Auto cinesi: dazi anche dalla Russia, in salita fino al 2030
Circa 7.500 euro per ogni veicolo importato
La guerra commerciale contro le auto cinesi, soprattutto quelle elettriche, è in atto in buona parte del mondo. Dall’Europa agli Stati Uniti, i dazi verso le vetture del paese asiatico sono sempre più importanti ed anche dalla Russia stanno andando nella stessa direzione, per frenare il boom di acquisti, arrivati al 63% nel 2024.
Il boom di auto cinesi
Da quando è iniziata la guerra in Ucraina, molti paesi internazionali hanno imposto pesanti sanzioni alla Russia. La Cina è alleata della Russia e non ha, invece, imposto sanzioni, sfruttando il vantaggio: “I marchi internazionali in Russia sono stati completamente sostituiti dalle auto cinesi – sono le parole di Cui Dongshu, segretario generale della CPCA (China Passenger Car Association) – Se la crisi russo-ucraina finirà, la pressione sulle case automobilistiche cinesi aumenterà”.
Tuttavia, questo cambiamento non ha riguardato solo i modelli internazionali, ma anche quelli interni russi. Secondo le ultime statistiche, infatti, solo il 29% di vetture era di un marchio russo, in confronto al 63% di quelle cinesi. Con oltre un milione di esemplari acquistati l’anno scorso, soprattutto quelle più piccole a benzina.
Oltre 7.500 dollari a vettura
Così il governo locale ha deciso di reagire ed ha aumentato le tasse di riciclaggio, così sono nominati i dazi russi, raddoppiandole, rispetto all’anno scorso per cercare di prevenire l’invasione. Ora per le principali vetture c’è una tassa di 667.000 rubli (circa 7.500 euro), con un aumento previsto fino al 20% all’anno fino al 2030. Inoltre, secondo quanto riportato dal Financial Times, tre marchi cinesi hanno violato gli standard di sicurezza e sono state vietate le vendite in Russia.
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