Crisi auto, Fiat taglia 500 milioni di investimenti in Europa

Potrebbero sorgere problemi per la nuova Grande Punto e la nuova Bravo

La crisi dell'auto non accenna a cambiare tendenza e così Fiat avrebbe deciso di tagliare almeno 500 milioni di euro di investimenti in Europa, mettendo però a serio rischio i progetti riguardo alcune nuove gamme
Crisi auto, Fiat taglia 500 milioni di investimenti in Europa

Brutta botta per il mercato dell’auto, dopo che i dati di vendita dei primi cinque mesi dell’anno non hanno certo riportato una situazione rosea. Sergio Marchionne, infatti, ha annunciato che il Gruppo Fiat effettuerà una riduzione degli investimenti in Europa pari a circa mezzo miliardo, ovvero 500 milioni di euro. Una dichiarazione che è stata rilasciata durante un’intervista a Bloomberg a margine della riunione dell’ACEA, l’Associazione Europea dei Costruttori di Auto, di cui Marchionne è presidente.

«La riduzione del piano di spesa – sono state le sue parole – è di circa mezzo miliardo rispetto a quanto era stato previsto lo scorso anno.» Poche parole, ma chiare, che potrebbero avere delle serie ripercussioni nel breve termine sulle produzioni del Lingotto. Secondo le ultime notizie, infatti, i progetti della nuova Grande Punto e della nuova Bravo potrebbero subire dei fortissimi rallentamenti.

Per quanto riguarda gli investimenti e le possibilità di crescita per l’azienda e il Paese, Marchionne ha voluto porre l’accento su un importante sgravio fiscale apportato dal governo spagnolo su Iveco, che ha permesso di inaugurare nuovi progetti e nuove proposte per l’industria italiana. Poggiando su questo caposaldo, Marchionne ha voluto sottolineare come manchi in questo senso una politica comune a tutta l’Unione Europea e che finché il governo continentale non deciderà come comportarsi, le speranze del mercato automobilistico di riprendersi saranno ridotte al lumicino.

Ovviamente gli organi sindacali si sono messi subito in allarme. La Cisl ha dichiarato di voler subito aprire una vertenza per programmare il futuro a medio termine del panorama industriale italiano, mentre Fim-Cisl ha voluto sottolineare come la crisi non possa essere usata come giustificazione per riconsiderare gli investimenti futuri. Marchionne, comunque, ha confermato anche che gli investimenti già fatti non verranno in alcun modo ritirati.

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