Alfa Romeo 6C 2500 SS “Villa d’Este”: protagonista nel terzo episodio di “Storie Alfa Romeo” [FOTO E VIDEO]

Tra artigianalità e produzione moderna

Il Concorso d’Eleganza Villa d’Este a Cernobbio è una suggestiva cornice per la ricercata Alfa Romeo 6C 2500 carrozzata da Touring, nella primavera del 1949. L’esemplare cattura l’attenzione e vince la Coppa d’Oro, grazie a una cura stilistica di riferimento per l’epoca. Fascino che porta a tributarle “ad honorem” un legame con l’evento. La 6C 2500 Super Sport “Villa d’Este” rappresenta anche un punto di passaggio cruciale nella realizzazione di auto, verso uno sviluppo produttivo più moderno.

Alfa Romeo 6C 2500 SS Coupé “Villa d’Este”

Uno degli ultimi esemplari siglati dal marchio milanese con telaio portante separato dalla carrozzeria. Solo 36 le unità realizzate, ognuna diversa dall’altra dunque uniche, in base alle preferenze della clientela e all’abilità spiccata dei carrozzieri, che ne siglano le linee.
Iniziando dall’esemplare 6C 2500 SS Coupé firmato da Touring, Bianchi Anderloni inserisce peculiari modifiche. In sostanza la zona frontale è ridisegnata con una maggiore integrazione dei quattro fari nel corpo vettura. Figurano anche due prese di raffreddamento sovrapposte e allungate. Il parabrezza risulta sdoppiato e inclinato, mentre i parafanghi sono integrati, seppur evidenti sulla fiancata. Poi si notano due fanali tondi nella zona posteriore, piuttosto bassa e pronunciata.
Nell’edizione datata 1949 del Concorso d’Eleganza Villa d’Este, il modello conquista il “Gran Premio Referendum”, il riconoscimento attribuito dal pubblico, rimarcato dall’accostamento del nome della manifestazione.

Le origini

Il modello 6C 2500 risale al 1939. Da sei anni la gestione del Portello è affidata a l’ingegner Ugo Gobbato che ha fornito anche la sua notevole conoscenza nel campo industriale, dopo le esperienze alle officine Marelli e al Lingotto di Torino. Un uomo che vive l’officina e lavora assieme ai collaboratori e, non appena arrivato, verifica subito le possibili anomalie nell’ambiente di lavoro. Da qui una nuova partenza e soprattutto un metodo sintetizzato in due manuali pubblicati nel 1932 dal titolo “Organizzazione dei fattori della produzione”. Lo stesso Gobbato delinea una “sintesi tra le esigenze di un moderno sistema industriale e la tradizione di precisione artigianale che ha distinto l’azienda fino a quel momento”. In sostanza un’indicata “razionalità produttiva non di serie”, con l’innesto di nuovi giovani ingegneri, assieme a norme e regole attualizzate al periodo, con ordine per grado, specificità e retribuzioni adeguate, come ricordato.
Tra gli aspetti peculiari anche la presenza di un campo di calcio, pista di atletica e tribuna attigua, data la presenza di una squadra Gruppo Calcio Alfa Romeo, vincitrice della divisione regionale nel 1937, approdando persino in serie C. Tra gli ingaggiati anche uno dei più grandi nomi del calcio italiano, allora giovane promessa e attratto da un’occupazione stabile come meccanico al Portello. Si tratta di Valentino Mazzola, diventato stella del Grande Torino e futuro capitano della Nazionale.
Lui era presente al Portello quando nel 1939 è stata realizzata la prima vettura.

La 6C 2500

Dopo i modelli Alfa Romeo 6C 2300 e 2300 B, la 6C 2500 presenta soluzioni innovative come dei freni idraulici e sospensioni posteriori a barre di torsione, con ammortizzatori telescopici. Di conseguenza le prestazioni sono superiori, raggiungendo una potenza che tocca i 110 cavalli nel caso della citata Super Sport, raggiungendo i 170 chilometri orari. Ne è prova il successo al debutto alla gara Tobruk-Tripoli del 1939. L’esemplare presenta una carrozzeria “ad ala spessa” con paraurti nella scocca, come ricordato.
Aspetti tecnici e trionfi sportivi sono ancora i migliori biglietti da visita per attrarre l’attenzione della clientela nel periodo. A livello produttivo si parte con lo sviluppo dei modelli Turismo dotati di cinque o sette posti, quindi Sport e Super Sport a passo corto sulle cui linee lavorano i più rinomati carrozzieri dell’epoca. Il prezzo varia da 62 a 96 mila lire, cifre di rilievo allora, in ogni caso si registra un alto apprezzamento e ben 159 unità vendute, corrispondenti al valore di ben 1.200 Fiat 508 Balilla.
Subentra però la Seconda Guerra Mondiale e gli stabilimenti sono convertiti a un produzione strettamente bellica, sino alla fine delle ostilità e a una riconversione per la cosiddetta produzione civile. Lo stabilimento del Portello, dopo i bombardamenti del 1943 e 1944, appare pesantemente danneggiato e riprendere a costruire auto risulta impegnativo, ma si ricomincia comunque dalla 6C 2500, grazie al salvataggio di alcuni stock di componenti. Nel 1945 si ultimano solo pochi esemplari in versione Sport, ma rappresentano una rinascita.

Fascino e jet set

La produzione sale a 146 modelli nel 1946 e uno di questi ultimi è proposto in una suggestiva variante cabriolet da un carrozziere, che porta il modello al Salone di Parigi. Essendo un Paese sconfitto c’è l’esclusione di realtà italiane dalla manifestazione, ma il carrozziere non si arrende e piazza le proprie realizzazioni davanti all’ingesso del Gran Palais e poi nella serata a Place de l’Opéra, ricevendo notevoli consensi per il suo lavoro. L’ideatore è Battista “Pinin” Farina, uno dei più grandi designer italiani dell’automobile, divenuto famoso nel mondo.
La peculiare Freccia d’Oro è basata sul telaio di una 6C 2500 Sport, realizzata al Portello proprio nel 1946. Una vettura riconoscibile dalla zona posteriore arrotondata. Dopo questa si realizzano altri modelli di fama altrettanto elevata, come un’elegante coupé siglata sempre dal maestro Pinin Farina, premiata al Concorso di Cernobbio. Si ricorda che il motonauta Achille Castoldi acquista un coupè Touring e replica quanto fatto da Farina anche al Salone di Ginevra.
La storica 6C 2500 di Alfa Romeo è anche l’auto delle celebrità in quegli anni, ad esempio è la vettura usata da Tyrone Power sulle strade di Roma, è il modello utilizzato da Juan Peron e la moglie Evita durante la loro visita a Milano, l’auto acquistata anche da Re Farouk d’Egitto e Ranieri III di Monaco. A bordo di una 6C 2500 cabriolet Pinin Farina, ricevuta come regalo di nozze, Rita Hayworth raggiunge il Principe Ali Khan al municipio di Cannes il giorno delle nozze il 27 maggio del 1949. Un esemplare rivestito con una tinta grigia, dotato di interni e capote blu in linea con l’abito della donna, come ricordato. Protagoniste nei precedenti episodi del ciclo, collegati all’articolo raggiungibile attraverso questo link, la prima 24 HP e la vincente 6C 1750.

Foto e video: Alfa Romeo

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