Ferrari 250 GT SWB: la rinascita di un esempio di eleganza e sportività [VIDEO]
Nuova vita per una storica del Cavallino
La passione rende i gesti ancora più precisi, ancora più delicati o decisi, sempre più mirati a un risultato unico. L’attenzione aumenta, posando e intervenendo con cura certosina verso ogni dettaglio ed elemento, per ridonare luce a testimonianze di un passato ricco di aneddoti. Come di fronte all’esemplare di Ferrari 250 GT SWB Berlinetta Competizione restaurato totalmente dai tecnici specializzati di Maranello nell’arco di quattordici mesi.
La vettura, che rappresenta un esempio di meccanica prestazionale e eleganza stilistica risalente agli Anni Sessanta, ha alle spalle una storia intensa composta da passaggi di proprietà, cambi di colore, momenti che ne hanno segnato il tempo e la struttura. Come segnalato sul sito del Cavallino Rampante, l’auto in epoca più recente, si parla del 1984, è stata battuta a un’asta diventando di proprietà di un collezionista belga, ricevendo una nuova veste di colore giallo nel 1992, come tributo ai colori nazionali del Paese agli esordi delle competizioni automobilistiche. Tinta che ha sfoggiato prima di essere accolta nel reparto destinato alle Ferrari Classiche, dove è stata rigenerata sia dal punto di vista estetico che contenutistico.
Il nuovo proprietario, appassionato del marchio modenese e di questo modello, ha preferito che questo esemplare sfoggiasse un raffinato grigio Pininfarina, come molte vetture di Maranello realizzate alla fine degli Anni Sessanta. Per l’abitacolo, invece, si è optato per un colore marrone, come testimoniato dal video che ripropone alcuni momenti del restauro sino alla conclusione dei lavori e all’emozionante esito.
Tenendo in considerazione la documentazione disponibile, la casa ha provato a ricostruire la storia di quest’auto, segnalando che il primo possessore fu un pilota di GT e Formula 1, Dorino Serafini, il cui risultato più in vista fu un piazzamento sul podio a bordo di una monoposto Ferrari nel Mondiale del 1950 al GP d’Italia, che la utilizzò solo in competizioni di secondo livello. Poi, questa fu venduta nel 1964 al francese René Richard. Il transalpino ebbe un incidente e subito dopo l’auto passo di mano al belga Lucien Bianchi, pilota e esperto di meccanica, che la riparò dipingendola di colore blu scuro e donandogli dei nuovi interni dalla tonalità nera. Successivamente ebbe un nuovo proprietario, un altro pilota, il francese Jacques Pollet, che la ridipinse di grigio. Grigio che torna di nuovo protagonista sulle sue linee morbide e ricercate.
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