Ferrari Monza SP1 e SP2: il Cavallino Rampante a Parigi [VIDEO]

Modelli ispirati alle vetture sportive che sono entrate nella storia

Tra le protagoniste del Salone di Parigi 2018 c'è anche Ferrari: il Cavallino Rampante ha portato all'appuntamento transalpino le Monza SP1 ed SP2. Un nuovo segmento di serie speciali limitate sviluppato per i clienti
Ferrari Monza SP1 e SP2: il Cavallino Rampante a Parigi [VIDEO]

Il Salone di Parigi 2018 ha aperto i battenti e tra le novità ci sono anche le Ferrari Monza SP1 ed SP2. Le vetture del Cavallino Rampante nascono da un nuovo concept, denominato ‘Icona’, che riapre il filo conduttore delle vetture più evocative della propria storia, creando un nuovo segmento di serie speciali limitate sviluppato per i clienti e collezionisti Ferrari. In questo modo Ferrari reinterpreta secondo i canoni moderni uno stile senza tempo, accompagnandolo a contenuti altamente tecnologici ed alle più elevate prestazioni frutto della ricerca continua nel campo dell’innovazione.

Ferrari Monza SP1 ed SP2: il design

L’influenza delle corse è sempre presente nel linguaggio del design Ferrari e le Monza SP1 e SP2 si collegano con un filo invisibile al glorioso passato convogliando gli elementi di eleganza, performance ed innovazione che sono parte integrante della storia del Cavallino. Dal punto di vista della creatività pura, immagini come quelle evocate dalle “barchette” della tradizione Ferrari degli anni ‘50, ricche di fascino, per i numerosi rimandi alle atmosfere delle competizioni sportive rappresentano una preziosa fonte di ispirazione. Al concetto di “barchetta” però i designer del Centro Stile Ferrari hanno dato una connotazione moderna, interpretando il tema in forma nuova e personalissima. Nessun accenno nostalgico dunque, nessun esplicito contenuto ripescato dal passato; le Monza SP1 e SP2 sono state concepite come una moderna monoposto e pensate per i nuovi gentlemen driver.

Il linguaggio delle Ferrari Monza SP1 e SP2 appare immediatamente leggibile nelle forme eleganti e nel volume monolitico ad “ala spessa” descritti dalla scocca interamente in carbonio, nelle proporzioni, nei dettagli raffinati, nelle linee essenziali. Si sono evitate le esasperazioni formali caratteristiche delle Ferrari più prestazionali. In questo caso i designer del Centro Stile Ferrari hanno cercato di preservare una forma pura, che fosse riconducibile ad un unico tratto di matita. L’idea decisiva è stata quella di scomporre il volume in due gusci: una sorta di cover superiore e uno scafo inferiore. Questi due elementi dialogano tra di loro, ma sembra che il guscio superiore sia quasi flottante. Questo effetto è stato ottenuto attraverso la presenza di una modanatura che viene percepita come una fuga e dà l’idea che i due volumi rimangano distaccati. Il tema della fuga è ricorrente nella storia della Ferrari, in particolare negli anni ’80, ma diventa in questo caso la cifra stilistica che dà struttura alla forma e che permette anche al posteriore di rimanere pieno pur essendo percepito leggero.

Questa intuizione consente di introdurre un concetto di fanaleria nuovo: le luci di posizione e gli stop sono stati ripensati come un’unica e continua “linea di luce”, interamente integrata nel sottile gap di separazione tra i due gusci. In questo modo la fanaleria disegna una linea che attraversa i parafanghi e arriva fino al cofano, dando l’idea che il guscio superiore sia letteralmente sospeso sul resto del volume. Il posteriore delle antenate 750 Monza o 375 MM a cui ci si è ispirati, con questa soluzione innovativa, diventa un oggetto contemporaneo. Ritroviamo questo iconico tema della “linea di luce” riproposto sui proiettori anteriori e lungo lo sfogo d’aria della fiancata, che conferisce il caratteristico effetto “naked”. Anche la fiancata è pulita, asciutta nella sua purezza. Unico elemento di discontinuità è la presa laterale della fiancata, omaggio alle “barchette” d’una volta, di forte impatto visivo.

Il frontale si presenta sobrio ed essenziale: una superficie liscia, dalla forma essenziale, si modella su un ampio volume monoblocco in cui il cofano anteriore e i sinuosi parafanghi si compenetrano senza soluzione di continuità. Questo asseconda nella forma i caratteristici stilemi della tradizione Ferrari, trattandosi di una “fusoliera” la cui generatrice è la bocca del radiatore che racchiude una rete dalla fitta maglia, messa in risalto dalla sottostante struttura tridimensionale su cui spiccano due ampie prese d’aria protette da griglie. La percezione complessiva del trattamento della superficie esterna è quella di un mantello che avviluppa, abbraccia, avvolge l’intera vettura. Il look “post-moderno” delle Monza SP1 e SP2 lo si vede anche dal posteriore, che tende a ricreare quell’effetto sinuoso e morbido che era tipico delle Ferrari degli anni ’50, dal posteriore molto raccolto e di forma piena e avvolgente.

Gli interni della Ferrari Monza SP1 ed SP2

Il progetto degli interni vettura si è sviluppato in maniera molto mirata, focalizzandosi sul cockpit del pilota. Si è definita l’ergonomia di bordo concentrandosi su tutti i contenuti dell’interno, che andavano chiaramente ripensati. Quindi la strumentazione, quadro strumenti, comandi, struttura del sedile hanno richiesto una rielaborazione funzionale alle nuove esigenze di guida, con l’idea di mantenere coerenza di linguaggio con gli esterni vettura e la filosofia progettuale che li ha ispirati. A partire da un tema a goccia, disegnato da un anello ben delineato sul tonneau cover, l’architettura degli interni si compone di tre livelli. Il primo è definito dall’orizzonte visivo del pilota. Dalla sua prospettiva il confine tra interni ed esterni vettura è molto sottile; il corpo del driver è interamente incapsulato all’interno della vettura, con eccezione della testa che sporge sulla linea d’orizzonte, proprio come nelle auto da corsa, riducendo in tal modo ogni forma di distrazione visiva.

Su un secondo livello si concentrano la strumentazione di bordo, il volante e le bocchette d’aria. L’abitacolo asciutto raccoglie infine, ad altezza bracciolo, il resto dei comandi funzionali e li concentra su un’unica piastra di estrazione racing, estremamente semplice, priva di virtuosismi stilistici. Il sedile monoscocca in carbonio e sellato in pelle, conferisce poi agli interni un aspetto squisitamente sartoriale, così come le pochissime sellature, studiate per essere alloggiate solo in zone mirate, per garantire comfort durante la guida.

Il motore V12 deriva dalla 812 Superfast

Il motore delle Ferrari Monza SP1 e SP2 deriva direttamente dalla 812 Superfast, su cui, tramite l’ottimizzazione fluidodinamica dei condotti di aspirazione, è stato possibile raggiungere un livello di prestazioni ancora superiore. Il V12 della 812 Superfast, premiato nel 2018 come miglior motore oltre 4 litri e Best New Engine agli International Engine of the Year Awards 2018, ha introdotto numerosi contenuti innovativi. Tra questi, è stato il primo motore ad accensione comandata in assoluto a beneficiare del sistema ad iniezione diretta a 350 bar. Inoltre è stato introdotto il sistema di controllo dei condotti di aspirazione a geometria variabile, derivato come concept dai motori di F1 aspirati.

Il sistema di iniezione ad alta pressione, inoltre, favorisce una maggiore nebulizzazione del getto di combustibile iniettato che permette di ridurre drasticamente la quantità di particolato emessa durante la fase di warm-up del catalizzatore, garantendo il rispetto della normativa specifica sulle emissioni. Particolare cura è stata data alla calibrazione delle strategie di guidabilità, che sono state sviluppate con l’obiettivo di esaltare il potenziale del motore e la sensazione di sportività estrema della vettura, ma garantendo sempre al driver la possibilità di gestire agevolmente con il pedale dell’acceleratore l’enorme quantità di coppia disponibile, grazie ad una erogazione progressiva e lineare a tutti i regimi. Il risultato è che le Monza SP1 e SP2 confermano le eccellenti prestazioni velocistiche della 812 Superfast, come accelerazione (0-100 km/h in 2.9 sec e 0-200 in 7.9 sec) e frenata (100-0 km/h in 32 metri), perdendo solo marginalmente in termini di velocità massima (>300 km/h).

Le strategie di gestione del cambio dual clutch prevedono anch’esse di esaltare la sportività della vettura; i tempi di cambiata in up ed in down-shift, nelle posizioni del manettino più sportive, sono ereditate dalla 812 Superfast sulla quale erano stati accorciati sensibilmente e le transizioni da una marcia all’altra erano state ottimizzate per esaltare il feeling di guida. Grazie alla configurazione aperta delle Ferrari Monza SP1 e SP2 il suono del motore V12 è ancora più in evidenza. Il sound di aspirazione garantisce al driver una percezione sonora emozionante ed inconfondibile dando la percezione di essere immerso completamente in un’esperienza incomparabile, che solo una vettura dal forte DNA Ferrari riesce a regalare.

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