Usa, ragazza di 20 anni uccisa da un sasso scagliato sulla sua auto da un cavalcavia

La grossa pietra ha sfondato il parabrezza e l'ha colpita in testa mentre guidava

Usa, ragazza di 20 anni uccisa da un sasso scagliato sulla sua auto da un cavalcavia

Una ragazza di 20 anni, Alexa Bartell, è morta dopo esser stata colpita alla testa da un masso lanciato sulla sua auto da un ponte. La tragedia è avvenuta nella contea di Jefferson, in Colorado, negli Stati Uniti, qualche giorno fa, mercoledì 19 aprile, quando poco prima delle 23, mentre la ragazza stava tornando a casa da lavoro, qualcuno sul cavalcavia ha tirato un grosso sasso verso la sua vettura. Il sasso ha sfondato il parabrezza colpendola alla testa e uccidendola sul colpo.

Sette episodi simili quella sera in zona

In quegli istanti la 20enne era al telefono con un’amica che ha immediatamente capito che era successo qualcosa di grave. Definito dalla polizia “un atto insensato”, a rendere la vicenda ancora più inquietante è il fatto che non si è trattato di un caso isolato. Nel giro di poche sono almeno sette gli episodi simili registrati dai quali solo per fortunosa casualità non sono scaturite altre tragedie simili a quella di Alexa.

Mentre la polizia di Jefferson sta lavorando per risalire all’autore, o agli autori, del gesto criminale, le forze dell’ordine hanno fatto un appello alle vittime degli incidenti simili avvenuti in zona di farsi avanti per fornire informazioni utili alle indagini. Due persone si sono presentate nell’ufficio dello sceriffo di Jefferson raccontando di essere stati colpiti in auto da dei sassi quella stessa sera del 19 aprile, pochi minuti prima della morte di Alexa Bartell.

Le indagini della polizia

Testimonianze che hanno indirizzato i sospetti della polizia, ancora a caccia dei responsabili, verso un pick-up o un SUV di colore chiaro. Gli incidenti simili di quella sera sono iniziati alle 22:04, quando è stato lanciato un sasso su un’auto a Westminster, continuando fino a quello delle 22:45, il quinto della serata, costato la vita ad Alexa. Il fatto che gli episodi si siano verificati a diversi chilometri di distanza l’uno dall’altro lascerebbe pensare che ad agire sia stata una “banda” organizzata.

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