Ecobonus auto: il governo pronto alla rivoluzione, fondo da un miliardo di euro

Il fondo destinato al settore automotive avrà una dotazione di 750 milioni di euro per il 2025, con un incremento a un miliardo l'anno successivo

Ecobonus auto: il governo pronto alla rivoluzione, fondo da un miliardo di euro

Ieri al Palazzo Piacentini a Roma, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha discusso con aziende e sindacati del settore automobilistico il nuovo piano pluriennale sugli ecobonus. Durante l’incontro sono state presentate diverse iniziative, tra cui la revisione degli incentivi per favorire l’acquisto di auto a minori emissioni e per incentivare il rottamamento di veicoli vecchi e inquinanti. L’obiettivo dichiarato dal governo è quello di supportare economicamente le fasce meno abbienti della popolazione attraverso questa strategia.

Il governo cambia strategia sugli ecobonus per le auto

Il fondo destinato al settore automotive avrà una dotazione di 750 milioni di euro per il 2025, con un incremento a un miliardo l’anno successivo, e resterà su questi livelli fino al 2030. Tuttavia, gli incentivi dovranno essere allineati a specifici obiettivi che il ministero illustrerà, tra cui il sostegno alla “componentistica locale”.

All’incontro presieduto dal ministro Adolfo Urso hanno partecipato Federmeccanica e Federmanager, insieme ai sindacati dei metalmeccanici (Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm). Presenti al tavolo anche i rappresentanti dell’industria, tra cui Giuseppe Manca, responsabile delle risorse umane di Stellantis Italia, e Daniela Poggio, responsabile delle comunicazioni e delle relazioni istituzionali.

Il ministro ha rivolto un’attenzione particolare a Stellantis, esprimendo critiche su alcune recenti decisioni dell’azienda: «Esattamente un mese fa, Stellantis ha comunicato la sospensione delle attività delle carrozzerie a Mirafiori dal 15 luglio al 25 agosto, ricorrendo nuovamente alla cassa integrazione fino al 4 agosto. Inoltre, sono state annunciate cinque giornate di cassa integrazione anche a Pomigliano tra agosto e settembre, a causa della mancanza di ordini. Il piano aziendale non ha rispettato l’incremento della produzione in Italia che ci aspettavamo e che avevamo concordato».

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