Stellantis, Tavares sulla transizione elettrica: “Noi siamo pronti, ora la sfida è tutta della politica”
"Produrre motori endotermici oltre il 2035 per mercati extraeuropei ha poco senso"
Carlos Tavares, amministratore delegato di Stellantis, è tornato a parlare della turbolenta fase storica dell’industria automobilistica, impegnata nel percorso di transizione verso elettrico, in occasione di un’intervista rilasciata a Quattrouote.
Affermando che le Case automobilistiche sono già in piena transizione elettrica, come nel caso di Stellantis che ha attualmente 19 veicoli elettrici in vendite con altri 15 che saranno lanciati nei prossimi due anni, Tavares spiega che, al di là delle attuali tensioni internazionali, sono diversi i fattori “esterni” alle Case che hanno un peso notevole sui tempi dell’avanzamento della transizione verso l’elettrico.
Costruttori pronti, tutto il resto no
Se a livello dei costruttori la questione produttiva di auto elettriche è già “risolta”, il problema, afferma il CEO di Stellantis, sorge subito dopo: “Quando metto le macchine nelle concessionarie, i clienti devono essere rassicurati, dalla densità dei punti di ricarica alla facilità di ripristinare il pieno d’energia alla propria auto e questo aspetto non è in capo ai costruttori ma agli Stati”. Puntando il dito sulla necessità che i Paesi debbano assicurarsi una strategia energetica Tavares sottolinea: “Abbiamo passato gli ultimi cinque anni a spiegare che focalizzarsi soltanto sui dispositivi di mobilità, cioè i veicoli, può essere pericoloso perché è un intero ecosistema che dobbiamo abbracciare, con un approccio a 360 gradi”.
Politica e istituzioni chiamate alle loro responsabilità
Sottolineando come ci sia bisogno di maggiore potenza elettrica per rendere concreto il passaggio alla mobilità a corrente, il numero uno di Stellantis, ricorda come al problema della produzione d’energia pulita s’aggiunge quello sull’infrastruttura di ricarica, questioni però che non riguardano le Case automobilistiche: “La sfida – afferma Tavares – è tutta per la politica, non più per noi. Noi stiamo disassemblando le linee di montaggio delle auto a combustione e stiamo trasformando le nostre fabbriche per la produzione di batterie, di motori elettrici e veicoli elettrici. Siamo nella fase di esecuzione del piano. Per il 2030 potremmo avere una gamma 100% elettrica in Europa e al 50% negli Stati Uniti”.
I dubbi sul produrre motori endotermici oltre il 2035 per mercati extraeuropei
Interpellato sulle attività in atto per smantellare il sistema produttivo legato ai motori endotermici da parte di Stellantis, ed in relazione alle recenti affermazioni del Commissionario europeo al Mercato interno, Thierry Breton, che ipotizza al commercializzazione dei motori a combustione oltre il 2035 nei mercati extraeuropei dove l’elettrico è prematuro, l’amministratore di Stellantis, ricordando che c’è un bando sui motori termici in Europa per il 2035 e nel Regno Unito dal 2030, avanza tre questioni che sollevano più di una perplessità.
“Da una prospettiva puramente ambientale – spiega Tavares – sappiamo che il global warming è un problema planetario e non locale. Quindi è etico dire che produrremo motori a combustione per generare CO2 da qualche altre parte, fuori dall’Europa? È un atteggiamento sincero? Ma se siamo sinceri, dobbiamo andare tutti assieme nella stessa direzione. Secondo, c’è un tema di accessibilità: se le termiche devono essere destinate a mercati meno avanzati, non sarebbe una buona idea produrli in una delle aree del geografiche con i costi del lavoro più alti del mondo. Infine, il terzo motivo: perché relegare alcuni stabilimenti al di fuori dalla portata di innovazione privandoli dell’opportunità di ricevere gli investimenti per la tecnologia del futuro, tenendoli ancorati al “vecchio mondo”? Preferisco dare loro l’opportunità di modernizzarsi e ai loro dipendenti educazione, nuovi apprendimenti, perché si preparino per il domani. Non dobbiamo congelare l’industria dell’auto nello status quo”.
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