Caro energia, Marsiglia (Federpetroli): “Prezzi di carburanti e bollette giù sfruttando i pozzi italiani”

In 5-10 anni l'Italia potrebbe produrre il 54% del proprio fabbisogno di petrolio e gas

Caro energia, Marsiglia (Federpetroli): “Prezzi di carburanti e bollette giù sfruttando i pozzi italiani”

Lo scoppio della guerra in Ucraina e le sanzioni alla Russia hanno destabilizzato i mercati internazionali, con conseguenze tangibili sulle quotazioni del petrolio e del gas che hanno portato a consistenti rincari su carburanti e bollette degli italiani.

Lo “scossone” geopolitico col quale, in particolar modo l’Europa, deve fare i conti hanno rimesso al centro del dibattito la mancanza di progettazione energetica a lungo termine dell’Italia e la correlata eccessiva dipendenza dalle forniture estere, fattore che espone il nostro Paese a numerosi problemi, compresi quelli relativi ai costi di bollette e carburanti.

L’importanza della produzione nazionale di petrolio e gas

Diminuire la dipendenza dagli altri Paesi significherebbe mettersi al riparo dalle oscillazioni internazionali del mercato, tenendo maggiormente sotto controllo i prezzi. Una soluzione, stabile e duratura, per far fronte ai rincari c’è ed è quella di riprendere la produzione nazionale. A sottolinearlo nel corso di un’intervista a ilsussidiario.net è Michele Marsiglia, presidente di Federpetroli Italia, che rappresenta diversi settori dell’indotto petrolifero, ricordando quanto per l’Italia sia importante sfruttare i propri giacimenti di idrocarburi e costruire una politica energetica chiara. Con la produzione nazionale a pieno regime, spiega Marsiglia, “nell’arco di 5-10 anni l’Italia può produrre il 54% del proprio fabbisogno di petrolio e di gas“.

Positivo il taglio della accise, ma si può fare di più

Parlando del taglio di 25 centesimi alle accise sul prezzo dei carburanti scattato ieri, Marsiglia afferma che è un intervento apprezzabile, ma che si potrebbe fare qualcosa in più considerando le 18 voci che compongono le accise e alcune delle quali talmente datate da non avere più motivo di esistere. Il presidente di Federpetroli prevede comunque una stabilizzazione dei prezzi dei carburanti, sulla scia della riduzione della quotazione del petrolio che in due settimane è sceso da 140 a 108 dollari al barile.

Tutti a caccia di alternative al petrolio russo

Venendo alla difficoltà energetiche dell’Italia legate al rischio di uno stop all’approvvigionamento del petrolio russo, Marsiglia spiega che, secondo i dati 2021, il greggio russo ha rappresentato uno quota irrisoria per il nostro Paese: meno di 5 milioni di tonnellate su un totale di 68 milioni di tonnellate importante. Tuttavia, anche se sostituibile con greggi alternativi, l’Italia deve comunque fare i conti con la “concorrenza” degli altri Paesi europei, la cui quota di petrolio russo importata è maggiore, che si stanno spostando su altre location di fornitura. Una situazione, sostiene Marsiglia, che nelle ultime settimane sta ridefinendo lo scenario petrolifero mondiale, portandoci a vivere un vero e proprio shock petrolifero, dove i Paesi corrono a comprare petrolio dove si trova e ai prezzi più disparati.

Anche nel gas Italia Paese “dominato”

Lo stesso discorso vale anche per il gas, con l’Italia impegnata a stringere contratti per irrobustire più rapporti bilaterali. Il nostro Paese, spiega Marsiglia, compra all’estero il 95% del gas producendo in Italia solo il 4,7%: “La situazione dell’oil&gas è bloccata da anni. Finché non verrà definita una strategia energetica nazionale chiara, saremo sempre nella posizione di paese dominato, non dominante, e i prezzi non li potremo stabilire noi”.

I rischi dell’eccessiva dipendenza da forniture estere

Puntando il dito su una dipendenza energetica dell’Italia dall’estero definita inaccettabile, il presidente di Federpetroli, precisa che: “L’approvvigionamento estero è importante, è gusto stipulare degli accordi. Ma gli accordi vanno siglati al massimo al 50%, e non come noi per quasi il 90%. Nel corso degli anni abbiamo avuto problemi con la Russia, con la Libia, con l’Arabia Saudita… Se nello Stretto di Hormuz si incaglia una petroliera, come successo tempo fa, che blocca il traffico marittimo, noi ne risentiamo pesantemente. E non avere fornitori in casa significa essere controllati solo da un mercato esterno”.

Italia in grado di produrre il 54% del fabbisogno nazionale di petrolio e gas

Intervenendo in maniera adeguata, l’Italia avrebbe la possibilità di soddisfare buona parte del suo fabbisogno petrolifero nazionale come spiega Marsiglia: “Se va a pieno regime nell’arco di 5-10 anni, l’Italia può produrre il 54% del proprio fabbisogno di petrolio e di gas. Con le nuove tecnologie, non solo in Basilicata e in Lombardia, ma in quasi tutte le regioni ci sono possibilità di estrarre petrolio e gas, sfruttando pozzi a terra. Ma anche piattaforme offshore, visto che per definizione, dove c’è mare sotto c’è metano, e anche puro, quindi che non richiede una lavorazione costosa. Nel nostro Paese abbiamo quasi 1.500 pozzi che devono essere messi ancora in produzione: abbiamo già perforato, già messo la valvola, bisogna solo realizzare piccoli gasdotti da tre pollici per metterli in produzione”.

100% di mix energetico

Il presidente di Federpetroli aggiunge che “non si tratta solo di sfruttare petrolio e gas dei propri giacimenti, ma di arrivare a un 100% di mix energetico, utilizzando tutte le fonti disponibili, dagli idrocarburi alle rinnovabili e all’eolico. In questo modo anche le bollette di imprese e famiglie si abbassano, perché riusciremmo a definire un nostro prezzo di mercato. A quel punto, ben venga anche l’approvvigionamento dall’estero”.

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