stato detto. Ma come? Con l’economia circolare, utilizzando altre fonti di energia senza idrocarburi e con un aumento dell’efficienza, eliminando gli sprechi di energia.
Il piano di Toyota
La mobilità è un tema chiave per raggiungere gli obiettivi, come ormai è abbastanza chiaro tra nuove norme e appelli, e Toyota ha un piano ben preciso e definito nel tempo. La casa giapponese si è posta sei obiettivi da raggiungere entro il 2050: la produzione di auto a zero emissioni, un ciclo di vita delle auto a zero emissioni, il ciclo di produzione a zero emissioni, minimizzare l’uso dell’acqua, il riciclo di tutti gli elementi e la realizzazione di una società in armonia con la natura.
Il piano è già in atto da tempo, visto che il primo approccio del marchio risale al 1997, da quando sono stati risparmiati 160 milioni di tonnellate di CO2, grazie ai veicoli elettrificati. In Italia, la spinta è stata accelerata nel 2012, con l’avvento sul mercato della prima Toyota Yaris Hybrid. Da allora sono stati venduti 500.000 veicoli elettrificati, leader del mercato, ed il 74% delle vendite del marchio attualmente sono veicoli a basse emissioni. Risparmiando 4 tonnellate di CO2 in 10 anni.
“Il nemico è la CO2, non una tecnologia in particolare. Il nostro approccio è multi tecnologico, utilizzando al meglio tutte le tecnologie elettrificate”, spiegano da Toyota. Con i modelli full hybrid, plug-in hybrid ed elettrici, ma anche sviluppando l’idrogeno. “Una soluzione complementare rispetto all’elettrico – ha proseguito Lucà – In particolare, per decarbonizzare il trasporto pesante e per chi ha bisogno di autonomie elevate, come gli autobus ed i taxi. Ma serve un’infrastruttura”.
Toyota e l’idrogeno
Quella che manca attualmente, con sole 160 stazioni presenti in Europa e unicamente a Mestre e Bolzano in Italia. Però su questo c’è fiducia, perché un recente accordo dell’Unione Europea, prevede che ogni stato membro dovrà avere una stazione ogni 200 chilometri sulle direttrici principali entro il 2030. In Italia, inoltre, sono stati approvati 36 progetti di stazioni di rifornimento di idrogeno, finanziati tramite il PNRR, da realizzare entro il 2026. In particolare al Nord.
“L’idrogeno permette di realizzare tutti gli usi finali dell’energia: dall’auto al camion, dal tir ai treni, ma anche per uso domestico, per avere calore ed elettricità – le parole di Fabio Orecchini, professore universitario specializzato in innovazione nel settore Auto e Mobilità – Poi ci permette di poter pensare a pulire le tecnologie legate ai combustibili fossili, come le navi o gli aerei. E tutti i mezzi di trasporto a lunga percorrenza. Anche nelle fabbriche, come con l’acciaio verde”.
Toyota lavora sull’idrogeno dal 1996, con diverse strade di ricerca, migliorando la tecnologia passo dopo passo, arrivando alla produzione in serie della Mirai nel 2015, ora giunta alla seconda generazione, con 22.000 unità vendute dal lancio. Una vettura che emette solamente gocce d’acqua, si rifornisce in cinque minuti ed ha un’autonomia di 650 chilometri. Ma l’ambizione del Gruppo è andare oltre l’automobile, come dimostrano gli accordi con Caetano Bus o Menarini.
L’idea successiva riguarda anche i motori a combustione interna, per proseguire il loro utilizzo grazie all’idrogeno. Sono in corso dei test nel motorsport, il campo di applicazione più severo. “Stiamo facendo passi avanti importanti e si stanno facendo degli sviluppi anche su modelli di serie, come una Corolla Cross Concept, è pronta al 50% – ci hanno spiegato dal marchio giapponese – È ancora presto, non sappiamo se arriverà, ma è una prospettiva concreta su cui stiamo lavorando”.
Più vai in elettrico, più sei premiato
I servizi per i clienti sono un tema chiave per Toyota, con la garanzia estendibile fino a 15 anni ed il futuro del valore garantito dell’auto. Ma anche tramite il servizio WeHybrid, che restituisce valori e benefici esclusivi, per chi è più virtuoso nella guida dell’auto full hybrid. “Un ecosistema di sfide, elementi e benefici per i clienti, all’interno dell’app di connessione Toyota – le parole dei dirigenti del marchio – Generando un doppio valore, uno del conducente e l’altro per la collettività”.
Sono sei le opportunità disponibili, con futuri programmi anche per le auto ibride plug-in ed elettriche:
WeHybrid Insurance – L’assicurazione in cui i chilometri percorsi in EV sono gratuiti, si pagano solo quelli in modalità termica.
WeHybrid Service – Viaggiando oltre il 50% in elettrico, ci sono sconti fino al 20% sulla manutenzione
WeHybrid Credit – Per chi ha sottoscritto un finanziamento Toyota Easy. Ogni 500 km in elettrico, si maturano 10 Green Credits. Poi convertiti in Kinto Go, trasformandoli in voucher per i servizi, oppure tenerli come sconto sull’acquisto di una nuova Toyota.
WeHybrid School – Gli esperti di guida aiutano ad efficientare al massimo la potenzialità elettrica, con corsi di guida ibrida presso i concessionari.
WeHybrid Challenge – Dedicato ai clienti che scelgono per primi un modello ibrido Toyota, nella fase di prevendita. Quando la vettura viene consegnata, vengono premiati in Green Credits con più chilometri in elettrico.
WeHybrid Race – Dedicato a tutti i clienti della community. Si sfidano tra di loro, per far vincere un progetto di riqualificazione urbana.
Toyota come società di servizi
Il piano di Toyota per il futuro è quello di uscire solo dall’ambito della casa costruttrice, ma anche diventare una società di servizi. Per questo è nata la società Kinto, nel 2019, da una parola giapponese che significa ‘nuvola’. “Sta cambiando il modo in cui la gente si muove – le parole di Mauro Caruccio, amministratore delegato dell’azienda – Non è più l’auto che si muove sul territorio, ma è il territorio a muovere l’auto. Noi vogliamo essere la risposta a questa evoluzione”.
Sono stati già raccolti 50.000 clienti in 3 anni, grazie ad una serie di servizi: dal noleggio a lungo termine Kinto One (12-72 mesi) a quello a breve termine Kinto Flex (1-12 mesi), passando per lo sharing con Kinto Share (1 ora-30 giorni), per arrivare al noleggio giornaliero Kinto Join ed all’app Kinto Go, tramite cui è possibile fare abbonamenti e biglietti per treni e taxi, pagare il parcheggio o anche ricercare e noleggiare un monopattino. È operativa in 5.000 comuni, con 60 operatori collegati.
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