Auto: i dazi non scalfiscono più di tanto i margini dei produttori cinesi

I dazi imposti alle auto cinesi in Europa non sembrano danneggiare più di tanto i produttori

Auto: i dazi non scalfiscono più di tanto i margini dei produttori cinesi

Come sappiamo l’Unione Europea ha introdotto nuove tariffe per le auto prodotte in Cina. Questi dazi variano in base al produttore. Ad esempio quelli per le auto di Byd sono del 17,4%, quelli di Geely al 19,9%, quelli di Saic Motor 37,6%.  Al momento la Cina cerca di mediare e spera di trovare un accordo con l’Europa prima che questi dazi diventino definitivi tra circa 4 mesi.

I dazi imposti alle auto cinesi in Europa non sembrano danneggiare più di tanto i produttori cinesi

Ovviamente i produttori cinesi non sono molto contenti di questi dazi anche se obbiettivamente occorre dire che i loro margini vengono scalfiti solo in maniera molto lieve da questi rialzi che comunque sono estremamente più dolci rispetto a quelli previsti da altri paesi. Basta pensare agli Stati Uniti che di recente ha aumentato le tariffe del 102,5% o l’Indonesia che le ha aumentate addirittura del 200%.

Solo un numero ristretto di produttori cinesi, come Nio, vedrebbe la propria redditività gravemente compromessa o annullata, al punto da abbandonare l’export verso l’Europa. Paradossalmente, le aziende maggiormente colpite sarebbero Tesla e BMW. Non sorprende che i principali produttori tedeschi di automobili e componenti si oppongono fermamente ai dazi in Europa, data la loro forte presenza sul mercato cinese e il timore di possibili ritorsioni.

In Borsa, l’impatto sui produttori cinesi di veicoli elettrici è stato immediato, con le azioni del settore che hanno subito forti cali in breve tempo. Nel frattempo, Saic Motor, partner di Volkswagen in Cina dal 1984, ha annunciato che chiederà di essere nuovamente ascoltata a Bruxelles, dichiarando che «la Commissione Europea ha trascurato alcune delle nostre contro-argomentazioni».

Un altro grande gruppo statale, Chery, ha invece ignorato la questione dei dazi durante il lancio del suo primo modello per l’Italia, il SUV Omoda 5, avvenuto giovedì sera a Milano. In Italia, sono in corso discussioni per avviare la produzione.

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