Ferrari: continua la crescita, ricavi al +4,4% nel primo semestre 2025

Il CEO Vigna: "Strategia seguita con disciplina e determinazione"

Ferrari: continua la crescita, ricavi al +4,4% nel primo semestre 2025

Il mercato dell’auto sta vivendo un periodo molto complicato, ormai da un po’ di anni, ma alcuni marchi stanno ottenendo comunque risultati importanti. È il caso di Ferrari, che sta proseguendo la sua crescita. Il primo semestre del 2025 ha dato un ulteriore slancio alla casa di Maranello, con una crescita del 4,4% dei ricavi netti e dell’8,1% dell’utile operativo.

“I solidi risultati comunicati oggi riflettono il nostro impegno a eseguire la nostra strategia con disciplina e determinazione – sono le parole del CEO Benedetto Vigna – Continuiamo a promuovere l’innovazione e ad arricchire la nostra offerta di prodotti, che alimenta un già forte portafoglio ordini. Il primo semestre ci ha ricordato l’importanza di agilità e flessibilità”.

I risultati del primo semestre 2025

I ricavi netti di Ferrari nel primo semestre sono stati di 1.787 milioni di euro, con 3.494 consegne di veicoli complessivi. L’utile operativo è stato pari a 552 milioni di euro, mentre quello netto di 425 milioni. Il marchio di Maranello ha generato un free cash flow industriale di 232 milioni e non ha avuto particolari impatti sull’introduzione dei dazi USA sulle importazioni dall’UE.

I nuovi modelli stanno piacendo: “La testimonianza di questo è la domanda eccezionale per la famiglia 296 Speciale – ha spiegato Vigna – e gli eccellenti riscontri sul recente lancio della Ferrari Amalfi, la nuova coupé che ridefinisce il concetto di gran turismo contemporanea”.

Fiducia per il futuro

C’è grande fiducia anche per la seconda parte dell’anno. Infatti, il rischio di una riduzione dei margini percentuali di 50 punti base, con l’introduzione di dazi all’importazione più elevati su auto, parti di ricambio e altri beni provenienti dall’UE e importati negli Stati Uniti, è stato rimosso in seguito al recente accordo su livelli inferiori raggiunto tra gli Stati Uniti e la UE. Inoltre, sono previsti dei minori costi industriali, rispetto alle attese iniziali.

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