Auto elettriche: Italia quasi fanalino di coda in Europa, è al 27esimo posto per diffusione

Il Paese si colloca al 27° posto in Europa, con una quota inferiore all’1%

Auto elettriche: Italia quasi fanalino di coda in Europa, è al 27esimo posto per diffusione

In Italia le auto elettriche al 100% sono ancora assai rare: il nostro Paese infatti si colloca al 27° posto in Europa, con una quota inferiore all’1%, leggermente sopra la Bulgaria. Secondo gli ultimi dati diffusi da Eurostat, nel 2024 nell’Unione Europea sono state immatricolate 1,45 milioni di nuove auto elettriche, un dato che rappresenta un calo del 6,1% rispetto ai 1,55 milioni del 2023.

Le auto elettriche? In Italia sono ancora una rarità

Nonostante il calo delle vendite registrato, il numero complessivo di veicoli elettrici a batteria in circolazione nel vecchio continente è aumentato, raggiungendo 5,87 milioni di unità, con una crescita del 32,4% rispetto ai 4,43 milioni del 2023. Questi numeri confermano che la transizione verso la mobilità elettrica prosegue, anche se in maniera abbastanza diversa tra i diversi Paesi europei, con alcune nazioni ancora molto indietro rispetto ad altre in termini di diffusione e penetrazione delle auto elettriche.

Nel 2024 la quota di auto elettriche a batteria tra le nuove immatricolazioni è calata al 13,6%, in lieve flessione rispetto al 14,6% dell’anno precedente. Nonostante il rallentamento, il dato resta rilevante se si pensa che fino al 2018 il mercato era quasi inesistente, con una crescita progressiva: 5,3% nel 2020, 9% nel 2021 e 12,1% nel 2022.

Il nostro paese già da tempo ha deciso di correre ai ripari. Infatti il governo ha deciso di rilanciare il settore con un nuovo piano che prevede incentivi per chi acquista auto elettriche. Secondo questo piano, presentato dal ministro Gilberto Pichetto Fratin, l’obiettivo dell’Italia è quello di avere almeno 39.000 veicoli a emissioni zero entro fine giugno 2026 in strada, con un investimento di circa 600 milioni di euro. L’entrata in vigore della misura è prevista per settembre. La speranza è che ciò possa davvero contribuire a ridurre il divario con la stragrande maggioranza degli altri paesei europei che da questo punto di vista appaiono in netto vantaggio.

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