Autogrill contro le concessionarie autostradali: a rischio migliaia di posti di lavoro
Il "piano di razionalizzazione" prevede la chiusura di molti distributori e aree di servizio
Fa discutere il “piano di razionalizzazione” della rete autostradale che contempla la chiusura di diversi distributori e autogrill, nell’ottica di un restyling dove la distanza minima tra due stazioni dovrà essere di 50 chilometri. Facile immaginare quanti distributori e aree di servizio, ritenute non abbastanza influenti a causa del loro basso fatturato, sarebbero costrette a chiudere, lasciando a casa un numero non indifferente di lavoratori.
La “proposta” arriva direttamente dal ministero dei Trasporti e da quello dello Sviluppo e, secondo le associazioni di categoria Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Anisa Confcommercio, il vero obiettivo sarebbe solo quello di avvantaggiare le principali concessionarie autostradali dello stivale: Autostrade per l’Italia e gruppo Gavio solo per citare le più importanti.
Negli ultimi tre anni il traffico sulle autostrade è calato del 9% e parallelamente anche il consumo di carburante ha subito un notevole calo. Il piano messo in piedi dal ministero sarebbe dunque la diretta conseguenza di questa situazione. Partendo dal presupposto che la rete autostradale figura tra i servizi pubblici dati in concessione ai privati da parte dello Stato, la decisione ministeriale non andrebbe però a influire sui diritti e le commissioni che distributori e gestori delle aree di servizio corrispondono alle società concessionarie.
La lamentela degli operatori deriva quindi dal fatto che, da una parte la chiusura di alcune aree sembrerebbe l’unica soluzione per ridurre i consumi, dall’altra non ci sarebbe però una corrispettiva riduzione delle royalties nei bandi di gara.
La vera crisi nasce dai prezzi applicati a carburante, caffè e panini lungo la rete autostradale, spesso pari a due o tre volte i prezzi applicati sulla rete ordinaria. Un aumento da imputare appunto al peso delle royalties applicate dai concessionari. E chi paga alla fine della filiera la benzina più cara d’Europa – in media 18 centesimi al litro in più rispetto alla rete ordinaria ? L’utente finale, ovviamente.
La protesta contro le concessionarie autostradali dovrebbe sfociare in uno sciopero generale a marzo, in cui le associazioni manifesteranno anche contro l’installazione delle macchinette automatiche che offrono caffè e tramezzino, in aggiunta al servizio di self-service alla pompa di benzina.
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