Dentro la fabbrica Arcfox: perché il futuro elettrico cinese è anche europeo
Un impianto hi-tech, una crescita rapida e una visione che guarda sempre più verso l’Occidente
Forse molti dei nostri lettori non hanno mai sentito parlare di Arcfox. Forse i più attenti se lo ricorderanno per la sua presenza a qualche salone dell’auto europeo, come ad esempio a Ginevra nel 2019, ma all’epoca persino in Cina questo nuovo brand del gruppo BAIC (Beijing Automotive Industry Corporation, già noto per aver industrializzato i modelli Mercedes e Hyundai destinati al mercato asiatico) era nato da appena due anni e doveva ancora costruirsi un nome. Oggi, dopo circa nove anni dalla sua fondazione, Arcfox si sta sempre più velocemente costruendo il suo posto sotto la luce dei riflettori. Per quanto il suo volume di vendita non sia forse allo stesso livello di alcuni concorrenti connazionali, la sua velocità di crescita è forse una delle più impressionanti del panorama automobilistico dell’Asia. Per quanto ancora non ci siano indicazioni su un eventuale sbarco nel nostro Paese (mentre qualche vettura si sta già facendo vedere in Spagna e Portogallo), non abbiamo molti dubbi sul fatto che prima o poi la “volpe artica” arriverà sulle nostre strade. Ne è testimone il fatto che, in occasione del Salone di Shanghai 2025, siamo stati tra i pochi giornalisti italiani ad avere l’occasione di visitare il loro sorprendente stabilimento di Zhenjiang (a poche ore di auto da Shanghai stessa), una fabbrica all’avanguardia che, secondo i dati forniti dalla casa, è automatizzata fino al 97% dell’intera lavorazione.
Un po’ di storia
Prima cerchiamo di capire bene chi sia Arcfox. Si tratta, come detto, di un brand del gruppo statale BAIC, il cui core business è quello delle auto elettriche di alta gamma, estremamente tecnologizzate e raffinate, destinate soprattutto per un pubblico di giovani professionisti urbani (almeno per la conformazione della popolazione cinese). In Italia, come detto, non abbiamo ancora visto le loro auto, ma delle vetture del gruppo BAIC sono comunque giunte dalle nostre parti, seppur rimarchiate attraverso il gruppo DR Automobiles. Parliamo della Evo 5, della ICH-X K2 e della Tiger Six, tutte vetture che in patria sono riconducibili al marchio Beijing. Il logo del marchio rappresenta una volpe artica stilizzata, che rimanda direttamente al nome (Arcfox è la contrazione dall’inglese “arctic fox”), il cui significato vuole essere “intelligenza” tecnologica unita alla “capacità” di affrontare l’ambiente esterno, rispettandolo al tempo stesso. Senza scordare un certo livello di eleganza della quale la volpe è sempre stata simbolo.
Fondata nel 2017, la Arcfox ha conosciuto una crescita molto veloce, che l’ha portata a superare le 30.000 unità vendute nel 2023, che ha rappresentato un aumento del 138% rispetto all’anno precedente. Un risultato eccezionale, se consideriamo tra l’altro che la Cina ha avuto a che fare con la pandemia di COVID-19 ben più a lungo di noi. L’espansione internazionale è iniziata già in quello stesso anno, con il debutto negli Emirati Arabi Uniti e in Arabia Saudita. Nel frattempo, dal punto di vista tecnologico ha stretto collaborazioni con aziende di primo piano come Huawei per la connettività dei propri sistemi di guida, Pony.ai per integrare l’intelligenza artificiale ai propri sistemi di guida autonoma di livello 4, e soprattutto Magna International, la stessa azienda che ha creato a Graz la fabbrica nella quale vengono costruite le Mercedes Classe G. Un bel biglietto da visita.
Dalla Classe G all’Alpha S5
Come detto, lo stabilimento di Zhenjiang del gruppo BAIC, dedicato quasi unicamente al marchio Arcfox ma adatto anche ad ospitare produzioni a contratto da clienti terzi, è stato creato nel 2018, ad appena un anno dalla creazione della casa stessa. Si è trattato anche di un evento per certi versi storico, in quanto la società BAIC BluePark Magna Automobile Company nata in quell’occasione è stata la prima joint venture in assoluto tra un’azienda automobilistica cinese e un fornitore globale internazionale. La città di Zhenjiang, situata nella provincia dello Jiangsu, si trova in una posizione strategia tra il mare e la zona industrializzata della Cina, rendendola una scelta perfetta per questo tipo di industria. La Magna International probabilmente l’avrete anche già sentita: fondata nel 1957 in Canada, è uno dei più grandi fornitori industriali al mondo per il settore automotive (29 Paesi, 340 stabilimenti, 174.000 dipendenti secondo i dati aggiornati al 2023) ed è nota in particolare per aver contribuito a realizzare a Graz, in Austria, il grande stabilimento dove viene costruita sua maestà Mercedes Classe G. Per certi versi, quindi, la volpe artica è parente stretta di uno dei fuoristrada più famosi del mondo.
Per quanto riguarda lo stabilimento di Zhenjiang, stiamo parlando di un’industria di altissimo profilo, come poche altre possiamo trovare in giro per il mondo. Secondo i dati forniti dal gruppo, infatti, la catena produttiva è automatizzata al 97%, grazie alle linee robotizzate fornite dalla ABB e dalla KUKA e al trasporto dei materiali lungo le linee operato da sistemi di trasporto automatico. Il controllo qualità dei pezzi viene fatto sia sulla linea che al di fuori, utilizzando ben 500 punti di ispezione specifici, test di tenuta, calibrazione dei sistemi ADAS, verifica NVH (rumore-vibrazioni-ruvidità), test a temperature estreme comprese tra -40 e +70 gradi Celsius, e infine cicli di corrosione e di apertura delle porte fino a 100.000 ripetizioni. Il tutto è stato concepito anche per l’utilizzo di materiali e sistemi a basso impatto ambientale, al punto che i parametri dichiarati dalla società confermano la compatibilità con quelli americani ed europei (le plastiche interne, addirittura, presenterebbero un grado di sicurezza pari a quelli richiesti in Unione Europea per i giocattoli per l’infanzia). È previsto anche il riciclo interno dei solventi e delle acque reflue industriali. I modelli attualmente prodotti presso lo stabilimento sono l’AlphaT, l’AlphaS (anche in versione HI con tecnologia Huawei Inside per la guida autonoma di livello 3), l’AlphaS5, la Koala S e il RoboTaxi, senza dimenticare i prototipi come l’Arcfox 77° presentata proprio allo scorso Salone di Shanghai.
Cuore produttivo
Certamente fa impressione pensare che una casa come Arcfox, sicuramente grande ma non come altri marchi già arrivati anche dalle nostre parti, possa contare su un potenziale industriale così raffinato e ben programmato. Al di là di qualsiasi considerazione sull’opportunità o meno di avere un sito produttivo automatizzato, quello di Zhenjiang è un raro esempio di impianto per veicoli elettrici capace di costruire una vettura sin dai primi pezzi fino al modello finale, persino in Cina. Tenendo conto che il sito è pensato per l’esportazione, per la produzione di vetture di marchi partner e persino per adattarsi sia a grandi volumi che a produzioni limitate nei numeri, non ci sorprenderemo se presto il marchio Arcfox apparirà sulle nostre strade. Vedremo come verrà accolto dal mercato europeo e italiano, già alle prese con una difficoltosa convivenza con la nuova tecnologia elettrica.
Intervista esclusiva: cosa offre Arcfox in più rispetto ai marchi europei?
Essendo un marchio ancora sconosciuto in Italia e in Europa in generale, abbiamo voluto scoprire qualcosa di più sulla natura e sulle ambizioni di Arcfox. Per questo motivo abbiamo rivolto alcune domande in esclusiva a un rappresentante della casa cinese, per scoprire più in profondità in cosa consista questo progetto del gruppo BAIC. Soprattutto, però, abbiamo voluto capire bene cosa offra di più la volpe artica rispetto ai marchi concorrenti europei. Un punto fondamentale per capire se potrà avere delle chance di competere su un mercato tra i più competitivi al mondo.
“Arcfox si differenzia dai marchi premium europei affermati spingendo oltre i confini dell’innovazione in tre aree chiave – ci ha spiegato il rappresentante – 1) Guida autonoma avanzata di livello 4. Arcfox è all’avanguardia nello sviluppo della guida autonoma. A differenza di alcuni concorrenti che si basano esclusivamente su sistemi visivi (come Tesla), la nostra soluzione integra hardware e software, compresi LiDAR, radar e piattaforme di calcolo ad alte prestazioni. Questo approccio completo garantisce maggiore sicurezza, stabilità e adattabilità, soprattutto negli ambienti urbani complessi; 2) Architettura veicolo e materiali ultra-sicuri. Abbiamo progettato i nostri veicoli con una rigidità torsionale fino a 60.000 Nm/° — un valore che supera nettamente modelli di riferimento nel segmento lusso come Audi Q7 e BMW Serie 7. All’interno dell’abitacolo utilizziamo materiali di grado medicale, inclusi rivestimenti simili a quelli dentali, per creare un ambiente salubre e a basso contenuto di VOC. Questo risponde a una crescente domanda dei consumatori per la sicurezza non solo negli urti, ma anche nella qualità dell’aria interna quotidiana; 3) Catena di fornitura globale e partnership strategiche. Arcfox sfrutta un ecosistema globale. La nostra partnership produttiva con Magna ci consente di garantire standard qualitativi internazionali. Allo stesso tempo, collaborazioni con leader tecnologici come Huawei e Bosch ci permettono di sviluppare insieme tecnologie chiave. Queste alleanze formano un solido “circolo della mobilità intelligente” che genera sinergia tecnologica e accelera l’innovazione lungo tutta la catena del valore. Attraverso questi pilastri, Arcfox non solo colma il divario con i brand premium tradizionali, ma punta a stabilire nuovi standard in termini di mobilità intelligente, sicura e sostenibile“.
Non solo tecnologia
Al di là del discorso hi-tech, però, sarà fondamentale per Arcfox costruire vetture che possano anche soddisfare il gusto dei clienti italiani a livello di design e di raffinatezza. In questo senso, ci è stato risposto che “sebbene Arcfox abbia solide radici nella tecnologia avanzata, attribuiamo la stessa importanza alla risonanza emotiva e ai valori di marca — in particolare nei mercati internazionali dove la notorietà del marchio è ancora agli inizi. Crediamo che i migliori prodotti nascano con gli utenti, non solo per loro. Arcfox ha strutturato un processo di sviluppo guidato dal feedback, dove i suggerimenti dei clienti vengono raccolti attivamente e rapidamente integrati nei miglioramenti di prodotto. Questo non solo aumenta la soddisfazione, ma rafforza anche il senso di appartenenza e comunità”.
“Vediamo la tecnologia non solo come motore di innovazione, ma come veicolo di responsabilità. Dai materiali interni a bassa emissione VOC e di grado medicale alla gestione intelligente dell’energia e alle batterie sostenibili, Arcfox si impegna per salute, sicurezza e responsabilità ambientale. Questo approccio valoriale ci permette di conquistare la fiducia dei consumatori più sensibili a tematiche etiche. Le nostre collaborazioni con aziende globalmente rispettate come Magna, Huawei e Bosch rafforzano la nostra credibilità, mentre la strategia di ingresso nei mercati prevede un’attenta localizzazione — dalla lingua dell’interfaccia alle abitudini di guida, fino all’ecosistema dei servizi — per garantire coerenza culturale e funzionale”.
“In quanto brand premium sostenuto da oltre 67 anni di esperienza industriale e R&D del gruppo BAIC, Arcfox non è un semplice “nuovo arrivato”, ma un marchio che incarna forza silenziosa e profondità accumulata. Stiamo costruendo una narrazione basata sul lungo termine, che unisce l’innovazione cinese agli standard globali, trasmettendo non solo ciò che offriamo oggi, ma anche i valori in cui crediamo per il domani. Attraverso questi pilastri, vogliamo andare oltre l’etichetta di “nuovo brand” per diventare un partner di fiducia nella mobilità delle persone — unendo tecnologia intelligente e connessione emotiva”.
Ma quando arriva in Italia?
La domanda, però, sorge spontanea: quando vedremo Arcfox in Europa e Italia? E, soprattutto, in che modo e con quali modelli la vedremo? “Considerando il rapido avanzamento dell’elettrificazione in Europa e l’interesse crescente per soluzioni di mobilità intelligente, Arcfox sta attivamente esplorando opportunità per entrare nei principali mercati europei — Italia inclusa — nell’ambito della nostra strategia di espansione globale”.
“Stiamo conducendo ricerche di mercato approfondite e definendo i percorsi di conformità normativa, con un focus su sicurezza, standard ambientali e omologazione. Il nostro obiettivo iniziale è avviare operazioni pilota o programmi a flotta limitata in alcuni Paesi europei entro la fine del 2025, con un lancio commerciale più ampio previsto per il 2026, subordinato alla prontezza locale e alle partnership strategiche”.
“Il nostro piano d’ingresso si baserà su tre pilastri: collaborazioni locali, compliance-first e costruzione del brand. [Per quanto riguarda i] modelli selezionati per l’Europa e per l’Italia, stiamo privilegiando configurazioni veicolari che rispondano meglio alle esigenze locali. EV compatti e intelligenti, come l’Arcfox T1, ideali per contesti urbani ad alta densità come Roma o Milano. Modelli a lunga autonomia come l’Alpha T5 ULTRA, adatti per i pendolari. E modelli ad alta tecnologia come l’Alpha S5, con ADAS evoluti e connettività AI. Arcfox vede l’Europa come una regione strategica e promettente. La missione è portare una nuova generazione di mobilità elettrica, intelligente, sicura e sostenibile”.
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