Auto elettrica, Buck (Camera di commercio Italo-Germanica): “La strada è tracciata, avanti senza tentennamenti”
Buck: "L'Europa è pronta, tornare indietro è autolesionismo"
Al di là delle difficoltà del momento, l’Europa deve tirare dritto sulla transizione della mobilità basata sull’auto elettrica. Ad auspicare che il percorso di cambiamento tracciato dall’Unione Europa non venga interrotto, e ancor meno invertito, è Jorge Buck, CEO della Camera di Commercio Italia-Germanica, che spiega il proprio punto di vista sul tema della transizione verso la mobilità elettrica in Europa in una recente intervista rilasciata al Corriere della Sera.
Tornare indietro sarebbe “autolesionistico”
Secondo Buck l’auto elettrica è necessaria e il suo futuro non può essere messo in discussione dalle attuali incertezze politiche e dalla crescente pressione concorrenziale che arriva prevalentemente della Cina. Tornare indietro sulla transizione, afferma Buck, sarebbe un atto “autolesionistico”, nonché un grave errore strategico per l’Europa.
Investimenti ingenti e impatto ambientale minore
A sostegno della sua posizione, Buck cita alcuni elementi. In primis, gli investimenti europei nel settore, complessivamente 350 miliardi di euro su innovazione e tecnologia, che spingono verso questa direzione. Altra questione che, sottolinea Buck, gioca a netto vantaggio delle auto elettriche è il loro minore impatto ambientale complessivo (incluso l’intero ciclo di vita del veicolo).
Il ruolo cruciale della comunicazione
Buck individua poi nella comunicazione sull’auto elettrica un aspetto cruciale, sottolineando l’importanza che la domanda di veicoli elettrici sia sostenuta da una narrativa chiara e costruttiva. Oltre a citare Volkswagen e BASF come esempi di costruttori che si stanno impegnando per proporre veicoli elettrici a prezzi più accessibili, Buck si sofferma poi sulla situazione italiana, sottolineando come siano essenzialmente due le sfide più importanti rilanciare la competitività del nostro Paese in tema di transizione: i costi energetici elevati e il ritardo negli investimenti in ricerca e sviluppo.
Sulla base delle sue ferme convinzioni, Buick conclude sottolineando che l’Europa ha tutte le capacità tecnologiche e industriali per guidare la trasformazione del settore, cosa che sarebbe più semplice con un’industria automotive coesa e resiliente che rema unita verso la stessa direzione.
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