BMW: affetta da frenesia di contratti

Se si posizionassero tutte le vetture BMW che sono state acquistate e vendute in questo ultimo, più recente periodo adiacenti, l’una dietro l’altra, probabilmente, da Monaco di Baviera si arriverebbe negli Stati Uniti, il mercato più coccolato, sorvolando sul livello dell’acqua l’Oceano Atlantico – citazione biblica, me ne rendo conto – e raggiungendo, forse, le case di tutti gli acquirenti che hanno posto il loro apprezzamento in calce ad un qualche contratto.

Pare, infatti, che il costruttore bavarese abbia già esaurito la produzione della nuova Serie 5 per quest’annualità: se s’avevano dubbi sulla regressione stilistica, dopo la parentesi della matita ardita di Chris Bangle, oggi è la carta che canta, quella delle proposte d’acquisto, che spodesta la vecchia generazione (E60, E61), la sistema in sordina nella soffitta automotive.

Ian Robertson, capo delle vendite BMW, ha commentato la notizia, computando, a suon di cifre, il valore del modello sul mercato statunitense: la prospettiva, sempre più concreta, è quella che la berlina Serie 5 rappresenti il 15% del business americano. Tuttavia, il quartier generale bavarese aveva già compreso il ruolo di centralità di un modello simile per il costruttore dell’elica bianca, sulla piazza globale.

Ricordavate quell’edizione limitata in trenta esemplari, M3 Frozen Gray, di cui parlammo pochi giorni fa? Talmente limitata da esaurire la scorta prevista in soltanto dodici minuti: il risultato, estremamente positivo, riconferma quanto detto sino ad ora: costoso è bello. Il mercato pare imbizzarrito o la nostra frenesia si traduce nel bisogno impellente e spasmodico di firmare, firmare, firmare, firmare, firmare…..

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