BYD | Alessandro Grosso: “Vogliamo diventare i leader mondiali”
"In Italia il prima possibile a 20mila auto in strada"
BYD sta continuando la sua espansione in Europa e anche in Italia. L’ultimo trimestre 2024 ha visto un salto avanti nelle immatricolazioni nel nostro Paese, ma il marchio cinese vuole diventare sempre più una potenza internazionale, dopo aver comandato il mercato locale. “Vogliamo fare un altro salto in alto – le parole di Alessandro Grosso, country manager italiano, ai colleghi di Open – passare dall’essere leader incontrastato del mercato cinese a leader mondiale in tutti i continenti”.
I dazi europei non preoccupano
La politica di espansione del marchio, in particolare in Europa, è guidata dalla costruzione di due stabilimenti nel Vecchio Continente, anche per non avere conseguenze dei dazi UE sulle elettriche prodotte in Cina: “Uno stabilimento in Ungheria, che aprirà a fine 2025, e l’altro in Turchia – ha spiegato – Inoltre, siamo tra le aziende che più hanno collaborato con l’indagine della Commissione. Questi dazi saranno solo un mal di testa di qualche mese, poi verranno dimenticati”. Si era parlato anche di un possibile stabilimento italiano: “No comment. Ma BYD non si mette limiti”.
Diversa la situazione negli USA, dove c’è una vera e propria guerra ai marchi cinesi, acuita ora dall’elezione di Trump: “Noi in Nord America non operiamo nella divisione autovetture, essenzialmente perché qualcuno ha deciso che le vetture non statunitensi non debbano essere presenti sul mercato. Detto questo, se un’azienda costruisce due stabilimenti in Europa e crea nuovi posti di lavoro, penso che bisognerebbe, non dico supportarla, ma quantomeno non ostacolarla”.
Gli obiettivi
L’obiettivo è diventare una potenza automobilistica mondiale, aumentando sensibilmente le vendite: “Oggi l’85-90% dei nostri volumi sono prettamente cinesi. Vogliamo arrivare a un 60% di vetture vendute in Cina e il restante 40% in altri mercati”. E l’Italia? “Da noi la transizione sembra non esserci ancora. Bisogna rivedere completamente gli incentivi, meglio non averne che averne a singhiozzo. L’obiettivo? Dobbiamo arrivare il prima possibile alle 20mila macchine per strada”.
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